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Spagna. Il Parlamento andaluso vara la legge sulla clonazione terapeutica
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Articolo di Rosa a Marca
15 marzo 2007 15:33
 
Il 7 marzo, il Parlamento andaluso ha approvato la legge che regolamenta la clonazione terapeutica. E' la prima Comunita' autonoma ad avere una normativa che permette di creare tessuti umani con cui, in futuro, potrebbe essere possibile curare malattie come il diabete o alcuni tipi di tumore. Malgrado l'opposizione iniziale, il PP ha deciso d'astenersi quando sono stati accolti 11 dei suoi 26 emendamenti. Il partito popolare ha pero' sottolineato che sarebbe stato opportuno aspettare la legge sulla Ricerca Biomedica, non ancora votata dal Parlamento nazionale.
Questa legge andalusa autorizza la riprogrammazione cellulare a scopo terapeutico. Cio' significa poter trasferire il nucleo di una cellula di tessuto adulto in un ovulo denucleato; in questo modo si ottiene la riprogrammazione della cellula che potra' generare cellule staminali pluripotenti, capaci cioe' di produrre ogni tipo di tessuto o organo da impiantare successivamente nel paziente. Il vantaggio principale di questa tecnica sta nel fatto che tessuti ed organi cosi' ottenuti sono compatibili con il donatore della cellula adulta. E' evidente quanto cio' sia importante per persone bisognose di trapianto o malate di leucemia: verrebbe evitato il pericolo di rigetto.
La Giunta precisa che, al fine di stabilire le "massime garanzie etiche" su queste ricerche, e in linea con le normative internazionali, la legge proibisce espressamente l'uso di tecniche di riprogrammazione cellulare a scopo riproduttivo. In altre parole, l'ovocita riprogrammato non potra' svilupparsi oltre i 14 giorni, tanto meno essere impiantato nell'utero di una donna. La legge prevede la creazione di un Comite' de Investigacion de Reprogramacion Celular dipendente da Consejeria de Salud, integrato da personalita' di riconosciuto prestigio in ambito della biomedicina, del diritto e della bioetica. Il comitato avra' il compito di autorizzare i progetti di ricerca; garantire il loro corretto svolgimento; vigilare sulle condizioni con cui si realizza il consenso informato dei donatori di ovuli e cellule salvaguardando la riservatezza e la sicurezza dei dati personali; redigere un registro pubblico delle inziative approvate. L'autorizzazione di ogni progetto dovra' ottenere, come premessa, il parere favorevole della Comision Autonomica de Etica e Investigacion Sanitarias. Le sperimentazioni ammesse saranno inserite in una banca dati che raccogliera' informazioni sulle cellule impiegate, l'obiettivo della ricerca e le sue condizioni, l'identita' del ricercatore principale, la data e la validita' del consenso ottenuto. Inoltre, dovra' figurare la certificazione di data, metodo e persona responsabile della distruzione dell'ovocita riprogrammato prima dei quattordici giorni. La normativa definisce poi i requisiti che devono caratterizzare i lavori di sperimentazione e le strutture operative. E' stabilito che i progetti dovranno avere sempre un interesse scientifico rilevante, essere privi di carattere lucrativo, e che possano dimostrare come la loro finalita' sia quella di migliorare la salute e la qualita' della vita dei cittadini. Riguardo alle donazioni di ovuli e cellule adulte da denucleare, queste dovranno essere anonime e confidenziali, ne' dovranno avere carattere lucrativo o commerciale. Durante l'iter parlamentare, nel testo di legge sono state introdotte maggiori garanzie riguardo al consenso informato, ossia sono stati precisati in dettaglio tutti gli aspetti di cui il donatore dovra' essere a conoscenza. In piu', il consenso sara' formulato per iscritto, e potra' essere revocabile e modificabile nel tempo. Infine, e' stato incorporato un nuovo articolo sulla disponibilita' dei risultati delle ricerche; si stabilisce che, giunte a conclusione, i ricercatori dovranno farne una relazione per i comitati di Riprogrammazione Cellulare e di Etica, e rendere pubblici i risultati ancorche' nel pieno rispetto della legge di tutela dei dati personali.
 
 
 
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