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 SPAGNA - SPAGNA - Spagna. Create le prime due linee di staminali embrionali, popolari alla riscossa sui socialisti
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Articolo di Donatella Poretti
8 luglio 2004 18:50
 
Colpo di coda dei popolari spagnoli sulla ricerca con le staminali embrionali, con tanto di forzatura della loro legge. L'annuncio shock e' del primo luglio, a Valencia una conferenza stampa del ricercatore Carlos Simón presenta le prime due linee di cellule staminali di origine embrionali ottenute in Spagna. Ad accompagnare il ricercatore l'ex ministra della Sanita', Ana Pastor e l'attuale consigliere alla Sanita' della Generalitat valenciana Vicente Rambla, entrambi del Partido Popular.
La notizia e' doppia: la Spagna entra a pieno titolo tra i Paesi che hanno deciso di investire nella medicina rigenerativa e, con Gran Bretagna e Svezia, e' in Europa il terzo che ha prodotto staminali embrionali, prevedendo inoltre di metterle a disposizione dei ricercatori in banche pubbliche; ma la notizia e' anche squisitamente politica, una sorta di colpo di coda dei popolari che hanno deciso di rimarcare la paternita' delle ricerche in Spagna.
A mo' di breve riassunto, occorre ricordare che e' stato il Governo di José Maria Aznar lo scorso novembre ad approvare la riforma della legge sulla fecondazione assistita in maniera tale da permettere, pur con molti limiti, la ricerca scientifica sugli embrioni sovrannumerari. Una riforma per cui grandi pressioni erano state esercitate da pazienti, ricercatori e dall'allora opposizione dei Psoe per tre anni. Dopo la vittoria dello scorso marzo, e il cambio alla Moncloa, i socialisti, e in particolare la neo ministra alla Sanita' Elena Salgado, aveva preannunciato un progetto di legge, entro la fine dell'anno, per ulteriori modifiche nella direzione di agevolare il ricorso alle tecniche di fecondazione assistita e la ricerca con le staminali embrionali.
Insomma, era solo questione di tempo. Quel tempo bruciato dall'annuncio di Valencia. Quel tempo che e' mancato per avere tutti i permessi perche' il lavoro di Valencia sia considerarsi in regola con la legge voluta dal Partido Popular.

La ricerca scientifica
A Carlos Simón piace dire di aver fabbricato "i mattoncini di buoni qualita'". Questi mattoncini sono le due linee di cellule indifferenziate, poi spettera' ai ricercatori in medicina rigenerativa di "costruire gli edifici", cioe' lavorare con queste cellule. Intanto, trattarle perche' lascino lo stadio di cellule indifferenziate e farne cellule del cuore, del fegato, dei reni o neuronali. E poi iniziare a creare tessuti con cui riparare organi colpiti da malattie degenerative.
Simón e' il responsabile dell'unita' di derivazione cellulare del centro di medicina riparativa, il CSAT, che verra' inaugurato dopo l'estate. Stava lavorando sulle staminali embrionali da due anni e mezzo, e giacche' la legge non lo permetteva aveva lavorato con embrioni che presentavano delle alterazioni cromosomiche, percio' non impiantabili in utero: "ci abbiamo provato con 200, e nel migliore dei casi eravamo arrivati alla meta' del processo, ma ci e' stato utile per imparare".
Dopo la riforma della legge nel novembre 2003, Simón spiega che e' stata chiesta l'autorizzazione per utilizzare embrioni umani sovrannumerari. Sono stati utilizzati 40 embrioni, congelati da oltre 5 anni, e dopo avere ottenuto il consenso dei donatori, sono stati scongelati. In 16 sono arrivati fino alla fase di blastocisti, da quel momento e' iniziato un processo di due mesi rivolto a frenare la differenziazione delle cellule e a moltiplicarle. Una volta che le colonie coltivate avevano raggiunto le 400-500 cellule, i ricercatori le hanno divise in due linee. Dopo tre mesi due di queste linee Valencia1 e Valencia2 (VAL-1 e VAL-2) hanno superato tutti i test. La ricerca dovrebbe essere pubblicata sulla rivista Fertility and Sterility, un campione del lavoro verra' inviato alla Stem Cell Bank in Gran Bretagna. Nel giro di sei mesi le linee saranno a disposizione dei ricercatori che ne faranno richiesta al CSAT e al Centro Nazionale di Trapianti e Medicina Rigenerativa.
Le due linee sono "libere da prodotti animali", essendo state sviluppate e coltivate su supporto umano, derivato dal tessuto placentare umano, a differenza delle linee di staminali Usa, quelle certificate dal NIH che sono state coltivate su supporto animale, e questo le rende percio' inutilizzabili per possibili terapie su uomini, visto l'elevato rischio di portare malattie.

La polemica politica
Il ministero della Sanita' assicura di non avere avuto nessuna richiesta, e percio' di non avere rilasciato alcuna autorizzazione, ne' all'Ivi, l'Instituto Valenciano de Infertlidad, ne' alla Consejeria della Sanita' valenciana, per lavorare e creare queste linee di staminali embrionali. Il ministero dice inoltre di essere venuto a conoscenza dell'esperimento grazie ai mezzi di comunicazione.
Vincente Rambla ammette che e' stata la Sanita' valenciana a rilasciare l'autorizzazione per le ricerche, sopperendo ad una lacuna esistente, "non era logico tenere bloccata la ricerca", solo perche' ancora non era stato creato il Centro Nazionale di Trapianti e Medicina Rigenerativa (Cenatemer), a cui spetterebbe per legge analizzare e in caso autorizzare i progetti. Ma questo organismo "ne' e' stato creato, ne' si sa quando sara' creato". E allora tanto valeva non chiedere nulla al ministero centrale e utilizzare le competenze in materia di ricerca scientifica dell'Amministrazione autonoma valenciana.
"Non si tratta di ostacolare il progresso della scienza ma di far si' che lo Stato sia di garanzia per la societa' in un campo cosi' delicato affinche' si agisca in maniera precisa e secondo quanto accettato socialmente", ha replicato il segretario generale del ministero della Sanita' Fernando Lamata, che ha spiegato che verranno fatti rapidamente tutti gli accertamenti del caso.
Con un comunicato il ministero esprime "preoccupazione per la confusione che modi di agire come quelli della Generalitat Valenciana possono creare nella societa' spagnola". Secondo il ministero tutte le questioni collegate alle ricerche con le staminali "portano uno speciale carico di sensibilita' e devono essere sempre sottoposte a criteri etici responsabili e comuni in tutto il territorio nazionale". Con la creazione di VAL-1 e VAL-2 "potrebbe essere stato violato quanto previsto dalla Legge sulla Riproduzione Assistita in vigore".
Stupore e sconcerto per Bernat Soria, lo scienziato che aveva dovuto lasciare Alicante (Valencia) per Singapore per proseguire i suoi lavori sulle staminali embrionali. Soria poi era tornato in Spagna e dall'Andalusia aveva lottato perche' venisse approvata una legge che rendesse legale le ricerche con gli embrioni. Sconcerto per l'annuncio politico, per il timbro del partito popolare che ha impresso la presenza della ex ministra Ana Pastor e gli scienziati valenciani legati ad un centro promosso dal PP e diretto da Rubén Moreno. Quello stesso Moreno che aveva minacciato Soria di sanzioni disciplinari nel 2001, quando era stato lui a manifestare il desiderio di applicare sulle cellule staminali embrionali umane le ricerche che aveva gia' sviluppato sui topi per curare malattie come il diabete. "Questi signori mi avevano chiamato assassino in televisione", ha ricordato Soria. "Io sono ancora bloccato perche' non mi danno le autorizzazioni e ora vedo che il Governo precedente, mentre proibiva a tutti gli altri di lavorare, permetteva di farlo ad alcuni. E' chiaro che mi e' mancata la tessera del PP".

La Plataforma HayAlternativas "rappresentando piu' di 3.000 scienziati spagnoli e 300.000 cittadini, ricorda che secondo la legge sulla riproduzione umana assistita in vigore, e' necessario un controllo da parte dell'amministrazione sulle ricerche che vengono avviate con il materiale derivato da embrioni umani". L'associazione aggiunge cosi' le sue alle "preoccupazioni" espresse "dal ministero della Sanita' sull'eventuale illegalita' di questa ricerca, e chiede alle autorita' sanitarie di far rispettare la legislazione in vigore a favore del benessere dell'embrione umano, la cui tutela spetta ai poteri pubblici".
Ad esprimere "preoccupazione" e' stata anche la Sociedad Valenciana de Bioetica: "il prestigio dei progressi tecnologici puo' portare alcuni a credere che tutto e' permesso", "la dignita' della vita umana, in qualunque fase dello sviluppo, esige che non sia utilizzata come mezzo per altri fini, per buoni che possano essere", altrimenti "la vita umana negli stadi iniziali si trasforma in materia prima, al servizio di coloro che hanno avuto la sorte di nascere e prima". La cosa curiosa e' che questo commento e' stato reso noto non direttamente dalla Societa' di Bioetica, ma dall'Arcivescovado!

Il dottor Carlos Simón, fanno sapere dalla Generalitat di Valencia, ha ricevuto i complimenti del professor José Egozcue, professore di Biologia Cellulare dell'Uab (Universita' Autonoma di Barcelona) e direttore dell'Osservatorio di Bioetica e Diritto del Parco Scientifico di Barcelona; della professoressa Susan Fisher, direttrice del Centro di Medicina Rigenerativa dell'Universita' della California; del professor Roger Pedersen, docente di Medicina Rigenerativa all'Universita' di Cambridge; del professor Lars Hamberger, dell'Universita' di Goteborg; del dottor Benjamin Reubinoff, dell'Hadassah University Hospital di Gerusalemme; del professor Glyn Stacey, direttore della prima banca pubblica in Gran Bretagna.
 
 
 
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