testata ADUC
 USA - USA - I senatori Usa, la morte di Reagan e il referendum californiano: tanti "piccoli" tasselli.
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Donatella Poretti
10 giugno 2004 19:05
 
Prima e' arrivata la notizia che la maggioranza relativa dei senatori statunitensi si dichiaravano a favore della ricerca scientifica con le cellule staminali embrionali indirizzando al presidente Bush una sollecitazione come gia' avevano fatto un centinaio di deputati del Congresso. Poi, e' arrivata la notizia che Ronald Reagan, 93 anni e malato di Alzheimer e' morto, un avvenimento che non poteva non ricordare quanto l'ex first lady Nancy Reagan si sia spesa e battuta perche' grazie alle staminali embrionali si potesse trovare una cura per quei malati come il suo "Ronnie".
Due notizie che nel giro di pochi giorni si sono andate a sommare tra loro per sottolineare come il vento potrebbe cambiare e come l'attuale inquilino della Casa Bianca si trovi a fronteggiare non solo le pressioni degli scienziati, dei malati e dei democratici, ma ora anche di un settore dei repubblicani che ritiene dannosi i limiti imposti nel 2001 di non finanziare con fondi federali nuove linee di cellule staminali embrionali create oltre quella data.
A tutto questo si aggiunge la campagna referendaria che in California e' stata avviata in maniera irreversibile, e che a novembre vedra' votare per la Casa Bianca, ma anche per un finanziamento statale di 3 miliardi di dollari da destinare alle staminali embrionali. Una campagna che cerca di riunire tutte le varie istanze da quelle dei malati a quelle degli scienziati, passando da quelle dell'industria del biotech che non vuol essere tagliata fuori da questo promettente filone della ricerca.

Ma andiamo per ordine. Ronald Reagan, un presidente amato e un presidente preso a simbolo dallo stesso George W. Bush, e' morto lo scorso 5 giugno dopo 10 anni di malattia dura e difficile anche per i familiari che oramai non riconosceva piu'. Un colpo all'America di cui Reagan e' stato icona negli anni Ottanta. Se la moglie Nancy, proprio in nome della sua malattia, e' da tempo che si spende pubblicamente per chiedere alla casa Bianca di rivedere la sua posizione sulle staminali embrionali, e' una di quelle notizie che colpisce nel cuore degli americani.

Alcuni giorni prima della morte di Reagan, la maggioranza dei senatori statunitensi aveva chiesto, con una lettera, al presidente Bush di alleggerire le restrizioni imposte all'utilizzo di cellule staminali embrionali nella ricerca. La lettera e' stata gia' firmata da 58 senatori (su 100), inclusi 14 repubblicani, fra di essi conservatori come Trent Lott del Mississippi, Kay Bailey Hutchison del Texas, Orrin G. Hatch dello Utah.
Il Paese sta "perdendo terreno in un campo capace di ridurre la sofferenza di milioni di americani", denuncia il documento che spiega lo stato di crisi della ricerca su patologie come il morbo di Parkinson e il diabete. "Mostriamo la nostra predisposizione per lavorare con te al fine di modificare l'attuale politica di ricerca con le cellule staminali embrionali, visto che questa offrira' le migliori opportunita' per promuovere trattamenti e cure che tutti stiamo aspettando", scrivono i senatori rivolgendosi direttamente al presidente. I senatori non chiedono alcuna modifica legislativa particolare ma segnalano l'esistenza di 400 mila embrioni congelati nelle cliniche di fecondazione assistita, e che la maggioranza di questi non verra' utilizzata per questo fine. E in questo senso suggeriscono a Bush di promuovere un meccanismo per permettere alle coppie la possibilita' di donare i propri embrioni alla ricerca scientifica. Per altri verso segnalano anche che gli Usa potranno ritrovarsi indietro rispetto ad altri Paesi che invece hanno sostenuto questo tipo di ricerche, come la Gran Bretagna, Singapore, la Corea del Sud e l'Australia.
Se nel 2001 il presidente Bush dichiaro' che l'Amministrazione non avrebbe piu' fornito fondi federali per ricerche che utilizzassero nuove cellule staminali, al di la' di quelle gia' create entro quella data nei laboratori statunitensi. Oggi i ricercatori lamentano la scarsita' delle cellule a disposizione e la difficolta' a lavorare sulle 78 linee esistenti. La lettera del Senato e' un chiaro segno di come il clima politico su questo problema stia cambiando.
In aprile era stato il Congresso con 206 deputati che avevano sottoscritto una lettera sempre indirizzata alla Casa Bianca, con la stessa richiesta di finanziare le ricerche con le staminali embrionali. E sono sempre piu' numerosi i repubblicani che non si sentono rappresentati dalla linea politica del loro presidente. Prima fra tutte l'ex first lady Nancy Reagan. Mentre tra gli ultimi ad essersi schierato in questa battaglia il deputato repubblicano Dana Rohrabacher, antiabortista e inizialmente contrario alle ricerche, ma poi come racconta un suo assistente le storie di due malati gli hanno fatto cambiare idea.
Un portavoce della Casa Bianca, citato dal quotidiano Boston Globe, sottolinea come il punto di vista del presidente non sia cambiato: Bush "incoraggia la ricerca scientifica, ma continua a credere che sia immorale consentire la distruzione di embrioni umani per ottenere cellule staminali".
Ken Lisiaus, un altro portavoce della Casa Bianca ribadisce che "il presidente Bush si impegna nell'idea di esplorare le diverse aspettative della ricerca con le cellule staminali, ma al tempo stesso continua ad essere convinto che non debba essere oltrepassata la frontiera morale di finanziare o promuovere la distruzione di embrioni umani".
"Occorre trovare un equilibrio tra l'interesse della scienza e i problemi morali", ha detto l'attuale first lady Laura Bush, a cui il papa' era morto di Alzheimer, interpellata sull'appello di Nancy Reagan. "Ci sono cellule staminali su cui si puo' fare la ricerca, ma dobbiamo essere molto cauti su cio' che vogliamo fare per la scienza e sui problemi etici che ne derivano; e la questione delle cellule staminali rientra sicuramente in questo tipo di problemi che dobbiamo trattare con grande attenzione".

A chiedere espressamente modifiche sui finanziamenti alla ricerca potrebbe essere la California. I californiani, infatti, saranno chiamati il 2 novembre a pronunciarsi con un referendum sull'eventuale finanziamento statale di un programma di ricerca sulle cellule staminali da 3 miliardi di dollari e della durata di 10 anni. Un referendum che senza dubbio si esprimera' anche sulla decisione del presidente George W. Bush di limitare le ricerche sulle staminali embrionali per motivi etici. La Casa Bianca nel 2002 ha infatti destinato "solo" 60 milioni di dollari come stanziamenti per le ricerche sulle linee di cellule staminali, ma solo per quelle gia' esistenti entro la data dell'agosto 2001, la data limite per poter usufruire dei finanziamenti federali.
E proprio per bypassare quel limite federale che la California Stem Cell Research and Cures Initiative (clicca qui) ha raccolto oltre un milione di sottoscrizioni per sostenere la ricerca con le staminali embrionali con finanziamenti statali. Il movimento composto da associazioni di pazienti di malattie oggi incurabili come l'Alzheimer vede anche nomi noi come Jerry Zucker, regista del film Ghost, o premi Nobel come Paul Berg e David Baltimore, ed ha gia' raccolto 5,3 milioni di dollari per la campagna referendaria.
"Su questa questione la decisione spetta agli elettori", ha detto Paul Hefner, un portavoce del Governo californiano. "La ricerca medica sulle cellule staminali embrionali offre prospettive importanti per trattare molte malattie mortali. Dall'altra parte, trasformare la California in pioniera di questa materia potrebbe migliorare la nostra economia sostenendo le industrie del biotech e potrebbe consentire importanti risparmi nel nostro sistema sanitario futuro".
E, occorre ricordarlo, la California ha un governatore certamente sui generis come Arnold Schwarzenegger, ma pur sempre repubblicano. E quella morte di Reagan pesa come un macigno e sottolinea l'urgenza e la necessita' di trovare cure per le malattie neurodegenerative come il Parkinson o l'Alzheimer.
"Ogni volta che metti un volto per dire alle persone come potrebbe migliorare la situazione grazie a queste ricerche, risulta una buona cosa, e i Reagan sono un volto molto potente", ha detto Sean Tipton, della Coalizione per il Progresso della Ricerca Medica al quotidiano Los Angeles Times.
Quello stesso Ronald Reagan che in vita si era opposto alle ricerche sui tessuti derivati da feti, con l'argomentazione che provenivano da aborti, a cui lui era contrario, potrebbe ora paradossalmente trasformarsi nel simbolo di chi si batte per la ricerca sulle staminali derivate da embrioni umani.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS