testata ADUC
Le ragioni dei Si': riflettere costa poco e fa bene
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Cinzia Colosimo
9 giugno 2005 20:37
 
La voce di Umberto Veronesi si alterna a quella di Alfredo Mantovano, poi la parola passa a Dalla Piccola e su Rai 3 si trova il senatore Del Pennino. Sembra quasi che un po' di informazione sia passata, distorta o standardizzata, pratica o profonda che sia; gli elettori hanno dovuto fare i conti con la propria coscienza. In realta' il conto finale si fara' domenica e lunedi', quando il vero dilemma sara' l'urna o la spiaggia. Coloro che sceglieranno la spiaggia saranno la dimostrazione che, loro, il problema 'embrione' hanno smesso di porselo da tempo, nel momento in cui hanno delegato il potere decisionale della propria coscienza a questa ombra clericale che annebbia lo Stato.
Si e' parlato di vita, di genitorialita', di famiglia, di sperimentazione e dolore personale. Si e' parlato poco di umilta' intellettuale e scientifica, purtroppo. Quell'umilta', non come la vorrebbero intendere i proibizionisti, che spinge a fermarsi, ma quella consapevolezza di ignoranza che implora conoscenza ed etiche conseguenzialiste. I principi ultimi della sacralita' del concepimento, della famiglia normativa tradizionale, dell'identita' biologica come valore in se', non sono piu' accettabili ne' compatibili con la societa' moderna. O la politica intende affrontare il volto pratico sia della bioetica che dei suoi risvolti sociali, o non lo fa e lascia che ci pensino i credenti da una parte e i tecnocrati dall'altra.
Ma, ritornando per l'appunto alla praticita', sembra che gli italiani si auto compiacciano della propria noncuranza in termini politici, un punto a favore di chi intende decostruire l'istituzione referendaria e il suo valore simbolico. Per i quattro si', invece, occorre solo affidarsi al sentire politico individuale: lo Stato mi chiede un'opinione in merito ad un problema, come se accadesse a me. Se esiste ancora un 'orgoglio' democratico di fondo, stanco degli 8 per mille alla Chiesa Cattolica, dei Porta a Porta, e dei Buttiglione che decidono al posto nostro, sara' quella necessita' che permettera' il raggiungimento del quorum e la speranza di ottenere altro.
Per altro intendiamo soprattutto una concezione nuova della famiglia, dei nuclei psicologici e ambientali che contribuiscono a creare una identita' personale. Per altro si intende un'idea della genitorialita' piu' libera e consapevole, cosi' come di una ricerca scientifica piu' libera e piu' chiara nei confronti dei cittadini stessi.
In questo scontro ormai alla fine, gli astensionisti parlano di responsabilita' verso i nascituri, utilizzandola come slogan politico di forte impatto retorico e scarsissimo valore epistemologico. Se di qualche responsabilita' si puo' parlare, occorre intenderla in senso individuale e non etico normativo; laddove poi si riscontra il bisogno di esercitare responsabilita', la si accoglie e non si nega con l'astensione. Sono contraddizioni in termini, come quella relativa al diritto del concepito, stabilito nell'attuale legge, che perde garanzia di valore grazie alla legge 194. 'Ma questo', dicono, 'e' un altro discorso, perche' si parla di gravidanze indesiderate'. Quindi ricapitolando, se un embrione e' desiderato ha diritto di tutela, se non lo e' non ne ha diritto. E quindi gli embrioni abbandonati, e quindi indesiderati, che diritto hanno? Esistono diritti particolari nel limbo? Certe categorie concettuali fanno sempre comodo..
No, no.. quest'Italia proprio non va. Basta dare un'occhiata alle notizie che pubblichiamo sulla Spagna di Zapatero, sulla Gran Bretagna di Blair, addirittura sugli Stati Uniti di Bush per capire che la distanza che ci separa da quelle concezioni di Stato e' notevole. Un paio di treni li abbiamo gia' persi, che questo non vorremmo che un nuovo treno ci voli via sotto il nostro sguardo silente e colpevole.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS