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 U.E. - U.E. - Il mondo e l'Italia al primo compleanno di Eva
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Articolo di Vincenzo Donvito, Primo Mastrantoni
24 dicembre 2003 18:22
 
Proprio un anno fa, il 26 dicembre 2002, veniva annunciata al mondo la nascita della prima bambina clonata: Eva. Ricordiamo tutti come la notizia rimbalzo' ovunque nel mondo, con le immagini della direttrice scientifica dei Raeliani, Brigitte Boisselier, che preannunciava giorno dopo giorno nuove rivelazioni. E con la cosiddetta comunita' scientifica che, dopo lo stupore/perplessita' dei primi giorni, non ci mise tanto a capire che si trattava solo di una voce senza alcuna intenzione di dimostrazione pratica.
Noi, come diversi che ci leggono, eravamo "sul pezzo" gia' da tempo, e non sapevamo se arrabbiarci perche' con la clonazione riproduttiva si faceva tutto un fascio, inclusa quella terapeutica, portando la clonazione in generale nei meandri di una religione (raeliana o meno poco importa, perche' comunque religione) e allontanandola dalla stretta scientificita' medica in cui crediamo e per cui operiamo. Cosi' come non sapevamo se gioirne perche', ovunque si parlava di clonazione, e, tra un'aspirazione religiosa e un anatema per bimbi cosiddetti fotocopia, in qualche modo si riusciva a comunicare gli enormi vantaggi della clonazione terapeutica per la medicina rigenerativa.
Ad un anno di distanza, con non sappiamo piu' quanti annunci di nuovi bimbi clone da parte dei raeliani, bisogna riconoscere che, almeno a livello mondiale, la questione che ci interessa fa parte del dibattito tra le cose piu' importanti.
Quasi tutte le istituzioni che hanno un potere legislativo si sono sentite in dovere di mettere i loro paletti e, rispetto a coloro che hanno vietato ogni forma di ricerca (tra cui anche il nostro Paese), ce ne sono state altre che invece hanno aperto le porte alla ricerca embrionale, con tanto di riflettori e attenzione. Sono fatti e cronache che hanno arricchito questo Notiziario nel 2003 e che si possono facilmente ripercorrere "sfogliando" queste pagine.
Qualcosa e' in movimento, in Europa e nel mondo.
Per capire invece cosa e come e' l'Italia all'indomani dell'approvazione del divieto assoluto della ricerca con le cellule staminali embrionali, sancito come paragrafo delle brutta legge sulla fecondazione assistita, riportiamo un comunicato che abbiamo diffuso lo scorso 15 dicembre.
Dopo la cui lettura, non abbiamo altro da aggiungere.

La maratona di Telethon sulla Rai ha raccolto circa 23 milioni di euro per sostenere la ricerca genetica in Italia. Un grande risultato, segno della attenzione degli spettatori, per un settore in continua evoluzione ma che lascia sconcertati per le contraddizioni che suscita, perche' alla trasmissione ha partecipato uno sportivo, ex-giocatore di calcio, affetto da sclerosi multipla, cioe' di quella malattia che puo' trovare giovamento dal trattamento con cellule staminali. Con la recente proposta di legge approvata dal Senato della Repubblica sulla fecondazione assistita sono state di fatto annullate le potenzialita' della ricerca nel campo delle cellule staminali embrionali. A sostegno dell'iniziativa legislativa, il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, dichiara: "Trovo che sia stata riposta eccessiva fiducia nelle cellule staminali embrionali, quando gli esperimenti sembrerebbero piu' a favore delle cellule adulte". Di contro, il professor Giulio Cossu, direttore del Centro per le cellule staminali dell'Istituto San Raffaele di Milano, dice: "Detto con buona approssimazione le cellule staminali di un adulto, avendo raggiunto un grado di specializzazione maggiore, si sono dimostrate migliori per ricostituire parti di organi e tessuti specifici ma hanno perso quella che si sospetta essere una caratteristica delle embrionali: la capacita' di poter ricostruire indistintamente piu' tessuti". Dunque il campo della ricerca viene di fatto fortemente limitato a tutto danno della salute e della vita delle persone. Mostrare, in una maratona televisiva della Rai, cioe' pubblica, una persona emblema della malattia che puo' essere curata con cellule staminali embrionali ha il sapore di una beffa terribile. I nostri parlamentari, ovviamente, non se ne sono neanche accorti.
 
 
 
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