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 MONDO - MONDO - Mondo. Cosa vedono i buddisti nella ricerca? Spiritualita' e mutamento ma ancora tanti perche'
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Articolo di Cinzia Colosimo
29 aprile 2004 17:27
 
L'uso degli embrioni umani nella scienza medica ha toccato da vicino piu' o meno tutte le opinioni etiche che sono state sviluppate fino ad oggi sulla vita e sul concepimento degli esseri umani.
Molte religioni hanno analizzato la vicenda cercando risposte nei testi "sacri" tramandatici dalla storia; altri hanno semplicemente cercato i punti di contatto fra credo e scienza, ed altri ancora invece hanno deciso di chiudere i ponti con fermezza assoluta. E' comprensibile che la questione sia cosi' delicata: da un lato c'e' l'embrione, la pre-vita, la potenzalita'; dall'altro ci sono le persone reali, i vissuti concreti spesso sofferenti.
Tra queste opinioni alle quali l'uomo si aggrappa per non annegare, ve n'e' una in particolare che lascia ampio margine di scelta all'individuo quale responsabile di se stesso, e che nel caso dell'embrione presenta soluzioni diverse ma non troppo lontane. Parliamo del buddismo, di quell'insieme variopinto di insegnamenti religiosi che mirano alla ricerca della spiritualita'; un insieme che per noi occidentali e' spesso intricato e di difficile comprensione.
Per quanto riguarda il nostro tema principale c'e' da dire innanzitutto che i buddisti sono animati profondamente da uno spirito di non-violenza, che non viene applicata pero' alla manipolazione e alla distruzione dell'embrione. Quest'ultimo infatti non rientra nella categoria "umana", di soggetti che hanno il diritto a non essere "violati", in virtu' del fatto che l'embrione e' pre-vita, e' l'antecedente di qualcosa che puo' o non puo' avere futuro. In Asia in particolare questa visione delle cose e' comunemente accettata, mentre in alcuni Paesi occidentali i buddisti non approvano l'idea di fare ricerca su embrioni umani per un rispetto piu' generale della vita, anche quando questa non e' visibilmente manifesta.
In Thailandia, Sri Lanka, Taiwan, Corea del Sud e Giappone la ricerca sulle cellule staminali embrionali sta avendo molti progressi, e gli scienziati asiatici credenti vanno fieri del loro primato. Le compagnie biotech si stanno espandendo velocemente e il mercato biotecnologico sembra aver trovato terreno fertile, non ostacolato da dogmi religiosi.
Se entriamo nel merito della faccenda, sara' possibile capire meglio lo spirito che placa gli eventuali turbamenti di coscienza, e le attitudini che lo spingono.
I buddisti credono che al di sopra di tutta la creazione non vi sia un essere o una forza identificata come "il bene assoluto". Al contrario, e' l'insieme e il mutamento delle forze che generano la vita e le condizioni adatte per la vita umana. Il naturale corso delle cose deve essere accettato con spirito positivo, ma si accolgono benevolmente tutti i cambiamenti atti a migliorare.
Ecco perche' le ricerche mediche vengono cosi' ben accettate: in esse vi si ritrova la capacita' dell'uomo di mutare il corso degli eventi utilizzando le stesse forze naturali e il loro mutamento.
In secondo luogo, e' importante ricordare che il buddismo non offre ai suoi credenti delle regole etiche e morali ben definite. L'etica e' piu' un problema strettamente individuale; la non-violenza puo' far parte di quelle linee guida che lo caratterizzano, ma nessuna legge e' considerata "obbligatoria". Non vi sono dichiarazioni scritte che sanciscono l'inviolabilita' di un diritto qualsiasi, ne' limiti oltre i quali si viola definitivamente la dignita' umana. Se questi esistono sono percepiti dall'individuo, non dal suo credo.
Alcuni buddisti pero' temono che la distruzione dell'embrione possa in qualche modo contrastare il suo karma: piu' lo sviluppo umano e mentale e' incompleto, meno positivo sara' il karma che il soggetto ha "assemblato" nella sua vita. Questa pero' e' una visuale piuttosto "tecnica" per noi profani, e richiede molta piu' fede di quanto ne abbiamo richiesta fino ad ora.
Il tempo comunque aiutera' indistintamente tutti i credenti del mondo che hanno ancora tante domande irrisolte sulla vita umana. Il tempo e' imparziale e a modo suo da' la possibilita' a tutti di risolvere a pezzi e bocconi quei dilemmi esistenziali che non se ne vanno mai.
 
 
 
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