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 ITALIA - ITALIA - Italia. Movimenti parlamentari, per evitare il referendum
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Articolo di Donatella Poretti
25 novembre 2004 16:33
 
Accesso alle tecniche di fecondazione assistita anche alle coppie fertili portatrici di malattie infettive o genetiche e apertura alla ricerca sugli embrioni senza destino perche' abbandonati. Sono questi, con il si' a eterologa e congelamento dell'ovocita fecondato (ootide) i punti principali del progetto di riforma della legge sulla fecondazione assistita elaborato dall'ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato.
"Quella presentata da Amato e' una proposta che ha risposte su tutto quello per cui ci siamo lamentati di piu"', ha osservato il ginecologo Carlo Flamigni.

APERTURA A COPPIE PORTATRICI DI MALATTIE: "La proposta Amato contiene il riferimento a coppie sterili, ipofertili e infertili, considerando l'infertilita' come l'impossibilita' di avere figli vivi e sani", ha rilevato Flamigni. In questo senso l'accesso alle tecniche di fecondazione assistita e' consentito, si legge nella bozza, "per la prevenzione delle malattie infettive e di quelle trasmesse per via genetica".
DIAGNOSI PRE-IMPIANTO: la proposta prevede che la donna abbia il diritto di conoscere lo stato di salute dell'embrione e con questo ammette l'indagine genetica sull'embrione.
SI' ALL'ETEROLOGA: e' consentito, secondo la bozza, "quando uno dei coniugi o conviventi sia affetto da sterilita' o infertilita' incurabile di tipo congenito o acquisita". Il compito di accertare questa condizione e' affidato ad una commissione medica pubblica "istituita a livello territoriale". Il testo prevede inoltre che la cessione del liquido seminale sia "assolutamente gratuita" e che i donatori abbiano non meno di 18 e non piu' di 40 anni. Prevista anche la donazione di ovociti e tessuto ovarico "gratuitamente e con il consenso scritto della donna da cui provengono".
NON PIU' LIMITE ALL'USO DI TRE OVOCITI: secondo la proposta Amato possono essere utilizzati "tanti ovociti quanti ritenuti necessari". Un provvedimento che Flamigni commenta molto favorevolmente: "il problema di dover partire con tre ovociti e' di doversi trovare solo con 1 o 2 embrioni".
CONGELAMENTO DELL'OOTIDE: gli ovociti fecondati non possono essere lasciati sviluppare fino allo stadio di embrione, ma devono essere congelati prima che si formi un unico patrimonio genetico.
SI' A RICERCA SU EMBRIONI ABBANDONATI: gli embrioni non piu' utilizzabili a scopo procreativo non possono essere distrutti, ma "devono essere destinati a ricerche e sperimentazioni che perseguano esclusivamente finalita' terapeutiche". E' invece vietato fecondare in vitro ovociti a scopo di ricerca, cosi' come interventi volti ad alterare il patrimonio genetico dei gameti, predeterminare particolari caratteri del nascituro e la clonazione umana a fini riproduttivi.

Il rischio di trovarsi davanti ad una "sola" e' piu' che paventato invece dal segretario dei Radicali Italiani, con una lettera a Il Foglio: "Daniele Capezzone rilancia la palla agli azzeccazigoti". E' allora "forte la tentazione di tagliar corto, [.] Stavolta, poi, la tentazione di liquidare tutto sarebbe ancora irrobustita da una "trovata" intellettualmente (starei per dire: culturalmente) rivelatrice, emblematica. Dinanzi alla disputa sull'embrione, che fa il dottor Sottile? Dalla sua tasca di Eta Beta, tira fuori una "flamignata" (nel senso di Carlo Flamigni), e si lancia sull'"ootide". Insomma, tra il bizantino e il levantino, tra acrobazie degne della casistica gesuitica, il ticket Amato-Flamigni acchiappa il momento in cui l'embrione ...non sarebbe ancora embrione, in cui sarebbe un quasi-embrione, in cui ...l'"anima" -presumo- non sarebbe ancora "arrivata", e -zac!- proprio allora (non un attimo dopo, se no guai!) fa scattare la crioconservazione...E cosi', in un colpo solo, si dribbla Coscioni, si tranquillizza Ratzinger, si approfitta della distrazione di Rutelli (impegnato a scrivere saggi per "Il Foglio" sull'uomo nel terzo millennio...), ci si para a destra e a manca, si fugge sulla fascia, palla al centro, e...gol. Dove il gol e' -elementare, Watson- evitare che i cittadini possano discutere e votare. [.]
Intanto, come dicevo, resistiamo alla tentazione. Dunque, nessuno (ma proprio nessuno) mette in discussione il fatto che legittimamente (ultralegittimamente!) il Parlamento eserciti la sua funzione normativa, e possa farlo fino all'ultimo. Certo, fa impressione ricordare che, solo pochi mesi fa, questa legge apparisse blindata (furono respinti 330 emandamenti su 330!), mentre adesso e' in atto una gara affannosa e trafelata tra la Commissione Sanita' della Camera e quella del Senato per stabilire chi comincia prima a modificarla...Ma lasciamo perdere anche questo aspetto, un po' -si converra'- da vaudeville.
Io dico a Giuliano Amato che desidero, con i miei compagni, discutere, anche con lui, e anche del suo progetto di legge. Pero', occorre capirsi.
Intanto, il referendum non e' un'ordalìa, un temibile giudizio di Dio, ma e' un "attrezzo" che appartiene alla fisiologia costituzionale. Secondo Costituzione, il Parlamento approva una legge; sempre secondo Costituzione, 500mila cittadini possono chiederne l'abrogazione; e, ancora secondo Costituzione, tutto il corpo elettorale e' chiamato a decidere. Dov'e' il problema?
Allora, un buon punto di partenza e' garantire che i cittadini -la prossima primavera- possano esprimersi sui referendum. Finalmente, sta iniziando un dibattito alto, che puo' elevare il tono del discorso pubblico, sollevarlo dal livello delle risse, delle polemiche, dei battibecchi, per dare vita -invece- a quei grandi confronti che, in fondo, uniscono la coscienza del Paese, rendono piu' saldo il tessuto civile. Allora, vogliamo garantire agli italiani sei mesi di discussione e poi un voto referendario? Si puo' partire da qui? O e' piu' interessante la prospettiva di sei mesi di discussione sulla Gad (con o senza Enrico Manca o Tiziana Parenti, apprendo...) o sulla Cdl (con l'Udc unito, o con la scissione di Buttiglione, Catone, Rotondi e Raffaele Lombardo...)?
Se poi, nel frattempo, in Parlamento cresce una sensibilita', una consapevolezza di avere legiferato in modo rigido e frettoloso, bene, benissimo. Inizi la discussione, si facciano delle modifiche. Ma non con l'obiettivo o il retropensiero (neanche troppo ..."retro") di impedire ai cittadini di votare. [.]"

"Fecondazione, caro Amato non sono d 'accordo", era il titolo per l'articolo firmato da Lanfranco Turci,tesoriere del Comitato promotore dei referendum sulla legge, pubblicato su l'Unita'.
Come referendario non ho obiezioni alle recenti iniziative parlamentari che vogliono modificare le parti peggiori della legge 40 sulla procreazione assistita. L'ho sostenuto anche nel luogo meno adatto, ovvero al congresso radicale. Con i quesiti referendari abbiamo posto quattro grandi temi. Ora siamo pronti -ammesso e non concesso che cio' avvenga- a raccogliere in Parlamento quanto di positivo dovesse maturare, e altrettanto pronti a chiedere ai cittadini di cambiare con i referendum quello che il Parlamento non vorra' modificare. Senza i referendum in questa legislatura non si sarebbe piu' mosso nulla. Tocca pero' al centrodestra dimostrare davvero la volonta' di cambiare. Finora non abbiamo visto altro che la pretattica del ministro Prestigiacomo e del senatore Tomassini. Tutti, nella Cdl, sono in attesa delle decisioni del premier. Aspettano di capire se il patto sottoscritto tra Berlusconi e le gerarchie cattoliche al momento del varo della legge 40 sara' rivisto, in che direzione e fino a che punto.
Ma i segnali non sono incoraggianti, anche l'esito delle elezioni americane, sembrerebbe alimentare la tentazione di sfidare i referendum e di invitare a disertare le urne. In questo contesto prende le mosse l'iniziativa di Giuliano Amato, la cui aspirazione non e' chiara. Amato ha commesso l'errore di presentarla come un'iniziativa tesa a combattere gli opposti estremismi dei referendari e dei difensori della legge. dalla Presentata come un modo per " dribblare" i referendum non poteva sollevare l'entusiasmo di chi aveva passato l'estate a raccogliere le firme, creando le premesse anche per possibili cambia menti in parlamento. Ma non appare ben motivata neppure dal punto di vista istituzionale.
I referendum -se ammessi- o sono superati con modifiche puntuali da una legge di merito o sono insuperabili. Allora l'iniziativa di Amato potrebbe risolvere in parlamento alcuni dei problemi posti dai referendum, riducendo il numero delle consultazioni e la portata nel confronto referendario. Non e' il percorso migliore, ma non ci trovo niente di scandaloso. A quanto si sa, il testo, che ambisce a riscrivere la legge 40, escluderebbe la possibilita' della clonazione ai fini terapeutici, limiterebbe fortemente il ricorso alla fecondazione eterologa. Infine, sostituirebbe gli ootidi agli embrioni nella fase di conservazione precedente all'impianto, per ridurre la produzione di embrioni soprannumerari, soluzione probabilmente non accettabile per i cattolici piu' dogmatici che qualificano l'embrione come persona. Dunque, le prime due questioni non supererebbero il confronto con i quesiti referendari e difficilmente potrebbero trovare l'appoggio dei parlamentari impegnati nei referendum, nonostante le prediche del "Riformista". D'altronde, la proposta di Amato deve superare il suo primo test dentro lo schieramento che ha approvato la legge attuale.
Anche nel centro-sinistra, una prima risposta negativa viene da Rutelli, in un'intervista resa giorni fa al "Foglio". Secondo Rutelli ritornare in parlamento sarebbe "un azzardo" e se opera qualche strettissima apertura, subito la smentisce sottoscrivendo il giudizio del Cardinale Ratzinger sulla "sproporzione" fra l'aumento del potere dell'uomo sulla vita umana e "la sua capacita' morale". Capacita' che parrebbero ancora piu' deboli nel caso delle donne: Rutelli ammonisce che liberalizzando al massimo la fecondazione artificiale si "caricano l'esperienza della donna, il suo ciclo di vita, di responsabilita' inaudite". C'e' qui una profonda sfiducia nell'uomo moderno, nella sua liberta' e responsabilita'. Nessuno propone che ogni applicazione della scienza sia moralmente accettabile e giuridicamente lecita in nome di una liberta' senza limiti. Questo vale per la donazione umana a fini riproduttivi o per le ipotetiche applicazioni eugenetiche tese a creare degli uomini funzionali a determinate prestazioni, nobili o vili che siano. Solo un dibattito ampio puo' definire i limiti che si possono porre alle applicazioni rese possibili dalla "rivoluzione biologica". Ma questi sono -limiti nuovi, non quelli prefissati natura, da una sorta di ontologia biologica posta a protezione dai rischi- ventura umana, minata nelle sue fondamenta dallo squilibrio fra etica e potenza. Il tema dell'embrione evoca appunto la novita' delle sfide cui siamo posti di fronte. Nel caso dell'aborto e' in campo il potenziale conflitto fra l'interesse del feto e quello della salute della madre. Nel caso dell'embrione -vita umana, ma non ancora vita personale- sono in campo altri importanti conflitti di valori. Il desiderio e il diritto, ove la scienza lo consenta, della coppia di generare un e la figlio non condannato ad una vita miserabile di sofferenze e di malattie.
La possibilita' terapeutica delle cellule staminali embrionali che possono giustificare il dono dell'embrione (o dell'ovocita) a fini di solidarieta', in una logica di "etica della cura a dimensione della specie" -come propone G.E. Rusconi.
Parliamo dunque non di una tecnica -arida e senz'anima, ma di valori forti che reggono bene il confronto con una fede non dogmatica e non agitata a fini di potere. Si puo' sottoporre alla verifica del dubbio e del dialogo le ragioni morali che qualificano l'embrione come di chi si affida a presunti principi imputabili, e confrontare quelle ragioni con le nuove possibilita' aperte dalla scienza e dalla tecnologia medica?
Se il parlamento non trovera' una risposta, sara' il referendum a sciogliere questo nodo. A questo proposito Rutelli nega saggiamente la necessita' di una disciplina di partito o di coalizione, auspicando un dibattito utile per il paese grazie al referendum. Lasciamo dunque che Amato promuova la sua ricerca in parlamento. Ma ricordiamo che la maggioranza che ha votato questa legge non sembra disposta a nessun vero cambiamento. Prepariamoci percio' ad un serio e civile confronto referendario, sul terreno delle "battaglie culturali". Qui abbiamo buone ragioni per vincere e convincere.

Nel frattempo arriva in Senato anche il disegno di legge presentato dai Ds: tutela della salute della donna e del nascituro, liberta' di accesso alla procreazione assistita, diritto del nascituro ad una identita' certa e a un patrimonio genetico non manipolato, si' alla fecondazione eterologa. Divieto di disconoscere il figlio nato grazie il ricorso alla provetta. Sulla questione degli embrioni sovrannumerari, e dei limiti della ricerca scientifica, si stabilisce il principio di lasciare alla coppia la facolta' di decidere sul destino degli embrioni.
Questo, in sintesi, l'articolato del disegno di legge:
Art. 1. Liberta' di accesso alla Pma per tutte le donne maggiorenni, eventualmente in associazione con il coniuge o il compagno che intenda assumere la paternita' del nascituro.
Art. 2. Coloro che intendono sottoporsi alle tecniche di Pma devono essere adeguatamente informati sul grado di invasivita' delle tecniche e su eventuali effetti collaterali, in modo da poter esprimere un consenso informato. La volonta' di sottoporsi al trattamento puo' essere revocata dall'uomo fino al momento della fecondazione dell'ovulo, e dalla donna, fino al trasferimento in utero dell'ovulo fecondato.
Art. 3-4. Divieto di disconoscimento di paternita' nella fase successiva alla fecondazione dell'ovulo.
Art. 5. Obbligo per tutte le strutture autorizzate a operare in questo campo di attenersi a linee guida adottate con apposito decreto dal Ministro della salute.
Art. 6. Sono definiti i requisiti tecnico-scientifici richiesti alle strutture autorizzate.
Art. 7. Viene istituito, presso l'Istituto superiore di Sanita', il registro delle strutture autorizzate.
Art. 8. Si' alla fecondazione eterologa. La donazione dei gameti, previo consenso informato, volontaria e gratuita, puo' essere effettuata da ogni donna maggiorenne che abbia non piu' di 35 anni e da ogni uomo maggiorenne di eta' inferiore a 40 anni che non siano portatori di malattie infettive o ereditarie.
Art. 9. La raccolta e conservazione di gameti o di embrioni e' consentita solo presso centri appositamente autorizzati dalle regioni ed iscritti al registro istituito presso l'Istituto superiore di sanita'.
Art. 10. Sono vietati: il prelievo di gameti o embrioni senza il consenso della donna o della coppia, ogni forma di pagamento per la cessione di gameti od embrioni, ogni forma di intermediazione commerciale finalizzata alla cessione di gameti od embrioni.
Art. 11. E' vietata la clonazione umana.
Art. 12. Si vieta la sperimentazione sugli embrioni umani in generale, la ricerca clinica e' consentita a condizione che si perseguano finalita' cliniche o terapeutiche. Vietata la produzione di embrioni umani per fini di ricerca o sperimentazione, ogni forma di selezione a scopo eugenetico, nonche' interventi di manipolazione, interventi di scissione e la fecondazione di gamete umano con gamete di specie diversa.
Art. 13. Il Ministro della salute ha l'obbligo di presentare ogni anno una relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge.
Art. 14-15. Disciplina delle sanzioni penali e amministrative.
Art. 16. E' garantita la tutela della riservatezza dei dati personali dei donatori o delle persone che accedono alla procreazione. L'identita' del donatore puo' essere rivelata, su autorizzazione dell'autorita' giudiziaria, solo qualora sussista un grave e comprovato pericolo per la salute del nato.
 
 
 
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