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 ITALIA - ITALIA - Italia. Il diabete, le staminali e le sollecitazioni dei malati
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Articolo 
18 marzo 2004 19:57
 
Riportiamo due lettere a seguito di un dibattito che si e' aperto tra i malati di diabete e utenti del sito clicca qui. La prima e' indirizzata a noi, e di seguito pubblichiamo anche la nostra risposta; la seconda e' indirizzata ai parlamentari, e a loro anche noi sollecitiamo una replica.


Buongiorno, mi chiamo Teresa, sono diabetica insulino dipendente. Vi scrivo innanzitutto per ringraziarvi per il supporto che date alla causa sull'utilizzo delle staminali a fini di ricerca che condivido appieno e concordo su come la legge sulla fecondazione medicalmente assistita sia sbagliata specie quando vieta l'utilizzo degli embrioni e delle staminali da esso prelevabili per poter curare i tanti mali, oggi cronici ed incurabili, che ci affliggono.
Sono la webmaster di un sito che tratta di diabete clicca qui In questi giorni, tramite la nostra mailing list stiamo affrontando il problema appunto della ricerca, in particolare quella volta a trovare una cura per la nostra malattia. Inevitabilmente il discorso e' scivolato sulle staminali e sul problema "etico" che ne consegue: e' giusto sopprimere una vita per curare delle malattie?
Io, personalmente rispondo in modo affermativo perche' ritengo che la tutela dell'embrione al primo stadio di vita non debba essere predominante rispetto a quella di una persona che e' gia' viva, esiste, ed e' affetta da patologie che potrebbero trarre beneficio da questo tipo di ricerca. Sono per il libero arbitrio, comunque, non per una proibizione a priori.
Perche' questa premessa? Vorrei chiedervi se esiste una pubblicazione che spieghi, dal punto di vista della scienza e non della chiesa, quando un embrione e' considerato essere umano e quando invece sia solo un ammasso di cellule che non hanno ancora tale caratteristica. Ho letto che finche' non e' a livello di blastocisti non puo' essere considerato essere umano. Questo servirebbe a definire i confini e chiarire che non si commette nessun omicidio destinando un embrione alla ricerca.
Questo chiarimento e' condizione essenziale per poter affrontare il problema degli embrioni in sovrannumero attualmente crioconservati, della clonazione terapeutica e via di seguito. Molti dei nostri utenti vorrebbero intraprendere un'azione volta a sostenere la ricerca in tal senso ma il credo religioso induce a fermarsi di fronte all'eventualita' di dover sopprimere una vita ed un chiarimento potrebbe indurre almeno ad una riflessione.
Vi ringrazio per l'attenzione prestatami e spero in un vostro aiuto.
Teresa

Risposta dell'ADUC Quando inizia la vita? La sua e' la classica domanda da un milione di dollari!
Ci dispiace ma noi non siamo in grado di aiutarla a trovare una risposta scientificamente valida e eticamente accettabile da tutti. Del resto se questa risposta esistesse forse non staremmo a dibattere e a discutere sull'opportunita' o meno di utilizzare gli embrioni per la ricerca scientifica!
La vita inizia nel momento della nascita, quando il feto non dipende piu' dall'utero materno o fin dal concepimento, dallo zigote? E lo sperma e gli ovuli possono considerarsi vita in potenza?
Solo per sgombrare il campo da tecnicismi che possono aiutarci, ma anche confonderci, lo stadio di blastocisti e' stadio di sviluppo dell'uovo fecondato che viene raggiunto dopo 5-6 dalla fecondazione. La blastocisti, dapprima libera nella cavita' uterina, finisce per prendere connessione con la parete, l'annidamento. A questo stadio sono presenti dalle 60 alle 100 cellule esterne che delimitano un cumulo cellulare interno, detto bottone embrionale. In questo stadio compaiono le prime cellule staminali, quelle totipotenti, percio' in grado di trasformarsi in tutti i tessuti. Il 14mo giorno e' quello in cui il processo di annidamento della blastocisti si conclude e inizia la vera e propria gravidanza.
Chiarito cio' che ci dice la scienza, la sua domanda e' evidente che resta senza una risposta.
Per cercare di convincerla che non viene commesso omicidio, potremo dirle che il limite del 14mo giorno e' lo spartiacque tra un grumo di cellule che potrebbero divenire un embrione e svilupparsi fino alla nascita, e del materiale biologico che viene espulso se non si annida nella parete dell'utero.
Per agevolarla nel ritenere giusta la donazione alla ricerca scientifica degli embrioni prodotti in sovrannumero dalle tecniche di fecondazione assistita, basterebbe dire che il loro destino sarebbe comunque quello di deteriorarsi fino alla loro completa distruzione, anche nel caso in cui non venisse volontariamente gettato nella spazzatura.
Per aiutarla a credere utile la scelta della ricerca scientifica per migliorare la vita di malati, le ricordiamo che la Commissione Dulbecco stimava in circa 10 milioni -tra i 30 milioni di malati cronici- quelli che avrebbero potuto trarre giovamento dalle cure e dalle terapie con le cellule staminali di varia origine, percio' anche embrionale.
Potremmo andare avanti e sciorinarle tutti i pro anche economici del perche' un Paese e' bene che investa nella ricerca scientifica, invece che trovarsi ad importare quella scoperta da altri arretrando anche economicamente.
Ci fermiamo qua' perche' la sua domanda continua a non avere "una" risposta. Ma molte risposte. Crediamo che ad una domanda del genere ciascuno deve cercare dentro di se' la sua risposta, mentre allo Stato dovrebbe competere solo cercare di far si' che quelle risposte non vengano violate, limitate o imposte agli altri.



Spettabile Parlamentare, mi chiamo Luisa e ho 31 anni. A 13 anni mi sono ammalata di diabete1, una malattia autoimmune poco conosciuta. Dico "poco conosciuta" perche' spesso confusa con una forma di diabete piu' diffusa (che interessa quasi esclusivamente la popolazione adulta), legata, quest'ultima, ad un cattivo assorbimento dell'insulina o ad un eccesso alimentare.
Il diabete 1 (o giovanile) e' una malattia subdola, in cui non bastano numerose iniezioni di insulina, un costante rilevamento delle glicemia, un rigido controllo alimentare, un continuo complesso calibramento delle unita' di insulina in base all'attivita' fisica, al livello di stress o ai glucidi rilasciati dal fegato per stare quotidianamente sufficientemente bene e, soprattutto, per "assicurarsi il futuro". E' necessario un controllo che non puo' prevedere stanchezza, imprevisto o inconsapevolezza rispetto ai meccanismi del proprio metabolismo. Ogni essere umano, dunque, in quanto tale, non puo' ottenere pieno successo.
Cio' che aiuta migliaia di persone giovani ad affrontare la propria esistenza e a guardare, al di la' delle quotidiane sconfitte, al futuro, e' la speranza nei progressi scientifici della ricerca. Non c'e' possibilità di affrontare a scadenze fisse il verdetto di peggioramento della vista, della funzionalita' renale, cardiaca, neurologica, se viene cancellata la possibilita' di una seppur remota soluzione.
La rabbia verso un destino che dall'oggi al domani ti travolge con la malattia e' superata in questo momento dall'amarezza grande per la consapevolezza di vivere in un Paese in cui non si crede nella ricerca, in cui si preferisce stanziare fondi per altro e in cui, in nome della dignita' degli embrioni congelati, si calpesta brillantemente la dignita' delle persone (la malattia cronica non ci migliora, ci abbruttisce e, spesso, prima della morte fisica, causa la morte psicologica).

Chiedo che la legge sulla fecondazione assistita venga rivista, chiedo che sia consentita la ricerca scientifica sugli embrioni, chiedo che sia lasciata alla responsabilita' personale la possibilita' o meno di fruire dei risultati della ricerca, chiedo che la vita potenziale degli embrioni possa attualizzarsi nell'esistenza di persone che hanno il diritto di condurre in maniera dignitosa la propria vita.
 
 
 
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