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 GIAPPONE - GIAPPONE - Giappone. Gli scienziati si preparano all'arrivo delle staminali embrionali tutte giapponesi
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Articolo di Cinzia Colosimo
8 gennaio 2004 19:31
 
A partire dal gennaio del 2004 un istituto scientifico nazionale iniziera' a fornire ai ricercatori delle linee di cellule staminali embrionali umane.
Queste cellule sono state prodotte a novembre, in quantita' sufficiente per permettere agli scienziati giapponesi di incrementare i loro studi, e con dei fattori di crescita che garantiscono il loro stato di salute. Secondo Norio Nakatsuji, direttore del Kyoto University's Institute for Frontier Medical Sciences, gia' 10 gruppi di ricercatori hanno fatto formale richiesta per ottenere questo materiale, ma sara' necessario valutare ogni singolo progetto prima di procedere alla distribuzione.
Tra i progetti in lista, spicca quello del prof. Yoshiki Sasai, direttore del gruppo di Neurogenesi e Organogenesi per il RIKEN Center for Developmental Biology di Kobe. Sasai e' gia' riuscito ad ottenere con successo dei particolari neuroni da staminali embrionali di topo. Ora spera di riproporre il suo studio anche su cellule umane, con l'intento di perfezionare questa tecnica, estremamente utile in caso di patologie neurodegenerative.
Per ora, il National Institute of Health degli Usa e la University of Edinburgh sembravano essere i centri piu' avanzati nella produzione di neuroni da staminali, ma il Giappone sta velocemente sfatando questo mito e si appresta a diventare il leader nel settore.
Ma altri progetti importanti sono in cantiere. All'University of Tokyo Hospital un gruppo di scienziati lavora da qualche tempo alla riprogrammazione delle staminali per indurle a svilupparsi in cellule ematiche. Gli scienziati fino ad oggi hanno utilizzato cellule animali o, in alcuni casi, linee importate dall'estero. Shigeru Chiba direttore del Dipartimento di Terapia Cellulare e Trapianti, ha infatti spiegato che il suo team sta cercando di produrre cellule staminali ematopoietiche, in grado cioe' di trasformarsi in ogni componente del sangue. Se riuscissero nel loro intento, sviluppare globuli bianchi e rossi in primis, avrebbero ottenuto una valida alternativa alla normale trasfusione di sangue, che rischia di diventare una procedura sempre piu' antiquata.
La possibilita' di usufruire di cellule proprie, per il Giappone rappresenta un importante traguardo nell'area della proprieta' dei diritti intellettuali. Secondo Nakastuji infatti, i "diritti d'autore", in casi di scoperte importanti, apparterrebbero alle istituzioni che hanno permesso la ricerca. E sarebbero proprio le istituzioni a pagare le relative spese in casi di materiale importato e poi sviluppato per scopi commerciali. Ma questo genere di problematiche rientra in un'ottica scientifica a lungo termine. Dovremo attendere almeno altri 20 anni, per Nakastuji, prima che le scoperte si traducano in realta' cliniche. E' necessario superare alcuni ostacoli di natura prettamente scientifica, come ad esempio i rigetti nei casi di trapianti di staminali. Per prevenire questa grave complicazione, secondo il team della Kyoto University, le staminali devono avere la struttura genetica possibilmente piu' simile a quella del paziente che ricevera' il trapianto. I ricercatori stanno infatti cercando di produrre delle cellule fondendo quelle somatiche del paziente con delle staminali embrionali, ma anche in questo caso i risultati effettivi sono lontani. Un altro metodo sarebbe la produzione di embrioni, partendo dal nucleo di una cellula somatica del paziente impiantato in un ovulo denucleizzato.
Su questa prospettiva in particolare, si e' espresso recentemente un comitato governativo di bioetica, dimostratosi favorevole sia all'uso che alla produzione di embrioni per scopi medici. Una parte del comitato pero', ha mostrato ancora qualche riluttanza di natura morale e alla fine, e' stato deciso di lasciare aperta la questione attendendo nuovi risvolti scientifici che chiariscano meglio le idee.
 
 
 
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