testata ADUC
 SPAGNA - SPAGNA - Un gesuita sui generis, per il preservativo e la ricerca con le staminali embrionali
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Donatella Poretti
8 dicembre 2005 17:42
 
Sara' l'aver vissuto per 25 anni in Giappone, ma quando e' tornato in Spagna si e' trovato davanti ad una Chiesa ingombrante negli affari di Stato, o meglio ha notato una "intromissione inopportuna di istanze ecclesiastiche per dettare la moralita' alla societa' civile".
Juan Masiá Clavel, direttore della cattedra di Bioetica all'Universita' Pontificia Comillas di Madrid, del resto ha posizioni singolari: "tanto un preservativo o una pillola o un dispositivo intrauterino, come il ricorrere ai cosiddetti ritmi naturali, possono essere accettabili o rigettabili, a seconda che si usino responsabilmente e rispettando le persone".
Masiá in Giappone e' stato direttore del Dipartimento di Bioetica all'Istituto di Scienze della Vita dell'Universita' Sophia e professore di Bioetica e Antropologia nella Facolta' di Teologia della stessa Universita' della Compagnia di Gesu' a Tokio, e difende l'uso del preservativo con queste parole: "non solo come prevenzione di un contagio, ma come anticoncezionale, si puo' usare per evitare una gravidanza non voluta e evitare l'aborto". "Non e' una questione di fede, ne' di morale, ne' di peccato. E' una questione di buon senso, responsabilita' e buon umore. Da molto tempo la teologia morale seria ha superato questo falso problema, si puo' dissentire nella Chiesa per fedelta' alla stessa Chiesa".
Il gesuita si basa sul Concilio Vaticano II e si riconosce in affermazioni come: "l'umanita' sta passando da una concezione piu' statica della realta' ad un'altra piu' dinamica ed evolutiva" e per questo "nasce un nuovo insieme di problemi che richiedono nuove analisi e nuove sintesi". In questo senso ammettere che sia la realta' che la fede sono in evoluzione, significa essere "in sintonia" con il Concilio Vaticano II e percio' occorre "accettare le conseguenze bioetiche che da questo principio derivano per la vita e la sessualita'".
"Il concepimento non e' un istante, ma un processo", chiarisce il gesuita intervenendo sulla distinzione fra preembrione, embrione e feto. "E' il processo del concepimento, cioe' accogliere nel seno materno, alla fine del processo evolutivo di circa due settimane, questa struttura che chiamiamo embrione, che nel suo complesso interscambio embrio-materno, nel corso delle successive settimane, costituira' cio' che gli embriologi chiamano feto a partire dall'ottava" settimana.
Grazie a questo approccio anche la ricerca scientifica viene vista con un atteggiamento di fiducia e non di demonizzazione. In merito alle tecniche della clonazione, se Masiá rigetta quella riproduttiva, lascia aperta la porta all'uso di embrioni sovrannumerari dalle tecniche di fecondazione assistita e all'uso controllato e regolamentato della clonazione con fini terapeutici e di medicina rigenerativa. "A fronte della sfide delle scienze biologiche e biotecnologiche, e' urgente la cooperazione tra la ricerca scientifica e il pensiero etico. Le religioni, senza imporre e neppure monopolizzare, possono appoggiare questa operazione".
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS