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 GERMANIA - GERMANIA - Germania. Un ricercatore in partenza: Singapore, offre migliori opportunita'
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Articolo di a cura di Rosa a Marca
4 marzo 2004 18:45
 
Die Zeit pubblica un'intervista ad Axel Ullrich, direttore del dipartimento di Biochimica dell'Istituto Max Planck, in partenza per Singapore.

Perche' un dirigente dell'Istituto Max-Planck decide di trasferirsi a Singapore per un anno e fare li' una sperimentazione?
La risposta non e' difficile. Ho appena avviato un progetto nuovo e importante, e a Singapore ho la possibilita' di portarlo avanti in condizioni economiche e operative che altrove non ci sono, nemmeno presso l'Istituto Max-Planck. A Singapore le politiche sulla ricerca offrono le condizioni ottimali per garantire il successo di un esperimento.
Qual e' il progetto al quale intende lavorare?
Riguarda le modificazioni genetiche in tutti i tipi di cancro nell'uomo e dell'uso di queste conoscenze per elaborare nuove terapie.
Lo spettacolare successo della clonazione terapeutica in Corea del Sud e' frutto della possente sfida biotecnologica ingaggiata dal Sud-est asiatico?
Quello e' stato un indubbio successo della ricerca sudcoreana. Ma lo si sarebbe potuto ottenere anche in Germania. Si tratta appunto del dove una determinata sperimentazione e' consentita. E questo pone il problema delle condizioni di base per operare.
Lei crede che i Paesi asiatici siano in grado di sfidare la potenza Usa in campo scientifico?
Nessuno puo' competere con gli Stati Uniti. Pensarlo e' irrealistico. Ma con un bel po' di soldi e persone valide, molto si puo' fare. In questa fase non e' neppure una questione d'ingegno. Proprio noi in Germania abbiamo fornito al mondo molte buone idee, che pero' aspettano di essere messe in pratica. Singapore, per esempio, offre le migliori opportunita'. Li', la politica sulla ricerca e' aggressiva, efficiente, e mira dritto allo scopo.
Molti ottimi ricercatori che operano negli Stati Uniti provengono dall'Asia. Se i migliori sono attirati in Usa e piu' tardi tornano a casa, il drenaggio dei cervelli dall'Asia potrebbe celermente trasformarsi in un "guadagno di cervelli" per quel continente.
Certamente. Questo non significa pero' un indebolimento reale della ricerca statunitense. Credo invece che sia da concedere anche ai Paesi asiatici la possibilita' di sfruttare con determinazione le loro capacita' biotecnologiche.
Puo' darsi che uno scienziato sia attratto dall'Asia anche perche' li' la ricerca e la tecnologia sono particolarmente apprezzate?
Per alcuni probabilmente si'. In Germania i ricercatori sono ancora guardati con diffidenza. Quando uno scienziato assiste allo scontro sui cibi transgenici, talvolta ha l'impressione di non capire piu' il mondo in cui vive. Gli asiatici in questo senso sono piu' liberi. In quei Paesi l'opinione pubblica sostiene la necessita' di progredire nella ricerca e nella tecnologia.
Guardando alla sfida in atto nel Sud-est asiatico, avrebbe voglia di dare un suggerimento alla politica della ricerca in Germania?
Ebbene si'. Qui si confondono troppo facilmente le pere con le mele. Ma, anziche' fare grandi disquisizioni programmatiche sulle universita' d'alto livello, sarebbe meglio sostenere gli istituti d'eccellenza che gia' ci sono. Il criterio d'uguaglianza e' nocivo e bisogna farla finita con le sovvenzioni a pioggia.
 
 
 
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