L'autorizzazione del Governo sud-coreano ancora non c'e', ma i due ricercatori Suk Hwang e Shin Yong Moon sono ben decisi a riprendere i loro esperimenti al piu' presto. Davanti ad embriologi e specialisti di medicina riproduttiva europei, Moon ha spiegato che il prossimo passo della clonazione terapeutica consistera' nel produrre copie genetiche di maschi, dai cui embrioni ricavare cellule staminali.
A febbraio Hwang e Moon avevano suscitato scalpore a livello mondiale quando annunciarono di essere riusciti a produrre embrioni clonati per ottenere cellule staminali. Allora, nelle sperimentazioni furono coinvolte solo donne: tanto le cellule portatrici del patrimonio genetico quanto gli ovuli appartenevano, infatti, allo stesso soggetto femminile. La clonazione maschile potrebbe rivelarsi piu' difficile giacche' le cellule contenenti il patrimonio genetico e l'ovulo non possono provenire dallo stesso organismo. Ma se questo tipo di clonazione dovesse funzionare, consentirebbe di dedicarsi subito alla coltivazione di tessuti. E i primi sarebbero le cellule nervose, del muscolo cardiaco e del pancreas. La clonazione terapeutica e' destinata a divenire un'inesauribile fonte di tessuti e materiali sostitutivi, ha concluso Moon.
Un'altra suggestione e' stata illustrata da Jonathan Tilly, ricercatore di Boston, che a Berlino ha riproposto la scoperta della rigenerazione degli ovuli, annunciata nel marzo scorso. Ha spiegato che, alla luce degli esperimenti condotti su topoline, i mammiferi non nascono con un numero fisso di ovuli fecondabili che si esauriscono col progredire del tempo. No, la riserva si rinnova nel corso della vita adulta. Questo fatto potrebbe avere delle implicazioni molto interessanti poiche' sposta in avanti i termini della fertilita'. Grazie ai farmaci e al trapianto di cellule staminali -ha spiegato Tilly- sara' possibile in futuro riaccendere la fertilita' anche dopo la menopausa o nelle donne sottoposte a terapie contro il cancro.