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 GERMANIA - GERMANIA - Germania. "Imparare a capire meglio i tumori con l'aiuto delle cellule staminali"
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Articolo di a cura di Rosa a Marca
4 marzo 2004 18:47
 
Stralcio di un'intervista rilasciata dal neuropatologo Otmar Wiestler, neo-direttore del Centro tedesco per la ricerca oncologica (DKFZ) al quotidiano Sueddeutsche Zeitung.
D.E' possibile che sotto la Sua guida, il Centro per la ricerca sul cancro si trasformi in centro di sperimentazione con le cellule staminali?
R.Quello che vorrei e' costruire un nucleo di studio che si occupi contemporaneamente di tumori e di cellule staminali. E' un terreno dal quale mi riprometto molto, poiche' studiando le staminali e i tumori si scopre che i due tipi di cellule hanno molte caratteristiche in comune.
D.Quali?
R.Le cellule tumorali sono straordinariamente multiformi nonostante derivino da un'unica cellula degenerata. Cio' vuol dire che le cellule cancerogene possono seguire strade diverse per raggiungere la loro maturazione. E questa e' esattamente la proprieta' fondamentale delle cellule staminali. Un altro esempio? Certi tumori maligni in un primo tempo danno l'impressione di essere perfettamente estirpati, ma poi, ecco che si manifesta una metastasi alle ossa, ai reni, ai polmoni. La spiegazione e' che le cellule tumorali possono "rimanere in sonno" per lungo tempo. E anche questa e' una caratteristica delle cellule staminali.
D.Sta dicendo che le cellule tumorali derivano da cellule staminali?
R. E' probabile che un certo numero di tumori si sviluppi da cellule staminali che l'adulto ha nei propri tessuti. Se queste staminali adulte subiscono un danno al patrimonio genetico possono cominciare a comportarsi come cellule tumorali.
D.E' un'affermazione poco rassicurante nel contesto di terapie che dovrebbero utilizzare staminali adulte. Sembrerebbe che, prima o poi, esse debbano causare un tumore
R.Non e' un'obiezione da muovere alla ricerca sulle staminali. Semplicemente, nel nostro organismo ci sono molte cellule staminali adulte, e alcune di queste sono particolarmente attive -nel sangue o nel midollo osseo, per esempio. Ma non per questo dobbiamo per forza ammalarci di cancro.
D.Due settimane fa, alcuni ricercatori sud-coreani hanno annunciato di avere ottenuto staminali embrionali attraverso il trasferimento del nucleo di una cellula somatica in una cellula uovo. Esse avrebbero il vantaggio sia della duttilita' delle staminali embrionali sia quello di evitare il rigetto una volta trapiantate. Eppure, Lei considera questo tipo di "clonazione terapeutica" una via sbagliata. Perche'?
R. Le cellule clonate provengono da cellule somatiche che dovrebbero essere riprogrammate. Ossia, le lancette del loro orologio biologico dovrebbero essere riportate indietro in modo da ottenere un pre-embrione con un programma genetico esente da difetti. Il guaio e' che, almeno per ora, la riprogrammazione non e' fattibile. Ecco perche' trapiantare simili cellule non e' un'operazione accettabile.
D.Ma e' proprio impossibile risolvere il problema della riprogrammazione?
R.Qualora si riuscisse a risolverlo, la clonazione terapeutica non servirebbe piu' giacche', a quel punto, sarebbero noti i fattori che consentono a un nucleo di riportarsi allo stadio embrionale, e dunque si potrebbe agire sulle staminali adulte, per poi trapiantarle, avendo anch'esse altrettante buone probabilita' di scongiurare il rigetto.
D.Cio' significa, in ogni caso, che la clonazione terapeutica ha bisogno di ulteriori ricerche.
R.Occorre utilizzare questo metodo in una sperimentazione animale intensiva. Quando avremo ottenuto delle buone conoscenze sui topi, sara' necessario, per un certo tempo, lavorare anche con cellule umane, cosi' da avere un quadro d'insieme.
D. Alcuni scienziati sostengono addirittura l'inutilita' delle cellule staminali embrionali. Lei invece ha aperto una breccia a questo tipo di ricerca. Come mai?
R.Perche' ci servono entrambe. E' sbagliato credere di poter risolvere le questioni difficili poste dalle staminali escludendo le embrionali. Capisco che qualcuno ne farebbe volentieri a meno per motivi etici, ma da un punto di vista scientifico e' un'ingenuita'.
Alla lunga, quali cellule staminali si riveleranno le piu' promettenti?
R. Immagino che per alcuni trattamenti risulteranno piu' adatte le embrionali e per altri le staminali adulte.
D.Ma queste nuove prospettive terapeutiche hanno davvero un fondamento?
R.In futuro si utilizzeranno le cellule staminali: non ho dubbi in proposito. Ci sono malattie croniche, come il Parkinson, il diabete, la sclerosi multipla, che implicano il deterioramento delle cellule e l'impossibilita' di una loro rigenerazione. Prevedo che le prime serie e ponderate sperimentazioni sull'uomo potranno iniziare tra una decina d'anni.
 
 
 
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