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 GERMANIA - GERMANIA - Germania. Un faro per la biopolitica. E' possibile coltivare ovociti ed embrioni dalle cellule staminali?
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Articolo di Rosa a Marca
15 maggio 2003 20:37
 
Per ora e' un'unica ricerca, oltre tutto sperimentata sui topi e non sull'essere umano. Pero', quello che il ricercatore di origine tedesca Hans Schoeler ha pubblicato sull'ultimo numero di Science ha gia' scatenato un bello sconquasso tra i biopolitici tedeschi. Se le osservazioni di Schoeler fossero confermate, si profilerebbe un percorso bioetico e giuridico dagli esiti imprevedibili. Per la prima volta e' stato dimostrato dal gruppo di ricercatori dell'Universita' della Pennsylvania che da cellule staminali embrionali isolate si possono ottenere ovociti, e addirittura strutture follicolari che poi danno origine a embrioni.
Ora, chiunque si interpelli, sia il neoeletto presidente della Commissione "Etica e Diritto della moderna Medicina", René Roespel, sia persone competenti del ministero per la Ricerca, o ancora i biopolitici dei partiti rappresentati in Parlamento, tutti, pur mettendo in guardia da conclusioni affrettate, suggeriscono la necessita' di approfondire questo filone di ricerca. Un suggerimento che non solo si giustifica con ovvii motivi scientifici, ma anche per la sua possibile portata politica.
Per esempio, Maria Boehmer, vicepresidente del partito Union al Bundestag, pronostica una "dimensione del tutto nuova" della ricerca biologica.
Certo e' che se lo studio fosse confortato da altre prove, si aprirebbero degli scenari contraddittori, che spaziano dall'inizio di una nuova era per il reperimento di tessuti, fino al suo opposto, ossia la messa al bando di qualsiasi ricerca sulle cellule staminali embrionali.

Vediamo perche'.

La prima parte della scoperta di Schoeler entusiasma i ricercatori piu' intraprendenti: se gli ovociti sono coltivabili in laboratorio, viene a cadere un importante fattore limitativo alla clonazione terapeutica (la clonazione terapeutica prevede il trasferimento di un nucleo prelevato da una cellula adulta all'interno di un ovocita enucleato, che poi si sviluppera' dando origine a un embrione le cui cellule staminali hanno il patrimonio genetico desiderato. Questo procedimento comporta sia la distruzione dell'embrione sia che un certo numero di donne si sottopongano a pesanti trattamenti ormonali per poterli donare. Con all'orizzonte anche il rischio di un ulteriore sfruttamento delle donne nel Terzo mondo). La scoperta di Schoeler, e cioe' l'ovocito coltivato in laboratorio, farebbe sparire il problema. E infatti, Reinhard Loske, rappresentante dei deputati Verdi e portavoce per la biopolitica di quel partito, ritiene possibile che il fronte degli oppositori alla clonazione terapeutica possa sfaldarsi.
La seconda parte del lavoro di Schoeler, ossia che dalle cellule staminali si possono formare strutture follicolari che poi danno origine a embrioidi, solleva interrogativi piu' pesanti, suscettibili di portare a un flop, quanto meno in Germania.
Finora, sia gli scienziati sia i legislatori partivano dal presupposto che dalle cellule staminali si potessero ricavare vari tessuti, ma non cellule generatrici di vita e tanto meno un nuovo essere vivente. Tant'e' vero che al neuropatologo Oliver Bruestle e' stato concesso di lavorare con cellule staminali embrionali solamente a condizione che queste fossero "pluripotenti" e non "totipotenti", in grado cioe' di creare un organismo. Questo perche' la legge tedesca sulla tutela degli embrioni stabilisce che "ogni cellula umana totipotente " e' un embrione, quindi intangibile.
Qualora venisse confermato l'esperimento dell'Universita' della Pennsylvania, e cioe' che da cellule staminali embrionali si possono nuovamente sviluppare esseri simili all'embrione, e' probabile che alle colture di cellule umane verrebbero applicate le severe disposizioni di legge di cui sopra. Bruestle e i suoi colleghi dovrebbero percio' restituire le cellule da poco acquisite o incorrere nei rigori della legge. Resta il dubbio, se la rigorosa tutela prevista nella legge tedesca possa essere applicata anche a embrioni coltivati che si dimostrassero impossibilitati a svilupparsi fino a dare origine a un individuo, come dimostrano i topi di Schoeler e i pochi esperimenti di clonazione umana fatti alla luce del sole. La gia' citata Maria Boehmer della Cdu lo considera un quesito "aperto" e propone alla Commissione parlamentare d'inchiesta di occuparsene.
C'e' anche un'altra questione. Quali conclusioni si dovrebbero trarre, qualora la tesi di Schoeler fosse provata, secondo la quale in futuro si potrebbe coltivare un embrione umano a partire da una cellula ricavata dalla radice di un capello? Sicuramente le definizioni su cui poggia l'attuale biopolitica tedesca andrebbero a gamba all'aria.
Un altro aspetto ancora dell'esperimento di Schoeler mostra l'alto potenziale insito nella ricerca sulle cellule embrionali. E' riuscito infatti a coltivare ovociti con una certa quota di cromosomi maschili. Questo fa intravedere la possibilita' che coppie omosessuali maschili possano avere dei figli.
Quante domande scaturiscono da questo esperimento! E in questo contesto bisogna riconoscere che il partito conservatore CDU/CSU si e' mosso con tempestivita' acquisendo un grande vantaggio sugli altri: lo scorso dicembre, Maria Boehmer e' andata a trovare Schoeler e l'ha convinto a far parte del Comitato scientifico del suo partito.
 
 
 
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