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 GRAN BRETAGNA - GRAN BRETAGNA - Gb. Sammy Lee sulla clonazione: con il tempo sara' considerata come la fecondazione in vitro
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Articolo di a cura di Cinzia Colosimo
5 febbraio 2004 18:52
 
Sul quotidiano The Scotsman dello scorso 26 gennaio e' apparso un lungo articolo scritto dal dott. Sammy Lee, esperto embriologo nonche' direttore di numerosi centri per la fecondazione assistita a Londra. Lee si focalizza sui problemi legati alla clonazione umana, sollevati dai piu' o meno recenti annunci sulla nascita di bambini clonati. Ne riportiamo di seguito i punti principali.

"La clonazione umana continua ad essere un argomento scottante per tutti, e aspre polemiche provengono da ogni parte del mondo. Gli argomenti utilizzati sono sempre gli stessi: la clonazione non e' sicura; richiede la creazione di molti embrioni destinati a morire; gli embrioni sono considerate cavie; e gli embrioni che riescono a sopravvivere presentano sempre gravi malformazioni o mostruose deformita'. Quindi, non dovremmo utilizzare questa tecnica. Ne' ora, ne' mai.
Lavoro nel campo della riproduzione dal 1984, ho diretto e dirigo numerosi centri per la fecondazione assistita e ho utilizzato il trasferimento nucleare su rospi e mammiferi quando operavo alla University College. Ma onestamente, sono stupito dal furore generale che si e' sollevato sulla clonazione, e ho come l'impressione di avere un Dejà-vu. Se si effettua infatti una breve rassegna stampa su Antinori e Zavos ad esempio, e' possibile notare molte analogie con le grosse polemiche degli anni '70 rivolte a scienziati come Steptoe o Edwards, pionieri della fecondazione assistita. Si parla di nuovo di Frankestein, di scienza aberrante, di bambini con malformazioni, di questioni etiche irrisolvibili... e cosi' fino all'infinito. Ma questa fase l'abbiamo gia' vissuta.
Per far nascere Luoise Brown infatti, ci sono voluti molti embrioni. All'inizio le probabilita' di successo erano molto basse, circa l'1 o il 2%. Ma poi sono arrivati gli anni '80 con i loro progressi e la percentuale che saliva al 7%. E oggi, solo in Inghilterra, con la fecondazione in vitro c'e' il 20% di possibilita' di dare alla luce un figlio. Coloro che una volta erano degli irresponsabili, sono considerati oggi eroi nazionali, con tanto di cariche e onori ufficiali. La societa' nel frattempo ha capito la tecnica e l'ha tranquillamente accettata. [...]
Con Antinori e Zavos sembra accadere lo stesso. Anche se c'e' da dire che per un ricercatore dedicarsi alle tecniche sulla fecondazione in vistro puo' essere considerato un modo veloce e semplice per acquisire gloria e denaro. Ecco perche' pionieri della clonazione come Ian Wilmut sono preoccupati dal fatto che il vaso di Pandora sia stato aperto. Anche se il suo lavoro e' da considerarsi eccellente, rimane comunque il frutto di 5 anni di fatiche e prove fallite. Wilmut ha creato piu' di 200 embrioni prima di riuscire a creare Dolly: una percentuale che sfiora lo 0,5%. Oggi nei primati non umani si puo' parlare di 2-3% , ma come nel caso delle tecniche di fecondazione in vitro, anche nella clonazione sorgono problemi fisici che ostacolano l'intera procedura. [...]
Ma esiste una differenza tra Steptoe ed Edwards con gli attuali scienziati. I pionieri della fecondazione assistita erano disposti a mettersi in gioco e a dimostrare il frutto del loro lavoro. Ad esempio, i Raeliani hanno veramente clonato una bimba o hanno semplicemente emesso un assegno che non potranno mai pagare? Antinori ha fallito nelle sue tre gravidanze, compiendo la profezia del disastro? Zavos, dal canto suo, sembra il piu' intenzionato ad essere giudicato esclusivamente dalla storia, e si considera piu' degli altri un vero pioniere. Ma la tecnica e' ancora molto pericolosa, e non abbiamo ancora i test necessari per garantire un procedimento sicuro per il nascituro. Le sue possibilita' non superano il 2-3% come abbiamo detto, ma nel caso che egli veramente abbia avuto successo, di sicuro il bimbo avra' dei grossi problemi nel corso della sua vita. Se invece il bimbo crescera' sano, allora veramente c'e' la probabilita' che la clonazione divenga una pratica comune, come la fecondazione assistita o i trapianti di organi; ma e' una prospettiva ovviamente a lungo termine.
Ritengo personalmente, comunque, che la repulsione generale verso la clonazione sia destinata a diminuire nel corso degli anni, lasciando spazio agli innegabili vantaggi che offre (come le cellule staminali o l'ingegneria tissutale). Nessuno realmente vuole vivere per sempre, ma 10 anni in piu' non si rifiutano..".
 
 
 
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