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 FRANCIA - FRANCIA - Francia. Chirac sostiene Telethon per ricerca con staminali. Critiche della Chiesa
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Articolo di Rosa a Marca
8 dicembre 2006 14:07
 
A pochi giorni dalla ventesima edizione di Telethon, infuria la polemica tra l'Associazione francese contro le miopatie (AFM) e la Chiesa cattolica. Numerosi vescovi hanno infatti messo in guardia contro l'uso dei fondi a favore delle sperimentazioni sull'embrione. Interpellata da France Bleue Loire-Ocean, la presidente dell'AFM, Laurence Tiennot-Herment, si e' detta "profondamente choccata e rattristata" dall'atteggiamento della Chiesa, che l'accusa di "utilizzare" per i propri fini "la finestra mediatica di Telethon". E' dalla diocesi di Tolone, ai primi di novembre, che sono partite le prime critiche all'utilizzo di una parte dei fondi raccolti per la ricerca sulle cellule staminali embrionali e per la diagnosi preimpianto. In seguito, una decina di vescovi ha deciso di sensibilizzare i fedeli riguardo alle ricerche contrarie all'etica cristiana. Alcuni, come Monsignor Maurice de Germiny a Blois, sono arrivati a dire "No a Telethon, poiche' oggi agisce senza trasparenza finanziaria nella distribuzione dei fondi per i diversi programmi di ricerca". Da parte sua, Monsignor Georges Ponthier, arcivescovo di Marsiglia e vicepresidente della Conferenza episcopale francese, ha dichiarato a Le Pelerin, che "il fine, per quanto nobile sia, non giustifica i mezzi". Si e' chiesto: "Si puo', da un lato, mostrare la grandezza dei bambini miopatici, esibire il loro coraggio e, dall'altro, fare di tutto perche' non nascano?". L'ultimo, in ordine di tempo, Monsignor Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, ha chiesto "garanzie" etiche.
L'inedita ondata di contrarieta' turba molto i responsabili di Telethon, preoccupati per le possibili ripercussioni sulla campagna delle donazioni. "Queste ricerche (sull'embrione) riguardano uno solo dei 440 progetti sostenuti dall'Associazione, ossia 1,5 milioni di euro dei 110 milioni devoluti", ha spiegato Laurence Tiennot-Herment a France Blue. "E' il cespuglio che nasconde una splendida foresta". A questo punto, un vescovo, Monsignor Michel Dubost e' andato in soccorso di Telethon. Il vescovo d'Evry si e' detto perplesso rispetto a un impegno della Chiesa cattolica in questo dibattito. "Dobbiamo accettare che l'etica cristiana non e' piu' l'unica a sostenere e ad animare l'etica della societa'", ha sottolineato a La Croix. Fratello di un miopata morto a quindici anni, il vescovo trova "insopportabile che si incominci una guerra prima di aver esperito le soluzioni che sono necessarie per rispondere a un problema vero". Al suo fianco, Jean-Christophe Parisot, diacono della diocesi di Amiens e miopata, afferma che ogni appello al boicottaggio sarebbe "di una gravita' eccezionale e contrario alla morale cristiana; scoraggerebbe i donatori, i malati e le famiglie". Il presidente del Collectivf des democrates handicapes suggerisce allora agli organizzatori di Telethon di prevedere due utilizzazioni dei fondi: l'uno destinato alle famiglie, l'altro alla ricerca; in questo modo tutti potrebbero donare con la coscienza a posto. Intanto, che ci si esprima toccando il tasto razionale o quello compassionevole, tutti sono concordi sulla necessita' di discutere con l'AFM l'utilizzo dei fondi. "Non si tratta d'invitare a boicottare Telethon! Desideriamo semplicemente illuminare le coscienze di coloro che vorranno ascoltarci e chiedere ai responsabili di AFM d'assumersi le conseguenze delle loro scelte", afferma padre Michel Aupetit, vicario generale della diocesi di Parigi nonche' incaricato delle questioni bioetiche della diocesi. Per questo prelato, che e' stato medico per tanto tempo, la posizione della Chiesa a questo riguardo va ben oltre il discorso religioso. Si tratta della "semplice difesa di un'etica umanista che promuove il valore di ogni vita umana", spiega; poi, rivogendosi a Laurence Tiennot-Herment, aggiunge: "La Chiesa non ha bisogno di Telethon per far passare un messaggio e non ha aspettato a farlo".
Non e' la prima volta che i vescovi manifestano i loro timori nei confronti delle ricerche sull'embrione. Hanno chiaramente espresso le loro riserve in occasione della revisione delle leggi di bioetica (votate nel 2004). E lo scorso giugno, quando l'Agenzia stava per distibuire le prime autorizzazioni di ricerca, monsignor Ricard, il loro presidente, ha messo in guardia contro "l'avvio di un processo di riduzione dell'embrione umano a mero strumento, cio' che costituisce una grave trasgressione etica". "Quello che e' legale non e' sempre morale", precisa Monsignor Aupetit. "E il progresso tecnico non e' sempre un progresso umano".

Ma il presidente francese Jacques Chirac ha detto di sostenere l'azione di Telethon.
'E' nello stretto rispetto della legge che Telethon ha agito', ha detto Chirac davanti ad un centinaio di sostenitori di Telethon riuniti all' Eliseo.
Il presidente ha anche detto di capire che questi temi 'cosi' sensibili' possano suscitare dibattiti. 'Il problema che si pone e' quello della conciliazione di due principi: il rispetto dell' embrione e la possibilita' per i ricercatori di condurre degli studi su un settore estremamente promettente per i malati, quello delle cellule staminali', ha dichiarato il capo di stato.
Per Chirac la legge del 2004 sulla bioetica costituisce 'un punto di equilibrio'. 'Il legislatore ha autorizzato le ricerche sulle cellule embrionali - ha ricordato il presidente -ma l' ha fatto in un quadro estremamente preciso: questa non dovrebbe che riguardare gli embrioni che, secondo la legge e per mancanza di progetto dei genitori, sarebbero stati distrutti'.
Chirac ha inoltre detto di sperare che le tensioni fra chiesa e Associazione si stemperino e che fra loro riprenda presto il dialogo.
 
 
 
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