Negli ultimi tempi tutte le discipline comprese sotto la voce biomedicina hanno diviso l'opinione pubblica e sono entrate in crisi di legittimita'. Il fattore determinante di questa crisi si riassume in un unico concetto: ricerca sull'embrione. Che si tratti di clonazione o di ricerca con le cellule staminali embrionali, di diagnostica pre-impianto o del tentativo di ridurre le gravidanze plurigemellari nella fecondazione assistita, l'intera questione ruota sempre intorno al se e fino a che punto la scienza possa utilizzare l'embrione umano a scopo di ricerca, e in definitiva per far progredire la medicina.
Entrando nel merito della questione, non ci si puo' limitare ai principi morali e legislativi di un dato Paese, ma occorre considerare un orizzonte piu' ampio posto che l'attivita' di ricerca e' ormai globalizzata e scavalca i confini nazionali.
Nel gennaio 2001, l'Accademia Europea Bad-Neuenahr-Ahrweiler ha avviato un progetto che si proponeva di ottenere una panoramica dello stato delle cose quanto meno a livello europeo. Vi hanno partecipato numerosi esperti di discipline mediche e biologiche, ma anche giuristi e filosofi, coordinati dal noto ricercatore sulle cellule staminali Davor Solter. Il materiale prodotto e' stato raccolto in un volume, per ora disponibile solo in inglese. Dall'analisi dettagliata di definizioni, concetti e procedure relativi alle molteplici concezioni bioetiche esistenti e' scaturito questo libro che e' tra i piu' completi sull'argomento, stimolante e anche provocatorio.
"Embryo Research in Pluralistic Europe" di Davor Solter e altri, edizioni Springer, Heidelberg 2002, 429 pagine, 106,95 euro.