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Eluana Englaro ed il conflitto di attribuzione
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Articolo di Pietro Yates Moretti
31 luglio 2008 0:00
 
Azzardo una prima lettura della decisione della Camera dei Deputati -e sicuramente domani anche del Senato- di sollevare il conflitto di attribuzione per censurare la decisione della Cassazione su Eluana Englaro.

Non e' un segreto che l'attuale maggioranza raccolga le malcelate simpatie della Chiesa cattolica. E' da tempo che, sul modello dei repubblicani americani, il centro-destra cerca di monopolizzare il cosiddetto 'voto cattolico'. Dai Pacs ai Dico, dalla politica sulle droghe alla ricerca con le staminali embrionali, dalla legge 40 fino al testamento biologico, su tutte le cosiddette questioni 'etiche' la Chiesa ed il centro destra hanno finora vibrato all'unisono.

Ma una volta arrivata al Governo, la nuova maggioranza non ha concretizzato in leggi e provvedimenti la sua ostentata vocazione catechista. Anzi, sull'immigrazione, ha irritato e non poco la miriade di associazioni cattoliche che operano in questo campo. Aspre critiche sono giunte anche dall'Osservatore Romano e da Avvenire.

E non e' certo bastata la nomina di Eugenia Roccella a sottosegretario alla Salute per placare il disappunto vaticano. Nonostante Roccella, con encomiabile perseveranza, cerchi di dar risalto a quel poco di purpureo che adorna l'attuale governo, il suo ruolo e' del tutto marginale. Le sue assidue dichiarazioni sulla bioetica sono senza conseguenze, ed i vescovi -tutt'altro che digiuni di politica- non ci sono cascati.

Era quindi necessario dare un segnale forte di attenzione alla Chiesa, senza pero' tradurre in legge cio' che fino ad oggi era chiaramente una postura di mera convenienza politica. Eluana Englaro e' il soggetto perfetto.

In pochi sono convinti che la Corte Costituzionale possa davvero dare ragione al Parlamento. Il fatto che non esista una legge specifica sul testamento biologico non rende certo inapplicabile l'articolo 32 della Costituzione, che sancisce il diritto a rifiutare qualsiasi trattamento. Se il vuoto legislativo c'e', esso riguarda le modalita' per rendere piu' semplice ed efficace l'esercizio di un diritto individuale. Altrimenti, e' come sostenere che senza una legge ordinaria del Parlamento, la inviolabilita' del domicilio (art. 14) o la liberta' religiosa (art. 19) non possano essere considerati diritti applicabili.

(Mi permetto qui di criticare anche i sostenitori di una legge sul testamento biologico, che da tempo giustificano la necessita' di tale norma per riempire il vuoto legislativo. In questo modo, hanno dato man forte a coloro che una legge sul testamento biologico non l'hanno mai voluta, e che ora ne invocano la mancanza per annullare una sentenza scomoda. L'abbiamo fatto presente spesso, ma non siamo stati ascoltati.)

Pertanto, che senso ha sollevare il conflitto di attribuzione se si e' quasi certi della sconfitta? A mio avviso, la questione e' semplice ed il calcolo politico abbastanza banale. Quando il Governo Prodi ha proposto leggi o provvedimenti su questioni 'sensibili' come i Pacs, le quantita' massime di possesso di cannabis, sulle linee guida della legge 40, etc., la maggioranza si e' sempre spaccata (o perlomeno, si sono distinti i cosiddetti teodem, Binetti & Co.). E proprio in quella spaccatura si sono sempre efficacemente inserite l'allora opposizione e le gerarchie vaticane. Perche' correre oggi un rischio del genere? Meglio sventolare la bandierina sul caso Englaro. E' vero, la Corte Costituzionale quasi certamente confermera' la correttezza della decisione della Cassazione. Ma il popolo delle liberta', incolpando di nuovo i giudici per la sconfitta, potra' vantarsi di aver condotto fino alla fine una battaglia per l'affermazione dei cosiddetti 'valori cristiani'. Le conseguenze politiche della sconfitta giudiziaria saranno comunque minimali, mentre il ritorno politico sara' appetitoso qualsivoglia il verdetto.

Insomma, sollevare il conflitto di attribuzione e' un'operazione politica a costo zero e guadagno assicurato. L'unico rischio e' che prevalga nell'opinione pubblica l'indignazione per un'operazione cosi' palesemente politica fatta sul corpo di Eluana Englaro (questo e' accaduto, ad esempio, negli Stati Uniti dopo una simile mozione sollevata dai Repubblicani del Congresso federale). Ma perche' questo accada sono necessari due importanti presupposti: che gli organi di informazione facciano il proprio mestiere, e che l'opposizione rivendichi con entusiasmo di aver avuto ragione, magari facendo del testamento biologico e della liberta' terapeutica una priorita'.

Sui media, stendiamo un pietoso velo (hanno la memoria cortissima, e comunque ognuno di essi cavalchera' come sempre le posizioni della parte politica con cui e' schierato). Per quanto riguarda l'opposizione, il Partito Democratico non fara' alcun salto di gioia nel caso di bocciatura del conflitto di attribuzione da parte della Corte costituzionale. Prima di tutto perche' il Pd si e' astenuto sul conflitto di attribuzione piuttosto che votare contro, come invece hanno fatto l'Italia dei Valori ed i Radicali (che giustamente avranno qualche ragione in piu' per celebrare). Poi perche' ogni movimento leggermente piu' pronunciato rischia di spezzarne la fragilissima spina dorsale, provocando l'ennesima spaccatura e ridando cosi' voce all'ostilita' del Vaticano, ossigeno per l'attuale Governo.

Insomma, allo stato delle cose, per il centro destra e' una vera e propria win-win situation.

*****AGGIORNAMENTO*****

La Procura generale di Milano ha appena impugnato la decisione della Corte d'Appello, chiedendo che venga sospesa l'esecutivita' dell'ordinanza fino a quando non si pronuncera' nuovamente la Cassazione. Cosi', per la terza volta, la vicenda di Eluana Englaro potrebbe approdare alla Corte suprema.
La decisione del Pg e' umanamente e politicamente comprensibile. Il non fare ricorso lo avrebbe esposto a fortissime critiche, perche' sarebbe stato come accettare e condividere la sospensione dei trattamenti sanitari sancita dalla Corte. In questo modo, la 'patata bollente' passa nuovamente alla Cassazione.
E' infatti inimmaginabile la pressione a cui e' stato sottoposto quel Pg: appelli, lettere, dichiarazioni politiche, (scomuniche?)...e ora il conflitto di attribuzione con il Parlamento.  'Ma chi me lo fa fare?', si sara' chiesto quel magistrato. In fondo tutto e' partito dalla Cassazione, e sia Lei a prendersi la responsabilita' di una decisione definitiva!
Dimenticavo. Apparentemente, l'impugnazione si incentra sulla reversibilita' o meno dello stato vegetativo in cui Englaro si trova da 16 (sedici!) anni. Questa e' un'argomentazione sfoderata nei giorni passati proprio da Eugenia Roccella e da alcuni medici cattolici. Insomma, sappiamo tutti che Dio fa miracoli, ed un suo diretto interessamento alla vicenda non puo' certo essere escluso a priori.
 
 
 
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