Ricercatori cinesi, riuniti a Pechino per analizzare i sorprendenti successi conseguiti in biomedicina da Stati Uniti e Giappone, hanno deciso di percorrere la stessa strada nel loro Paese per tentare d'ottenere cellule staminali partendo dalla pelle umana, senza embrioni. I cinquanta studiosi hanno dibattuto per tre giorni il risultato ottenuto dai due gruppi scientifici, uno giapponese e l'altro statunitense, giudicandolo "un momento definitivo nella storia umana", nelle parole di Pei Duanqing, membro dell'Accademia Cinese di Scienze Sociali e citato da South China Morning Post. Nell'incontro di tre giorni e' stato deciso che i principali laboratori di Pechino (nord), Shanghai (est) e Canton (sud) si divideranno le risorse disponibili per sviluppare quella tecnologia cosi' rivoluzionaria e trasmetterla ad altri istituti. Pei, dell'Istituto di Biomedicina e Sanita' di Canton, ha assicurato che la Cina perverra' alla tecnologia "tra pochi mesi" e, una volta acquisita, organizzera' seminari per ricercatori e tecnici di tutto il Paese allo scopo di condividerla. L'esperto ha spiegato che negli ultimi due giorni si e' raggiunta una maggiore cooperazione scientifica nazionale "che in tutta una vita", e ha precisato che i ricercatori "sono interessati a lavorare insieme, dopo decenni d'isolamento". "E' arrivata una nuova epoca per la storia umana e per essere vincitori in quest'era la chiave e' accumulare adeguate risorse umane". Ha ammesso che il Governo cinese "potrebbe tardare nel rendersi conto dell'importanza di questo passo decisivo, ma bisogna avviare immediatamente delle azioni".
La ricerca sulle cellule staminali e' stato un obiettivo primordiale dagli anni 90 per una trentina di gruppi scientifici in Cina, dove non esistevano barriere etiche in materia di embrioni umani, diversamente da altri Paesi come gli Stati Uniti. Limiti etici, che sembrano ormai superati proprio in seguito alla recentissima pubblicazione dei risultati delle due équipe -risultati, che indicano la possibilita' di sviluppare cellule staminali embrionali senza ricorrere agli embrioni. Per il gruppo statunitense dell'Universita' di Wisconsin-Madison, la ricerca era diretta dalla dottoressa cinese Yu Junying. Poiche' in Cina non e' mai esistito un dibattito etico sull'uso degli embrioni, gli esperti si rallegrano soprattutto per il metodo "piu' semplice e conveniente, alla portata di quasi tutti i laboratori del Paese", come dice Liu Yuxin del Laboratorio statale di Biologia Riproduttiva. Anche per Liu la scoperta e' importante al punto "da cambiare il contesto della ricerca nel mondo, Cina inclusa".