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Cellule staminali, Austria fuori dal gioco
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Articolo di Veronika Schmidt
31 gennaio 2008 15:17
 
"Sarebbe da irresponsabili verso i malati rinunciare a sfruttare un tale potenziale per nuove forme terapeutiche". Queste le parole pronunciate da Hannes Jarolim, portavoce della giustizia del partito socialista austriaco (SPOE), durante il convegno di Bioetica dedicato alle cellule staminali embrionali che si e' tenuto a Vienna il 17/18 gennaio. Anche i rappresentanti di altri partiti -OEVP, Verdi, FPOE- si sono espressi in quel senso, cio' che evidenzia come una larga maggioranza parlamentare sia favorevole all'uso di embrioni eccedenti dalla fecondazione assistita per ricavare cellule staminali. Il convegno in se', organizzato dalla Commissione di Bioetica (BEK) della Cancelleria federale e dall'Istituto di Etica e Diritto in Medicina (IERM), ha avuto un andamento piuttosto sobrio, lontano dai temi piu' attuali. Per esempio, nel palazzo di Giustizia dove si svolgeva, non e' si e' sentita l'eco della notizia che in Inghilterra era appena stato autorizzato il primo embrione ibrido, composto cioe' da uomo e bovino, finalizzato a produrre cellule staminali embrionali; cosi' come e' rimasta fuori dalla porta l'altra novita' sensazionale arrivata dagli Usa, che un'equipe diretta da Andrew French (Stemagen Corporation) aveva "clonato terapeuticamente" un uomo, ossia, che con un ovocita e il nucleo di una cellula della pelle era stato creato un embrione (Stem Cells, 17.01-2008). Anche il numero dei componenti della Commissione interessati al dibattito e' risultato marginale. Ulrich Koertner, teologo, componente della Commissione etica e presidente dello IERM, si e' doluto soprattutto per l'assenza del ministro Johannes Hahn: "Il ministero per la Ricerca ha il dovere di fissare le regole, ma da quella parte finora e' arrivato solo silenzio". Koertner denuncia l'urgenza di agire, anche da parte della BEK. "La discussione sulla ricerca con le cellule staminali e' iniziata troppo tardi e la stessa Commissione e' stata istituita solo nel 2001. Finora sono mancate le prese di posizione sulla tutela dell'embrione, la diagnosi preimpianto, l'utilizzo della clonazione e della produzione e ricerca degli embrioni ibridi". Quest'inadeguatezza e' la tardiva conseguenza di una decisione assunta dal Governo austriaco nel 2002, quando, nell'ambito del sesto e settimo programma quadro dell'Ue per la promozione della Ricerca, respinse la delibera volta a incentivare la ricerca sulle cellule staminali umane. Cio' ha frenato l'attivita' del legislatore e della stessa Ricerca. "Cosi' noi siamo rimasti fuori dal gioco", riferisce Erwin Wagner, precursore in Austria della ricerca sulle staminali embrionali umane. "L'Austria resta esclusa dai progetti internazionali; finora ci hanno sempre detto "il vostro Governo ha qualcosa contro la ricerca sulle staminali". Per Wagner ci sarebbero delle sperimentazioni promettenti da realizzare con le cellule staminali embrionali umane. Ritiene che, nella ricerca di base, le loro alternative (cellule staminali adulte o staminali pluripotenti indotte (iPS), eticamente meno problematiche) presentino piu' inconvenienti che vantaggi.
L'esperto di Diritto pubblico, Manfred Stelzer, ha illustrato la situazione legislativa di altri Paesi. "La legge europea sulla ricerca e' l'unica a prendere una posizione esplicita in materia di ricerca sulle staminali". In tutti gli altri ordinamenti, al massimo viene citato il reperimento di cellule staminali. In ogni caso esistono quesiti legali ed etici sulla tutela della vita. Inoltre, prevale per lo piu' disaccordo nelle definizioni. Paradossalmente si discute se le blastocisti, da cui si ricavano cellule staminali embrionali, si possano definire "embrione". Per Koertner la normativa svizzera potrebbe costituire un modello. La legge elvetica autorizza infatti la sperimentazione di cellue staminali embrionali umane nell'osservanza di procedure e controlli molto severi. Ad ogni modo, che si adotti il modello svizzero o no, quello che conta e' una regolamentazione chiara. "La ricerca necessita di certezza legale, non importa se all'interno di una legge ampia sulla biomedicna o in una normativa limitata alla ricerca con le cellule staminali", ha concluso Koertner.

Tratto da Die Presse del 19-01-2008 (trad. di Rosa a Marca)
 
 
 
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