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 BRASILE - BRASILE - Brasile. La legge sulla Biosicurezza e la clonazione terapeutica
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Articolo di Donatella Poretti
24 dicembre 2003 19:01
 
Il relatore del progetto di legge sulla biosicurezza, il deputato federale Aldo Rebelo (PC, B-SP), propone di eliminare la proibizione per le ricerche con le cellule staminali embrionali per fini terapeutici. Sulla clonazione umana per fini riproduttivi verra' mantenuto il divieto.
Il progetto di biosicurezza del Governo contiene regole sugli alimenti Ogm, ma anche sulla manipolazione genetica di embrioni e di cellule germinali umane.
In Brasile non c'e' ancora una legge specifica sulla clonazione umana e sulle ricerche con le staminali embrionali, che al momento e' in discussione al Senato.
Tuttavia esiste nell'attuale legge sulla Biosicurezza, che risale al 1995, un articolo in cui si proibisce sia la clonazione che la ricerca con le staminali embrionali. La legge 8974 nel comma IV dell'articolo 8, c'e' scritto che e' vietata, nelle attivita' collegate agli Ogm, "la produzione, la conservazione o la manipolazione degli embrioni umani destinati ad essere utilizzati come materiale biologico".
L'interpretazione piu' corrente di questo comma e' che si vieta la clonazione riproduttiva umana, ma si impedirebbe anche la ricerca con le staminali embrionali, dato che queste cellule possono essere ottenute da embrioni prodotti in laboratorio -per clonazione o fertilizzazione in vitro.
"La legge di biosicurezza in vigore criminalizza la ricerca con la clonazione terapeutica. Il progetto originario del Governo (il progetto 2401 del 2003 che aggiornerebbe la legge sulla Biosicurezza, ndr) non ha corretto questo problema, che e' stato segnalato dagli scienziati nel corso delle nostre audizioni pubbliche. Credo che ora dobbiamo risolvere questo problema", spiega Aldo Rebelo.
Il riferimento e' al "Manifesto dei Ricercatori Brasiliani sul Nuovo Progetto di Legge sulla Biosicurezza", che con le sue 353 firme e' stato reso pubblico lo scorso 3 dicembre. "Siamo preoccupati per la proposta del progetto di legge 2401/2003 depositato al Congresso Nazionale. Crediamo che, se venisse approvato nella sua forma originale, il nuovo progetto, invece di porre fine alle attuali difficolta' che colpiscono la ricerca brasiliana con le piante transgeniche, aggravera' ancora di piu' questi problemi, estendendoli in tutti gli ambiti dell'ingegneria genetica, dalle piante transgeniche ai progetti di genomica fino alle ricerche per la produzione dei vaccini".
Rebelo spiega la sua contrarieta' alla clonazione riproduttiva, e su questo oltre cinque anni fa aveva presentato un progetto di legge. Lo scorso 9 dicembre "l'Assemblea Generale dell'Onu ha deciso di continuare a discutere per un altro anno prima di prendere una decisione. Esiste una chiara spaccatura. Da una parte gli Stati Uniti, che propongono di proibire sia la clonazione riproduttiva che quella terapeutica. Altri Paesi, come il Regno Unito, vogliono proibire la prima e autorizzare la seconda. Io mi ritrovo in questa seconda posizione", spiega al quotidiano Folha de S. Paulo.
La soluzione proposta da Rebelo e' quella di abolire il IV comma dell'articolo 8, permettendo cosi' la ricerca con le staminali embrionali.
Per il medico Ricardo Ribeiro dos Santos i benefici che possono derivare dalla tecnica giustificano il procedimento: "le cliniche di fertilizzazione in vitro producono molti embrioni che non verranno mai utilizzati. Tra il gettarli nella spazzatura e usarli per la terapia, non c'e' da decidere, la scelta e' ovvia".
"Io credo che sia un grosso passo avanti", dice Lygia da Veiga Pereira, ricercatrice dell'Istituto di Bioscienze dell'Universita' di San Paolo, riferendosi alla proposta di modifica della legge sulla biosicurezza. "E' molto importante che venga permesso il lavoro con le cellule staminali embrionali", permetterebbe al Brasile di acquisire dei vantaggi competitivi nello scenario scientifico internazionale. "Noi per esempio, nel nostro laboratorio, lavoriamo gia' con cellule staminali embrionali di topo. In caso fosse permesso potremo iniziare a lavorare con cellule umane immediatamente".
A congratularsi per la scelta di Rebelo e' la biologa dell'Universita' di San Paolo Mayana Zatz: "il potenziale di trattamento per le innumerevoli malattie neuromuscolari, il diabete e il Parkinson e' gigantesco". La Zatz suggerisce che alcuni limiti condivisi potrebbero essere fissati dai comitati etici, intanto iniziando proprio da quegli embrioni sovrannumerari delle cliniche di fecondazione assistita che non possono essere impiantati in utero per dar luogo ad una gravidanza, mentre sono fonte di cellule staminali.
Ma non tutti sono della stessa idea. A sottolineare l'esistenza di due visioni inconciliabili e' il bioeticista padre Leo Pessini, del Centro Universitario San Camilo, a San Paolo. "Secondo una linea utilitaristica, si puo' arrivare a dire che si puo' tutto. Ma se fossimo piu' prudenti, potremmo percepire che un embrione non e' una cosa e non puo' essere trattato come una cosa. [.] Tutta la legislazione che indebolisce la protezione dell'embrione umano e' pericolosa e dovrebbe essere evitata".

- Legge sulla Biosicurezza, n. 8974, del 5 gennaio 1995
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- La proposta di legge sulla Biosicurezza, n. 2401/2003
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