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 ARGENTINA - ARGENTINA - Argentina. Il Governo per la clonazione terapeutica
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Articolo di Donatella Poretti
18 marzo 2004 18:45
 
Il ministro degli Esteri Rafael Bielsa e' stato ricevuto dal Papa e dal cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato Vaticano. L'occasione e' servita per ribadire la posizione del Paese latinoamericano contro l'aborto; tra i temi affrontati non potevano mancare quelli del Fondo Monetario Internazionale, del lavoro, dell'educazione e della famiglia, ma anche della clonazione.
"Abbiamo detto che siamo completamente d'accordo nel ritenerla un'avventura scientifica senza base etica", ha spiegato il ministro riferendo il colloquio con il Pontefice in merito alla clonazione riproduttiva. Ma Bielsa ha poi manifestato il giudizio favorevole del Governo dell'Argentina sulla clonazione terapeutica, perche' grazie alla clonazione dei tessuti in molti casi si potrebbero salvare vite umane, e in questo campo a battersi e' stato, in particolare, il ministro della Salute Ginés González García.

In Argentina non esiste una legislazione ad hoc sulla materia. "I progetti di legge sulla riproduzione umana assistita che sono stati discussi al Congresso (nessuno dei quali e' riuscito a divenire legge) proibivano espressamente la clonazione, anche se non veniva fatto alcun riferimento alla clonazione riproduttiva o terapeutica", spiega Claudia Silvaniavvocato e specialista in bioetica, presidente del Comitato di Bioetica del Cegyr (Centro de Estudios en Ginecología y Reproducción, Buenos Aires). Il dibattito si concentra sullo status dell'embrione umano, e in particolare: l'embrione e' una persona? "Nel caso argentino, il Codice Cile scritto da Vélez Sarfield verso la fine del 1800 stabilisce che l'esistenza della persona comincia dal concepimento nel seno materno. Da cio' ne deriva una discussione dottrinaria per interpretare la frase.
La posizione maggioritaria interpreta che Vélez Sarfield si riferiva al momento del concepimento e che l'espressione "nel seno materno" non e' un requisito, dato che la giurista nel 1800 non poteva immaginare un altro luogo per il concepimento che non fuori dall'utero.
La posizione contraria ritiene che il concepimento non si produce fino al momento dell'impianto dell'embrione nell'utero, per cui l'embrione in vitro non possederebbe lo status di persona.
Quelli che sono contrari alla ricerca con embrioni si basano, tra gli altri argomenti, nel fatto che permettere tali pratiche colpirebbe gravemente la dignita' della persona.
Coloro che sostengono la ricerca dicono che non stiamo parlando di una persona nel caso dell'embrione, e che non colpisce la dignita' se la ricerca viene realizzata nell'ambito di una cornice definita, secondo legge, raccomandazioni scientifiche e dettami etici. Soprattutto, sostiene questa posizione, quando la finalita' della ricerca e' evitare o cercare la soluzione a malattie che colpiscono l'umanita'".
 
 
 
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