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Un anno di fermenti e speranze, tre realta' a confronto
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Articolo di Donatella Poretti
13 ottobre 2005 19:42
 
L'anno scorso, in questi giorni, il clima era molto vivace in tema di proposte politiche sulla ricerca scientifica con le cellule staminali. Particolarmente interessanti erano tre realta' che in maniera completamente diversa avevano deciso di fare esprimere direttamente i cittadini.

In Italia erano state appena depositate le firme necessarie per la convocazione di un referendum abrogativo, in toto e in parte, della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. L'entusiasmo dello slancio finale, che aveva fatto raggiungere quota un milione di firme per il quesito completamente abrogativo, iniziava a far circolare ottimismo; che per alcuni mesi ha accompagnato i promotori e chi riteneva utile abolire almeno le parti piu' proibitive di una legge che, nell'occuparsi di fecondazione in vitro, aveva optato per inserire una serie di ostacoli anche alla ricerca scientifica con gli embrioni e con le cellule staminali. Sappiamo com'e' finita. Mancato il quorum e invalidato l'esito del referendum sono anche scomparsi tutti quelli che si annoveravano nell'enorme catino dei "miglioristi" della legge, purche' fosse fatto nelle sedi adeguate, cioe' in Parlamento.

Oltrepassati i confini, si era alla vigilia di un appuntamento importante: dopo anni di dibatti pubblici il Governo della Svizzera aveva approvato la legge, nota come LCell, che in maniera molto scrupolosa mirava a regolamentare l'accesso e la ricerca con le cellule staminali embrionali. Un insieme di organizzazioni pro-life, di stampo religioso e laico, anti-biotech e Verdi aveva raccolto le firme per chiederne l'abrogazione. I cittadini elvetici pragmaticamente, e senza quorum, il 28 novembre decisero di sostenere la legge federale con il 66,4% di voti.

Nel continente americano, nel frattempo, si era in piena campagna elettorale per la corsa alla Casa Bianca, e uno dei temi in agenda era proprio la ricerca scientifica con le staminali embrionali. Paladino dell'abrogazione dei limiti sui finanziamenti federali era il democratico John Kerry. Ha perso lo scontro con George W. Bush, ma lo stesso giorno, il 2 novembre, arrivava dalla California una notizia dirompente: per 10 anni lo Stato della Silicon Valley decideva di investire 300 mila dollari all'anno nella ricerca con le staminali embrionali. Con 3 miliardi di dollari lo Stato californiano bypassava i limiti federali e, anche in questo caso senza quorum, il 59% dei votanti approvava Proposition 71, dando il via al California Institute for Regenerative Medicine (CIRM). Da quella data e' stato un crescendo di Stati che hanno deciso di investire politicamente e economicamente sulla ricerca scientifica: New Jersey, Washington, Connecticut, Michigan. Fino ad arrivare alla Florida e al Missouri che stanno per dare appuntamento ai loro cittadini per il prossimo novembre e farli decidere con un voto se occorra non solo permettere la ricerca scientifica -in particolare quella con le staminali embrionali- ma se sia anche necessario creare un clima politico ed economico che attragga scienziati, mobilitando quel contorno necessario di laboratori, universita', aziende e istituti in cui fiorisca e proliferi la scienza.

Ad un anno di distanza, quel fermento che in qualche modo aveva visto protagonista anche l'Italia, sembra averci abbandonato. A pochi mesi dalle elezioni politiche confidiamo che quel germe non si sia completamente essiccato, e che sfrutti ogni luogo politico e ogni fessura per sbocciare nella prossima primavera.
 
 
 
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