Cresce la polemica scatenata dal sostegno del candidato democratico alle presidenziali John Kerry alla legge che regolamenta l'aborto, a cui hanno reagito duramente i vescovi statunitensi minacciando di negare la comunione a quei politici che sostengono leggi come quella sull'aborto. Un gruppo di 48 parlamentari democratici ha scritto all'arcivescovo di Washington segnalando che l'aborto e' riconosciuto da 25 anni dalla Corte Suprema come un diritto costituzionale. "Per molti anni sono stati negati incarichi in questo Paese ai cattolici perche' gli elettori temevano che questi poi si sarebbero sottomessi agli ordini del Papa. Anche se questo paranoico anticattolicesimo appare come una cosa del passato, gli attuali tentativi da parte dei leader ecclesiastici di influire sugli elettori minacciando di negare un sacramento, vanno a riaccendere questi pregiudizi latenti, su cui molti di noi hanno lavorato molto duramente per superare", scrivono i parlamentari al cardinale Theodore McCarrick nella lettera del 10 maggio.
Tra i circa 300 vescovi che hanno minacciato di negare la comunione a Kerry si e' aggiunto ultimamente un vescovo del Colorado Michael Sheridan, che in una lettera pastorale ha avvertito della possibilita' di negare l'eucarestia a quei parrocchiani che voteranno a favore di quei candidati che sostengono l'aborto, l'eutanasia, le sperimentazioni con cellule staminali embrionali e i diritti matrimoniali per la comunita' gay.