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 USA - USA - Usa. Staminali del midollo salvano la vista a topolini
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30 settembre 2004 20:22
 
Un trapianto di staminali prese dal midollo osseo ha salvato dalla cecita' un gruppo di topolini affetti da una malattia alla retina per la quale oggi non c'e' ancora una cura e che porta i pazienti a progressiva perdita della vista, la retinite pigmentosa.
La notizia del riuscito intervento salva.vista e' apparsa sul Journal of Clinical Investigation. La retina dei topolini malati, 'alimentata' dalle cellule staminali, ha raccontato Martin Friedlander dello Scripps Research Institute di La Jolla, in California, non degenera e le cellule trapiantate si trasformano in vari tipi cellulari preservando dalla distruzione, con modalita' ancora da comprendere, soprattutto un tipo cellulare retinico, i coni, che servono per vedere i colori.
La retina e' un tessuto, fatto di due tipi di cellule diversamente sensibili alla luce, i coni e i bastoncelli. Si trova nella parte posteriore dell'occhio ed il suo compito e' di trasmettere gli stimoli visivi al cervello. Invece la retinite pigmentosa e' il nome che viene attribuito a un gruppo di malattie ereditarie caratterizzate da una degenerazione progressiva della retina. Ci sono cosi' tanti tipi di retinite che trovare un farmaco che vada bene per tutte e' un'impresa pressoche' impossibile, ma le cellule staminali fermando la degenerazione retinica potrebbero funzionare per qualunque retinite. I ricercatori hanno preso cellule staminali dal midollo osseo di topolini adulti e le hanno iniettate nell'occhio di topolini appena nati e destinati ad ammalarsi di retinite. Prima che il danno oculare sia indotto dalla malattia le cellule trapiantate praticamente ne bloccano il decorso e i topolini continuano a vedere, a differenza di altri roditori usati come controllo e che non avevano ricevuto il trattamento alla nascita.
E' probabile che l'idea possa essere in futuro testata anche per altre malattie come la degenerazione maculare senile, ma ora, dicono gli scienziati, l'obiettivo e' di iniziare entro un anno i test sui pazienti.
 
 
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