Kristin Shrader-Frechette, professoressa dell'Universita' di Notre Dame, nello Stato dell'Indiana, nel corso di una conferenza pubblica tenutasi nella cittadina spagnola di Ferrol, Galizia, ha parlato della sua teoria sulla "democratizzazione della scienza".
"E' un qualcosa di analogo rispetto a cio' che fanno i Governi quando informano i cittadini e hanno bisogno del loro consenso. Nel caso delle questioni collegate alla scienza, il singolo individuo deve essere informato, sia nel come viene realizzata la ricerca sia dell'uso che ne viene fatto, in particolare per cio' che coinvolge direttamente il cittadino". La Shrader-Frechette spiega anche che l'informazione deve coprire tutte le aeree di interesse pubblico e che "bisogna procedere con proprie agenzie ufficiali e non essere condizionati da gruppi di interesse particolare. Non vorrei essere informata ne' da politici ne' da gruppi ecologisti. Poi c'e' il diritto dei cittadini a decidere quando si presentano situazioni dubbiose. I cittadini devono riflettere per sapere se cio' che viene fatto e' buono o cattivo". Un esempio e' allora quello della clonazione, che la professoressa risolve cosi': "i cittadini devono conoscere tutti i punti di vista per essere informati, innanzi tutto le persone piu' vulnerabili, per le loro risorse o quelli piu' colpiti. Bisogna distinguere tra quella scientifica e quella riproduttiva. La clonazione della persona umana non e' eticamente giustificabile. Un'altra cosa e' la clonazione terapeutica. [...] Non si deve criticare la scienza, ma il cattivo uso che ne viene fatto in molti Paesi sviluppati".
Il rischio per la Shrader-Frechette e' che interessi commerciali guidino e indirizzino la ricerca, e come soluzione propone di impedire che potenti imprese possano fare grosse donazioni alle campagne politiche elettorali per condizionarne le scelte.