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 USA - USA - Usa. Minnesota. Combattere la "anemia di Fanconi" con le cellule staminali
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19 febbraio 2004 17:49
 
Le cellule staminali adulte del midollo osseo, scoperte dai ricercatori dell'Universita' del Minnesota, saranno presto usate, sperimentalmente, per la cura di alcuni malati. I ricercatori dello "Stem Cell Institute" dell'universita' americana, cercheranno di riparare i tessuti dei malati, che sono stati sottoposti alle radiazioni e alla chemioterapia.
Le cellule staminali sono state identificate, nel 2002, dal team diretto dalla dottoressa Catherine Verfaillie. I ricercatori iniettarono delle cellule staminali, marcate geneticamente, in topi di laboratorio. Cellule che generarono, con successo, fegato, intestino e polmoni nuovi. La dottoressa Verfaillie e il dottor John Wagner, pediatra presso l'universita', vogliono sperimentare la medesima procedura su 16 bambini, con una rara ed ereditaria malattia del sangue, l'anemia di Fanconi, che e' spesso mortale. "Il risultato potrebbe essere molto interessante -ha dichiarato il dottor Wagner-, perche' potrebbe dimostrare che le cellule staminali sono potenzialmente in grado di sostituire quelle non sane".
L'anemia di Fanconi puo' colpire anche il midollo osseo. I bambini sono curati con le radiazioni e la chemioterapia, che distruggono il midollo, il quale e' poi sostituito con cellule sane, di donatori. Ma le radiazioni e la chemioterapia, come e' noto hanno, alle volte, terribili effetti collaterali sul fegato, sull'intestino e sui polmoni. Il dottor Wagner intende estrarre le cellule staminali dagli stessi donatori, svilupparle in laboratorio, e iniettare le cellule staminali adulte nei bambini, contemporaneamente al trapianto del midollo. I rischi di questo procedimento sono ignoti, ma i ricercatori, sui test eseguiti sugli animali, non hanno osservato alcun effetto indesiderato. "Se l'esperimento dovesse funzionare -continua Wagner- sarebbe utile anche per i malati di cancro. Speriamo che i risultati siano maggiori di quelli previsti. Crediamo, anche, di arrivare ad impiantare nel midollo osseo dei pazienti, proprie cellule staminali sane, senza cosi' dover ricorre al trapianto".
 
 
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