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 USA - USA - Usa/Gb. Un accordo per coltivare le staminali nello spazio
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19 agosto 2004 18:23
 
Coltivare cellule staminali nello spazio per produrre tessuto sufficiente a un trapianto di fegato nei prossimi cinque anni, o un trapianto di cellule nervose per curare, tra 20 anni, malattie neurodegenerative come quella di Alzheimer. E' quanto prevede l'accordo firmato tra gli scienziati britannici dell'universita' di Kingston e l'agenzia spaziale degli Stati Uniti, Nasa.
Il progetto, da un milione di dollari, e' finanziato dalla Nasa e con un contributo governativo britannico, intende studiare gli effetti sulla salute umana delle radiazioni alle quali gli astronauti potranno essere esposti nella missione umana su Marte prevista per il 2020.
Entro l'anno i biologi britannici Colin McGuckin e Nico Forraz, si trasferiranno nello Johnson Space Centre della Nasa per cominciare una serie di esperimenti che potrebbero avere ricadute positive anche sulla Terra. Entrambi sono esperti di radiazioni ed hanno studiato a lungo i pazienti colpiti da tumore in seguito all'incidente della centrale nucleare di Chernobyl del 1986. "Le radiazioni possono distruggere le cellule specializzate nel difendere l'organismo da malattie come il cancro", ha osservato McGuckin. "Sulla base delle nostre precedenti ricerche sappiamo che queste cellule sono molto comuni nel sangue del cordone ombelicale. Utilizzando le tecnologie avanzate messe a punto dalla Nasa, lavoreremo su una tecnica che permetta di aumentare le difese anticancro naturalmente presenti nell'organismo".
Lo scopo e' ottenere nuovi tessuti umani, piu' facili da coltivare in condizioni di microgravita'. L'ambiente di questo tipo, dove la gravita' e' vicina allo zero, e' infatti molto simile alle condizioni presenti nell'utero durante lo sviluppo embrionale. La stessa tecnica permettera' anche di rendere piu' forti le ossa degli astronauti, per evitare che si indeboliscano a causa della lunga permanenza nello spazio. I primi test di questa nuova medicina preventiva spaziale sono previsti per il 2008, ha detto il responsabile della Medicina spaziale della Nasa, Steve Gonda.
Utilizzando le strutture della Nasa per esperimenti in condizioni di microgravita', i ricercatori prevedono di utilizzare cellule staminali per coltivare nello spazio sangue, tessuto nervoso, vasi sanguigni, cornee e cellule del fegato. Secondo McGuckin e' possibile che gia' entro cinque anni questa tecnologia permetta di ottenere tessuto sufficiente per un trapianto parziale di fegato. Grazie alla microgravita' i tessuti possono essere coltivati in modo piu' rapido e formare masse abbastanza estese da essere utili per un trapianto. "Entro i prossimi 20 anni c'e' anche la possibilita' di coltivare tessuto nervoso da utilizzare per riparare danni spinali o cerebrali, come quelli causati dal morbo di Alzheimer".
 
 
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