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 USA - USA - Usa. Dov’e’ il punto debole della clonazione?
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11 dicembre 2003 21:12
 
Nonostante Dolly, Prometea e altri animali divenuti celebri perche' frutto di clonazione, la duplicazione genetica di un essere vivente rimane ancora un processo con dei lati oscuri, che spesso fallisce o presenta profonde malformazioni.
Un gruppo di ricercatori della Temple University School of Medicine (TUSM) ha deciso di comparare lo sviluppo di un embrione normale con quello di uno clonato, per valutare analogie e discordanze e cercare di capire dov'e' il punto debole della clonazione.
Lo studio, intitolato "Transizioni veloci dell'istone H1 seguiti a processi di fertilizzazione o trasferimento somatico: analisi per un programma di sviluppo uniforme nei topi"; verra' pubblicato dalla rivista Developmental Biology, ed e' stato realizzato grazie a due finanziamenti del National Institute of Health, all'interno di un programma per lo studio della comunicazione tra ovuli e cromosomi. "Per prima cosa, abbiamo tracciato i passaggi essenziali attraverso i quali un uovo e uno spermatozoo diventano un embrione", spiega Keith Latham, professore di biochimica della TUSM e autore dello studio. "Poi, abbiamo analizzato la capacita' di un embrione clonato di ripercorrere quegli stessi passaggi. La scoperta e' stata che a quel livello di sviluppo, il 100% dei cloni ricrea quel processo interamente. Cio' significa che i problemi sorgono dopo".
"Quando un ovulo e lo sperma si uniscono, ciascuno porta con se' un insieme di cromosomi. Le molecole dell'ovulo, trasferiscono i due insiemi di cromosomi, conosciuti come genoma, all'interno dell'embrione. Durante la clonazione, noi chiediamo all'ovulo di fare la stessa cosa, ma con materiali di base differenti. Infatti, al posto dello sperma, l'ovulo deve fondersi con una cellula adulta prelevata dall'organismo che si vuole clonare. Comunque, dopo che questi primi passaggi avvengono senza difficolta', la cellula fecondata deve sopportare una situazione che di fatto non gli e' naturale. Il risultato di questo processo e' infatti al contempo una cellula adulta, ma anche un embrione. E questo rende il successivo sviluppo lento e spesso incompleto."
Secondo Latham il problema potrebbe essere la miscela di coltura usata per far crescere le cellule in laboratorio. "Abbiamo colture che funzionano benissimo con le cellule adulte, ed altre che sono perfette per gli embrioni. Ma ancora dobbiamo trovare la miscela ottimale per i cloni. Una volta trovata, probabilmente la clonazione sara' una procedura molto piu' sicura".
Alla base di questi studi, come nota bene l'esperto, c'e' la volonta' di comprendere meglio i meccanismi che stanno alla base della vita, le radici che conducono alla nascita di una nuova vita. "Per questo e' importante studiare e analizzare a fondo. Perche' la clonazione ha delle enormi potenzialita' non solo terapeutiche. Basta pensare alla riproduzione di animali da fattoria, o alla conservazione di specie protette che rischiano l'estinzione".
 
 
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Un gruppo di ricercatori della Temple University School of Medicine (TUSM) ha deciso di comparare lo sviluppo di un embrione normale con quello di uno clonato, per valutare analogie e discordanze e cercare di capire dov'e' il punto debole della clonazione.
Lo studio, intitolato "Transizioni veloci dell'istone H1 seguiti a processi di fertilizzazione o trasferimento somatico: analisi per un programma di sviluppo uniforme nei topi"; verra' pubblicato dalla rivista Developmental Biology, ed e' stato realizzato grazie a due finanziamenti del National Institute of Health, all'interno di un programma per lo studio della comunicazione tra ovuli e cromosomi. "Per prima cosa, abbiamo tracciato i passaggi essenziali attraverso i quali un uovo e uno spermatozoo diventano un embrione", spiega Keith Latham, professore di biochimica della TUSM e autore dello studio. "Poi, abbiamo analizzato la capacita' di un embrione clonato di ripercorrere quegli stessi passaggi. La scoperta e' stata che a quel livello di sviluppo, il 100% dei cloni ricrea quel processo interamente. Cio' significa che i problemi sorgono dopo".
"Quando un ovulo e lo sperma si uniscono, ciascuno porta con se' un insieme di cromosomi. Le molecole dell'ovulo, trasferiscono i due insiemi di cromosomi, conosciuti come genoma, all'interno dell'embrione. Durante la clonazione, noi chiediamo all'ovulo di fare la stessa cosa, ma con materiali di base differenti. Infatti, al posto dello sperma, l'ovulo deve fondersi con una cellula adulta prelevata dall'organismo che si vuole clonare. Comunque, dopo che questi primi passaggi avvengono senza difficolta', la cellula fecondata deve sopportare una situazione che di fatto non gli e' naturale. Il risultato di questo processo e' infatti al contempo una cellula adulta, ma anche un embrione. E questo rende il successivo sviluppo lento e spesso incompleto."
Secondo Latham il problema potrebbe essere la miscela di coltura usata per far crescere le cellule in laboratorio. "Abbiamo colture che funzionano benissimo con le cellule adulte, ed altre che sono perfette per gli embrioni. Ma ancora dobbiamo trovare la miscela ottimale per i cloni. Una volta trovata, probabilmente la clonazione sara' una procedura molto piu' sicura".
Alla base di questi studi, come nota bene l'esperto, c'e' la volonta' di comprendere meglio i meccanismi che stanno alla base della vita, le radici che conducono alla nascita di una nuova vita. "Per questo e' importante studiare e analizzare a fondo. Perche' la clonazione ha delle enormi potenzialita' non solo terapeutiche. Basta pensare alla riproduzione di animali da fattoria, o alla conservazione di specie protette che rischiano l'estinzione".
 
 
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