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 USA - USA - Usa. Dalla Casa Bianca aspre critiche ai progetti della Stanford University
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26 dicembre 2002 19:05
 
Il portavoce del comitato di bioetica dell'Amministrazione Bush, il Dr. Leon Kass, dell'Universita' di Chicago, ha accusato l'ateneo di Stanford di celare la vera sostanza dei progetti di ricerca sulle staminali embrionali. "Stanford ha deciso di procedere alla ricerca sulla clonazione senza alcuna delibera o scrutinio pubblici", sostiene, ed ha poi dichiarato che l'universita' californiana dovra' offrire delle scuse formali per averlo nascosto all'opinione pubblica. Nonostante l'Universita' di Stanford abbia gia' specificato che gli esperimenti verranno condotti con il metodo del trasferimento nucleare, e non con un procedimento di clonazione classico, il comitato governativo ritiene che il progetto sia di fatto una "clonazione per la ricerca biomedica". Dalla Casa Bianca un portavoce di George Bush ha fatto sapere che il presidente rimane saldo nella sua opposizione a qualsiasi forma di clonazione umana, compresi gli esperimenti atti alla sola produzione di staminali.
Philip Pizzo, decano della Stanford Medical School, ha dichiarato che "anche se rispetto le opinioni espresse dal Dr. Kass come delle oneste interpretazioni scientifiche, non sono d'accordo con la sua descrizione di cio' che l'Istituto ha intenzione di fare, ed i processi che adottera'". Poi, riflettendo sulla sua vita professionale, continua: "Ho iniziato la mia carriera come un pediatra oncologo trenta anni fa. A quel tempo, la sopravvivenza dei bambini malati di cancro era limitata. Oggi, grazie ai passi avanti nella ricerca biomedica, quasi l'80% dei bimbi sopravvive al cancro, ma il contributo delle terapie convenzionali e' enorme. Cio' di cui abbiamo bisogno adesso sono terapie piu' specifiche e meno tossiche, che si concretizzeranno nel campo delle cellule staminali e della lotta ai tumori." Ma anche l'informazione e la chiarezza di conoscenze devono ricoprire un ruolo essenziale: "Con l'aiuto dei media e della comunita' scientifica, dobbiamo lavorare per abbattere le barriere di linguaggio e di definizione, cosi' che tutti possano capire i progressi scientifici compiuti grazie alle staminali." Ed anche il Dr. Irving Weissman, direttore dell'istituto, concorda nel dire che lo scopo del progetto e' studiare le malattie e le cure possibili, non creare bambini od organi di ricambio. "E' vero che la parola clonazione spaventa, e che la parola embrione fa pensare ad un feto con un viso reale" -dice Kass- ma se vogliamo chiamare le cose con il proprio nome "non dobbiamo poi ingannare noi stessi sulle implicazioni morali che ne derivano".
Ronald Green, presidente della commissione etica della Advanced Cell's e professore di religione del Dartmouth College, aveva applaudito all'annuncio della Standford University, e si e' inserito in questa disputa terminologica. "Stiamo discutendo con i nomi per questa tecnologia, io preferirei chiamarla "clonazione terapeutica"", altri ritengono piu' utile chiamarla "clonazione biomedica", per distinguerla dalla "clonazione riproduttiva". Se il termine "clonazione" fa venire in mente la nascita di un bambino, e questa non e' l'intenzione di Standford, si sta "creando un qualcosa che alcune persone vedono come un embrione". E Green a questo punto non puo' che arrendersi e dire che "quasi tutta la terminologia e' inadeguata per spiegare questa scienza complessa".
Per parte sua Paul Berg, Premio Nobel per la chimica nel 1980, di fronte alla domanda se il trasferimento nucleare e la clonazione sia la stessa cosa, lapidario ha risposto: "e'". Ma poi ha aggiunto che "nella scienza usiamo la parola clonazione come un termine per descrivere la produzione di diverse copie di un materiale iniziale".
 
 
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