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 USA - USA - Usa. Dal bulbo dei baffi di topo staminali diventano neuroni
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31 marzo 2005 20:18
 
Le cellule staminali prelevate dal bulbo di baffi di topo sono state trasformate in neuroni una volta trasferite sottopelle, sempre in un topo. L'esperimento, pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle scienze degli Stati Uniti, PNAS, e' stato coordinato dall'universita' della California a San Diego e condotto in collaborazione universita' giapponese di Sagamihara, Massachussetts Institute of Technology (MIT) e l'azienda americana Anticancer.
Lo stesso gruppo di ricerca ha coltivato in laboratorio per oltre un mese le cellule prelevate dal bulbo di una vibrissa di topo, dimostrando definitivamente che queste cellule immature sono multipotenti. Sono cioe' in grado di svilupparsi in direzioni diverse, diventando cellule nervose, cellule che formano i capelli (cheratinociti), cellule della muscolatura liscia e cellule della pelle (melanociti).
Le nuove prove della grande plasticita' delle cellule staminali prelevate dai follicoli piliferi possono aprire, anche se a lungo termine, nuove prospettive per la terapia, fornendo una fonte potenzialmente inesauribile di cellule compatibili con il paziente destinate a riceverle perche' prelevate dal suo stesso organismo. "I nostri risultati -scrivono i ricercatori- suggeriscono che le cellule staminali prelevate dal bulbo del follicolo pilifero possono fornire una fonte autologa e accessibile di cellule staminali indifferenziate e multipotenti utilizzabili per applicazioni terapeutiche".
A rendere i follicoli piliferi interessanti come potenziale fonte di staminali e' stata la loro grande plasticita', con un ciclo vitale che attraversa fasi di crescita, riposo e rinnovo periodico: nuovi follicoli vengono ricreati in continuazione dalle cellule staminali che si trovano nel bulbo, un minuscolo rigonfiamento che si trova su un lato del follicolo. Alla luce di queste considerazioni, gia' in passato il gruppo dell'universita' di San Diego coordinato da Robert Hoffman (principale autore del nuovo studio), aveva dimostrato che le staminali prelevate dal bulbo esprimono la nestina, un marcatore caratteristico delle cellule staminali destinate a diventare cellule nervose.
Per verificare se queste cellule staminali sono davvero in grado di trasformarsi in neuroni i ricercatori hanno cosi' isolato e coltivato in laboratorio le cellule staminali prelevate dal bulbo di vibrisse di topo. Dopo una settimana le cellule sono maturate trasformandosi in neuroni e in altri tipi di cellule nervose, come astrociti e oligodendrociti. Dopo alcune settimane le cellule staminali si erano differenziate in cellule della pelle, della muscolatura liscia e nelle cellule della pelle che producono il pigmento (melanociti).
La conferma definitiva di questi risultati positivi ottenuti in provetta e' arrivata dagli esperimenti in vivo, nei quali le cellule staminali sono state trasferite sotto la pelle di un topo e si sono trasformate in neuroni.
 
 
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Le cellule staminali prelevate dal bulbo di baffi di topo sono state trasformate in neuroni una volta trasferite sottopelle, sempre in un topo. L'esperimento, pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle scienze degli Stati Uniti, PNAS, e' stato coordinato dall'universita' della California a San Diego e condotto in collaborazione universita' giapponese di Sagamihara, Massachussetts Institute of Technology (MIT) e l'azienda americana Anticancer.
Lo stesso gruppo di ricerca ha coltivato in laboratorio per oltre un mese le cellule prelevate dal bulbo di una vibrissa di topo, dimostrando definitivamente che queste cellule immature sono multipotenti. Sono cioe' in grado di svilupparsi in direzioni diverse, diventando cellule nervose, cellule che formano i capelli (cheratinociti), cellule della muscolatura liscia e cellule della pelle (melanociti).
Le nuove prove della grande plasticita' delle cellule staminali prelevate dai follicoli piliferi possono aprire, anche se a lungo termine, nuove prospettive per la terapia, fornendo una fonte potenzialmente inesauribile di cellule compatibili con il paziente destinate a riceverle perche' prelevate dal suo stesso organismo. "I nostri risultati -scrivono i ricercatori- suggeriscono che le cellule staminali prelevate dal bulbo del follicolo pilifero possono fornire una fonte autologa e accessibile di cellule staminali indifferenziate e multipotenti utilizzabili per applicazioni terapeutiche".
A rendere i follicoli piliferi interessanti come potenziale fonte di staminali e' stata la loro grande plasticita', con un ciclo vitale che attraversa fasi di crescita, riposo e rinnovo periodico: nuovi follicoli vengono ricreati in continuazione dalle cellule staminali che si trovano nel bulbo, un minuscolo rigonfiamento che si trova su un lato del follicolo. Alla luce di queste considerazioni, gia' in passato il gruppo dell'universita' di San Diego coordinato da Robert Hoffman (principale autore del nuovo studio), aveva dimostrato che le staminali prelevate dal bulbo esprimono la nestina, un marcatore caratteristico delle cellule staminali destinate a diventare cellule nervose.
Per verificare se queste cellule staminali sono davvero in grado di trasformarsi in neuroni i ricercatori hanno cosi' isolato e coltivato in laboratorio le cellule staminali prelevate dal bulbo di vibrisse di topo. Dopo una settimana le cellule sono maturate trasformandosi in neuroni e in altri tipi di cellule nervose, come astrociti e oligodendrociti. Dopo alcune settimane le cellule staminali si erano differenziate in cellule della pelle, della muscolatura liscia e nelle cellule della pelle che producono il pigmento (melanociti).
La conferma definitiva di questi risultati positivi ottenuti in provetta e' arrivata dagli esperimenti in vivo, nei quali le cellule staminali sono state trasferite sotto la pelle di un topo e si sono trasformate in neuroni.
 
 
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