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 USA - USA - Usa. 17 nuove linee di staminali embrionali. Con e senza Bush…
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27 novembre 2003 18:55
 
Un ricercatore di Harvard ha deciso di sfidare la politica dell'amministrazione Bush in tema di staminali, creando delle nuove linee di cellule embrionali da donare ai vari gruppi di ricerca.
Il biologo Douglas Melton ha dichiarato di aver sviluppato 17 linee sane nel suo studio a Cambridge, parte delle quali sono destinate ad un laboratorio privato della Virginia e le restanti verranno date ad un'agenzia del Governo britannico, che provvedera' a distribuirle a vari scienziati in tutto il mondo.
Dal 2001 ad oggi, Bush ha autorizzato dei finanziamenti federali solo su 78 linee gia' esistenti, ma di queste 78 solamente 12 sono adatte alla ricerca, perche' le altre sono difettose e potrebbero contenere virus animali derivanti dai fattori di crescita. E' opinione diffusa nella comunita' scientifica, che occorrerebbero almeno 200 linee in tutto il mondo perche' la ricerca inizi a dare i suoi primi frutti seri. Inoltre le cellule dovrebbero poter contenere un corredo genetico sufficientemente vario, che includa le diversita' razziali e possa permettere di affrontare le disfunzioni genetiche piu' comuni.
"Questa notizia e' emozionante per la comunita' internazionale che si occupa di staminali", ha dichiarato George Daley, esperto della Harvard Medical School and Children's Hospital. "Ad oggi e' molto difficile ottenere linee di staminali embrionali, queste nuove risorse ci permetteranno di capire dove sono piu' funzionali".
Melton fa parte di una rete internazionale di scienziati, accomunati dalla volonta' di proseguire le ricerche sulle staminali e ostacolare la politica proibizionista del Presidente Bush. Il biologo di Harvard, insieme al suo team, aveva infatti iniziato a creare le nuove linee pochissimo tempo prima del divieto di Bush, temendo, a ragione, che il suo mandato potesse bloccare il loro lavoro.
Ad oggi, nuove linee sono disponibili, grazie alla tenacia di coloro che credono nel proprio operato, ma soprattutto, grazie al supporto economico della Juvenile Diabetes Foundation e del Howard Hughes Medical Institute.
 
 
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