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 U.E. - U.E. - Ue. Fondi dell'unione alla ricerca con le staminali embrionali
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27 maggio 2004 19:51
 
Con una decisione destinata a riaccendere le polemiche, la Commissione Ue ha deciso di finanziare con fondi comunitari un progetto di ricerca che prevede l'uso di cellule staminali umane, derivate da embrioni umani congelati in sovrannumero, creati a scopo riproduttivo ma non utilizzati nei processi di fecondazione artificiale.
Bruxelles ha assegnato un contributo di nove milioni di euro ad un progetto di ricerca presentato da tredici partner scientifici europei -tra i quali anche la Fondazione italiana per la ricerca sul cancro e l'Istituto di oncologia molecolare di Milano- che include, tra i vari metodi di lavoro, anche il ricorso alla tecnologia delle cellule staminali embrionali.
I fondi saranno assegnati ad un progetto a cui partecipano scienziati di sette Paesi europei diversi, che ha l'obiettivo di studiare e conoscere meglio il sistema linfatico umano, alla ricerca di terapie che permettano di inibire o di sviluppare ulteriormente la crescita dei vasi linfatici nel quadro della lotta contro i tumori e le malattie infiammatorie.
Si tratta del primo finanziamento Ue a un progetto che prevede l'uso di cellule staminali ricavate da embrioni umani, dopo lo scontro tra Stati membri che ha impedito di trovare un accordo a livello europeo sull'assegnazione di fondi a tali ricerche. Alla base della mancata intesa c'e' l'opposizione di alcuni Paesi, tra cui l'Italia, contrari all'assegnazione di fondi a progetti che comportino la distruzione di embrioni umani.
La mancanza di una regolamentazione specifica sulla questione ha aperto una zona grigia legislativa, ed al momento e' la Commissione europea a decidere -caso per caso e a seguito dell'approvazione di un comitato composta da rappresentanti degli Stati membri- sull'assegnazione di finanziamenti Ue alle ricerche scientifiche che comportano l'uso di cellule staminali embrionali umane.
Oltre al progetto per il quale e' gia' stato deciso il finanziamento, l'esecutivo Ue sta valutando la possibilita' di assegnare risorse Ue anche ad un'altra ricerca che intende fare uso di cellule staminali embrionali -al momento ancora all'attenzione degli esperti di Bruxelles- presentata da team di ricercatori italiani e tedeschi, che dovrebbe svolgersi in laboratori in Italia e in Germania.Al momento l'esecutivo Ue ha deciso di assegnare finanziamenti europei in particolare a progetti che hanno lo scopo di sviluppare linee di cellule staminali a partire dalle cellule embrionali gia' estratte e disponibili. Per il momento non sono previsti fondi per progetti che prevedono l'estrazione diretta di cellule staminali da embrioni umani, ma non e' escluso che questo avvenga nel prossimo futuro.

Le cellule staminali embrionali umane si stanno rivelando la fonte migliore per capire i processi di crescita e differenziamento cellulare, meccanismi che se alterati danno origine ai tumori, quindi ben vengano i finanziamenti della Commissione europea. E' il genetista Giuseppe Novelli, dell'universita' di Roma Tor Vergata, ad accogliere cosi' positivamente la decisione dell'esecutivo Ue. Attualmente sono disponibili circa 70 linee di staminali ottenute da embrioni umani utilizzabili a scopo di ricerca e le leggi vigenti, anche in Italia, non ne vietano il commercio e l'utilizzo, spiega il genetista Bruno Dallapiccola, direttore dell'Istituto Mendel di Roma. La loro provenienza e' dubbia, aggiunge, forse vengono da India e Corea, ma cio' che conta e' che nelle ricerche che ne prevedono l'utilizzo non si distruggono embrioni umani perche' le staminali sono gia' disponibili, quindi la ricerca su di esse va bene. Tuttavia, sottolinea Dallapiccola, da questa decisione si avverte la tendenza ad una crescente liberalizzazione di questi studi su staminali embrionali umane, soprattutto per le pressioni esercitate da alcuni Paesi, come l'Inghilterra. "Non mi stupisco che tra 2-4 anni qualche Paese europeo arrivi direttamente alla clonazione terapeutica", ha rilevato l'esperto, che condanna la distruzione degli embrioni umani in sovrannumero per ottenere cellule staminali. Dallapiccola sottolinea inoltre che ancora nessuno ha dimostrato che le embrionali siano stabili e quindi sicure come le staminali adulte.
Non e' dello stesso parere Novelli, il quale sostiene che "i dati scientifici piu' recenti dimostrano sempre piu' in maniera inequivocabile le differenze tra le varie forme di staminali. Quelle embrionali sono staminali per eccellenza". Sapere come vanno incontro a maturazione o, al contrario, come una cellula matura ridiventi bambina potrebbe portare ad una migliore comprensione di malattie come il cancro. Ormai e' chiaro che le staminali embrionali hanno potenzialita' che quelle adulte non hanno, ribadisce Novelli, per cui e' fondamentale allestire linee di ricerca su queste cellule.
Da questo segnale di apertura della commissione Ue, conclude, "speriamo che ci si renda conto che la ricerca va valutata su dati oggettivi e non sull'onda di spinte emotive ed ideologiche".
 
 
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