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 SVIZZERA - SVIZZERA - Svizzera. Ricerca sugli embrioni, gli Stati prendono tempo
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23 gennaio 2003 22:16
 
"Nessuno di noi ha una formazione scientifica, pertanto dobbiamo approfondire e discutere con cautela ogni articolo, sappiamo di muoverci su un terreno molto delicato e tutti ne sono un po' intimoriti". Cosi' Pierre-Alain Gentil (Ps) ha riassunto i due giorni (20 e 21 gennaio) di lavoro della Commissione degli Stati chiamata per prima a pronunciarsi sul progetto di legge del novembre scorso con cui il Consiglio federale intende consentire la ricerca sugli embrioni sovrannumerari oggi congelati e destinati alla distruzione entro la fine del 2003 dalla legge sulla fecondazione assistita. Dopo aver ascoltato prima i rappresentanti del Fondo nazionale per la ricerca e la responsabile del primo studio in Svizzera su cellule embrionali umane, la ticinese Marisa Jaconi, i senatori hanno approvato all'unanimita' l'entrata in materia, consapevoli di dover portare al piu' presto in parlamento il dibattito sulla ricerca embrionale di fatto gia' avviata dall'Universita' di Ginevra nel marzo del 2002. "Marisa Jaconi e' stata molto convincente", ammette Gentil, "ma pur comprendendo la necessita' di legiferare al piu' presto in questo campo, quasi all'unanimita' abbiamo deciso di darci piu' tempo per studiare a fondo il dossier, e non sono esclusi altri "hearing" (audizioni) con esperti del settore". Una legge controversa che induce alla cautela, dunque, e che in fase di consultazione aveva visto uniti nelle critiche socialisti e democristiani, i primi a chiedere di limitare la ricerca alle sole cellule adulte, i secondi a contestare la costituzionalita' del progetto e a biasimare il poco tempo concesso alla consultazione e all'assenza di un dibattito etico. La Commissione tornera' a riunirsi il 16 e 17 febbraio, informa il presidente Peter Bieri (Pdc), e difficilmente l'oggetto potra' essere sottoposto alla Camera alta gia' la prossima sessione primaverile al via il quattro di marzo.
Il "Giornale del Popolo" il 21 gennaio aveva intervistato la ricercatrice Jaconi, che conduce a Ginevra il primo studio in Svizzera su cellule staminali umane. Dopo ricerche condotte negli Stati Uniti ed in Francia, dal '98 la studiosa ticinese e' capoclinica presso il laboratorio di biologia dell'invecchiamento dell'universita' della citta' lemanica, sotto la direzione del gerontologo tedesco Karl-Heinz Krause, dove studia sui topi le potenzialita' rigeneratrici delle staminali per riparare i tessuti cardiaci. Nel marzo 2000 ha depositato presso il Fondo nazionale una domanda per importare dagli USA cellule staminali umane, domanda che, accettata due anni piu' tardi, ha di fatto costretto il governo ad approntare in tutta fretta un progetto di legge per regolamentare la ricerca sulle cellule embrionali umane. Quando le viene chiesto di commentare l'essersi approfittata di un vuoto legislativo, risponde cosi': "Abbiamo forzato i tempi perche' attorno a noi il mondo scientifico non aspetta. Lo scopo di questo progetto di legge e' quello di consentire la donazione alla ricerca unicamente di quegli embrioni che non fanno piu' parte di un progetto parentale e sono donati volontariamente dalla coppia senza alcuna retribuzione. Stiamo parlando di embrioni che saranno conservati solo fino al termine di quest'anno e poi saranno distrutti. Personalmente avrei auspicato che il loro dono ad altre coppie sterili fosse consentito. In ogni caso, se si legittima la distruzione non si puo' non legittimarne un uso regolamentato ai fini della ricerca fondamentale allo scopo di trovare nuove terapie". Lo scopo della ricerca? "Riuscire a mettere a nudo i meccanismi di sviluppo dell'embrione umano e cosi' comprendere come si regolano i geni umani nella fase di sviluppo. Cio' potra' permettere non solo di produrre cellule specifiche atte a rigenerare organi malati ma anche di capire l'origine di molte malattie genetiche e mettere a punto nuovi medicamenti prima di passare ai test sull'uomo".
 
 
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