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 SVIZZERA - SVIZZERA - Svizzera. In attesa del referendum
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11 novembre 2004 21:14
 
A un mese esatto dal referendum del 28 novembre, i partiti Liberale e Radicale hanno tenuto una conferenza stampa per spronare l'elettorato ad andare a votare sui temi in discussione, quelli di natura finanziaria e la legge sulle cellule staminali embrionali.
"Constatiamo una preoccupante passivita'", ha detto il presidente del Partito Radicale Rolf Schweiger; e' un atteggiamento pericoloso poiche' lascia spazio alle forze fondamentaliste che hanno impostato la campagna sulla paura. In quanto agli altri partiti, tenderebbero a relegare in secondo piano il tema della ricerca con le staminali perche' la loro base e' spaccata. E invece la legge su cui si vota garantisce una liberta' controllata, e consente alla scienza e alla medicina nazionali di progredire, ha spiegato Felix Gutzwiller, esperto di medicina preventiva e consigliere nazionale di Zurigo. I limiti che pone sono idonei a prevenire eventuali abusi. "Dobbiamo favorire un settore potenzialmente promettente e dare speranza ai malati", ha aggiunto. In conclusione ha sostenuto che e' sicuramente competenza della coppia decidere, secondo scienza e coscienza, il destino dei loro embrioni soprannumerari.
A favore della legge sulle cellule staminali si e' schierata l'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), come pure il Partito della Liberta', riunito a Reiden (LU), invita gli elettori ad approvare la legge sulle cellule staminali, sottolineando che i laboratori di ricerca svizzeri meritano di essere sostenuti.
Un convinto sostegno e' giunto dall'AITI, Associazione industrie ticinesi, per quel che concerne la ricerca sulle cellule staminali embrionali, "nella convinzione che il notevole potenziale terapeutico delle cellule staminali possa fornire una concreta speranza scientifica con la quale giungere a guarire malattie oggi incurabili". Secondo l'AITI, il principio della legge sulle cellule staminali approvata dalle Camere federali, secondo il quale "controllare e' meglio che vietare", e' pienamente legittimo.
Riuniti in assemblea a Sion, i delegati del partito dei Verdi a stragrande maggioranza (82 voti favorevoli, 8 contrari e 4 astenuti) hanno deciso di sostenere il referendum contro la legge che disciplina la ricerca sulle cellule staminali. Bisogna evitare che la vita umana venga strumentalizzata, ha detto nel suo discorso la consigliera nazionale Maya Graf. Ma la legge per la ricerca sulle cellule staminali permette per la prima volta di mettere un brevetto sulla vita. "Se vogliamo evitare uno sviluppo in questa direzione, non significa che siamo contro la ricerca", ha aggiunto.
La Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) raccomanda di respingere la legge sulle cellule staminali: il testo e' inaccettabile perche' permette la distruzione di embrioni per scopi scientifici, afferma. La CVS ha redatto un proprio volantino in cui elenca la posta in gioco della votazione, indica un comunicato. La presidenza della Conferenza dei vescovi ricorda tuttavia il suo attaccamento alla ricerca medica e il suo sostegno alle sperimentazioni condotte sulle cellule staminali adulte.
La Federazione delle chiese evangeliche della Svizzera (FCES) si era gia' dichiarata alla meta' di ottobre favorevole alla legge: e' giustificabile dal punto di vista etico dare alla scienza le cellule staminali piuttosto che distruggerle.

Secondo un sondaggio della SRG SSR idée suisse, per la legge sulla ricerca con le cellule staminali, il 60% e' favorevole, il 25% contrario e il 15% indeciso.
Elemento interessante la discrepanza tra i sessi: il 66% degli uomini appoggia la proposta, contro il 52% soltanto delle donne. Fra gli elettori dei partiti, i democristiani del PPD sono i piu' scettici, con una percentuale di si' ridotta al 51% e un 36% di no. Molto piu' netta la percentuale di favorevoli gli elettori del PLR (69%), dell'UDC (68%) e del PS (67%). Nella Svizzera latina i favorevoli sono molto piu' numerosi in percentuale rispetto a quella tedesca. In Romandia i si' raggiungono il 69%, nella Svizzera italiana il 68%, contro un ridotto 56% nella parte tedescofona del Paese.
Secondo l'Istituto gfs.bern, la ragione principale del "sì" si spiega con le speranze riposte nelle nuove terapie per curare malattie gravi. I cittadini si preoccuperebbero inoltre di vedere il proprio Paese perdere la sua reputazione nel campo della ricerca. Soltanto il 37% degli intervistati ha dichiarato di volersi recare alle urne. Una percentuale che, secondo l'istituto, si situa "al di sotto della media".
Il primo sondaggio in vista delle votazioni e' stato realizzato su mandato della SSR dall'istituto di ricerca gfs.bern, che ha interrogato 1213 persone con diritto di voto tra il 18 e il 22 ottobre. Il margine statistico di errore e' valutato tra il +/- 3%.
 
 
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