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 MONDO - MONDO - Onu. Il fallimento del trattato contro la clonazione umana
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16 ottobre 2003 19:54
 
L'iniziativa dell'Onu per il divieto globale della clonazione umana va verso il fallimento dopo che la sera del 3 ottobre gli estensori della bozza si sono bloccati sulla questione se si debba spingere verso il divieto totale voluto dagli Stati Uniti o verso un divieto parziale che escluda la ricerca scientifica sulle cellule staminali.
La situazione di stallo e' emersa nel corso dell'incontro durato una settimana di un gruppo di lavoro dell'Assemblea Generale dell'Onu, che si era riunito per elaborare il "terreno" su cui scrivere la bozza del trattato. Durante la settimana, i Governi si sono divisi in due blocchi e hanno preso atto che le differenze fra loro non potranno probabilmente essere risolte, secondo quanto riferito dai diplomatici. Una decisione finale sui prossimi passi da compiere spettera' alla commissione legale dell'Assemblea Generale, che non ha ancora fissato una data per una decisione sulla questione. Un gruppo di circa 40 nazioni, guidate da Costa Rica e Stati Uniti e riunite con l'aiuto dei gruppi anti-abortisti statunitensi, insistono per un trattato che vieti sia la clonazione umana che quella "terapeutica" o "sperimentale", nella quale embrioni umani vengono clonati a finalita' di ricerca medica.
A questi, si oppone un gruppo di 14 nazioni, la maggior parte delle quali europee ma che comprende anche Giappone, Brasile e Sud Africa, che ribattono dicendo che prima bisogna vietare velocemente la clonazione umana, lasciando ai singoli Governi la decisione se regolare -e se si', come- la clonazione terapeutica.
"La clonazione terapeutica e' una delle tecnologie che riteniamo abbia enormi prospettive", ha detto Elizabeth Woodson, del Dipartimento britannico della Salute. "Stiamo guardando ad un futuro dove la ricerca cellulare portera' a nuove cure per una serie di malattie che colpiscono milioni di persone e per le quali al momento non c'e' cura".
Ma Ann Corkey, in rappresentanza degli Stati Uniti, replica che un trattato che consentisse la clonazione sperimentale "autorizzerebbe essenzialmente la creazione di un embrione umano con lo scopo di ucciderlo per estrarre cellule staminali, elevando cosi' il valore della ricerca e della sperimentazione ad un livello superiore rispetto alla vita umana".
L'Assemblea Generale aveva approvato due anni fa di redigere un trattato contro la clonazione umana su richiesta di Francia e Germania, due Paesi che ora davanti a questa spaccatura si sono ritirati dal primo piano di questa vicenda.

Nel frattempo l'8 ottobre un gruppo di scienziati e giuristi ha lanciato all'Onu un appello per far si' che la clonazione umana sia dichiarata un "crimine contro l'umanita'". Secondo un comunicato diffuso all'Onu, l'Istituto per una Politica della Clonazione Umana (Hcpi) ha chiesto all'Assemblea Generale di domandare alla Corte Penale Internazionale di dichiarare la clonazione a scopo riproduttivo "un crimine contro l'umanita'". Il comunicato sottolinea le "minacce" costituite dai lavori di alcuni esperti di clonazione: la scienziata raeliana Brigitte Boisselier, il greco-americano Panayotis Zavos e l'italiano Severino Antinori che "affermano di essere segretamente in procinto di tentare la clonazione di un essere umano clonato".
"La Corte Penale Internazionale e' l'ultima autorita' in materia legale internazionale, e una opinione del tribunale apporterebbe una forza morale e legale per far fronte ai possibili clonatori", ha spiegato l'avvocato Bernard Siegel della Florida, incaricato dell'iniziativa. Il gruppo ha scritto infatti al segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, perche' solleciti i 191 Paesi dell'Assemblea Generale a chiedere un parere al Tribunale Internazionale.
 
 
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