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 MONDO - MONDO - Onu. Anticipato di un anno il dibattito sul bando della clonazione
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11 dicembre 2003 21:34
 
Inizialmente doveva essere una nuova conta, poi e' finita con l'accordo di anticipare di un anno la stesura di un bando mondiale contro la clonazione umana. Cosi' ha deciso, senza votare, l'Assemblea Generale dell'Onu adottando per consenso un compromesso raggiunto tra le parti lo scorso 9 dicembre.
Rispetto a una decisione presa qualche settimana fa dalla Commissione Legale del Palazzo di Vetro di rinviare di due anni il dibattito, Costa Rica, Stati Uniti e gli altri Paesi favorevoli al bando internazionale hanno ottenuto che il tema torni in agenda della 59esima Assemblea Generale dell'Onu che si riunira' a New York il prossimo settembre.
All'appuntamento dell'aula dell'Assemblea Generale ha parlato soltanto il rappresentante della Gran Bretagna, il numero due della missione all'Onu Adam Thompson, per sottolineare che Londra non e' disposta neppure a iniziare a discutere su un bando della clonazione che includa anche quella a scopo terapeutico. "Desidero chiarire che la Gran Bretagna non fara' mai parte di una convenzione per la proibizione mondiale della clonazione terapeutica. [.] La Gran Bretagna neppure partecipera' alla stesura di una tale convenzione, ne' la applichera' alle sue leggi nazionali". Thompson ha quindi sottolineato come non esista un consenso in merito alle ricerche collegate alla clonazione terapeutica: "se ignoriamo questo fatto e esercitiamo pressioni perche' si proibisca qualsiasi tipo di clonazione, i sostenitori della risoluzione del Costa Rica avranno distrutto in maniera efficace un punto importante in cui tutti ci siamo trovati d'accordo: la proibizione della clonazione riproduttiva". "E in piu', crediamo che sia indifendibile fermare questa ricerca e negare a milioni di persone, e ai loro familiari, la possibilita' di nuovi trattamenti che potrebbero salvare le loro vite", per l'ambasciatore britannico e' importante rispettare le differenze culturali, religiose e sociali dei diversi Paesi, anche di quelli che sono arrivati a conclusioni diverse da quelle del suo Paese. Ecco perche' sarebbe "totalmente ingiustificabile tentare di imporre una proibizione della clonazione terapeutica in Paesi che sono riusciti ad ottenere un consenso nazionale".

La materia della clonazione e' in agenda dell'Assemblea generale dal 2001 quando Francia e Germania sollecitarono l'adozione di un trattato per mettere al bando gli esperimenti per clonare l'uomo, obiettivo condiviso a livello internazionale. Washington tuttavia, sotto l'incessante pressione della lobby anti-aborto, aveva tentato di indirizzare il dibattito in una direzione che trova negli stessi Stati Uniti solo parziali consensi. Lo scorso 6 novembre l'Iran, in nome dei 57 Paesi aderenti all'Organizzazione della Conferenza Islamica, aveva messo al voto una mozione per rinviare al 2005 il trattato sulla clonazione e la Commissione Legale aveva votato lo scorso 6 novembre e per 80 voti a 79, con 15 astensioni. Con l'adozione della mozione erano cosi' decadute dall'ordine del giorno le due risoluzioni contrapposte: quella a prima firma Costa Rica, sostenuta da Usa, e da una sessantina di Paesi per lo piu' cattolici che chiedevano la messa al bando totale di qualsiasi forma di clonazione umana (riproduttiva o terapeutica che fosse); e quella a prima firma Belgio, sostenuta da 23 Paesi tra cui Gran Bretagna, Cina, Giappone, Brasile, Sudafrica che si univa al veto per la clonazione umana a scopo riproduttivo, escludendo esplicitamente dal divieto quella a scopo terapeutico e di ricerca, lasciando ai Governi la liberta' di decidere "se" e "come" regolamentarla.
 
 
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