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 ITALIA - ITALIA - Italia. Trapianto a Pavia guarisce bimba con anemia falciforme
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28 aprile 2005 19:06
 
Per la seconda volta un bambino e' stato guarito da una malattia genetica del sangue attraverso un trapianto di cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale della sorellina appena nata. Ma secondo l'autore dell'intervento la madre "non ha utilizzato la procedura di selezione degli embrioni".
Le strutture interessate, l'Oncoematologia pediatrica del San Matteo di Pavia e la Cell Factory del Policlinico di Milano, sono state le stesse protagoniste di un analogo intervento avvenuto l'estate scorsa, quando un bambino di cinque anni affetto da talassemia era stato guarito col trapianto delle staminali sane tratte dal cordone ombelicale dei due fratellini gemelli appena nati.
Questa volta e' toccato a una bambina calabrese di 7 anni affetta da un'altra malattia genetica: l'anemia a cellule falciformi. E le staminali sane che l'hanno guarita sono state prelevate, nel reparto di Oncoematologia pediatrica del San Matteo di Pavia diretto da Franco Locatelli -che oggi ha illustrato ai giornalisti l'intervento- dal cordone ombelicale della sorellina della bambina malata, nata cinque mesi fa nella Clinica di Ostetricia dell'ospedale pavese.
Il sangue cordonale e' stato raccolto, criopreservato e conservato presso il servizio di immunoematologia e trasfusione del San Matteo diretto dalla dottoressa Laura Salvaneschi. Un terzo delle cellule staminali contenute nell'unita' di sangue utilizzata e' stato trasferito dai medici pavesi alla Cell Factory di Milano diretta da Paolo Rebulla, dove in 15 giorni si e' proceduto all' amplificazione del loro numero. Alla fine del processo, il numero di cellule staminali presenti era piu' di 20 volte superiore a rispetto a quello dell'inizio della coltura.
Quindi, il 16 marzo scorso, al Policlinico San Matteo di Pavia e' stato effettuato il trapianto nell'organismo della sorella maggiore. Il decorso clinico della piccola paziente dopo il trapianto e' stato ottimale. "Gia' a partire della ventesima giornata successiva all'intervento -ha detto Locatelli- la bambina ha ottenuto valori di globuli bianchi ampiamente protettivi rispetto ai rischi infettivi: due giorni dopo si sono documentati i primi segni di significativa produzione di globuli rossi. Il recupero di una conta piastrinica protettiva (cioe' stabilmente superiore ai 30.000 elementi per millimetro cubo) si e' osservato nella trentesima giornata dopo il trapianto. La bambina ora sta bene e dovrebbe essere dimessa entro la fine della settimana". "Questa seconda felice esperienza fornisce ulteriore impulso ai programmi di trapianto di cellule del cordone ombelicale in soggetti di peso corporeo elevato. Penso che gia' nei prossimi mesi sara' possibile effettuare questi interventi su adolescenti se non addirittura su adulti".
L'anemia a cellule falciformi, di cui la bimba era affetta, e' una patologia geneticamente determinata che espone le persone che ne sono affette a gravi e talora fatali complicazioni anche di ordine neurologico. Si tratta di una malattia definitivamente guaribile solamente attraverso il trapianto di cellule staminali emopoietiche. E oggi, come sette mesi fa, i giornalisti hanno chiesto se la madre, conscia del forte rischio di generare un altro bambino malato -e per di piu' di nessuna utilita' alla sorellina maggiore- non si fosse sottoposta alla procedura di selezione degli embrioni (peraltro e' vietata dalla legge, che il 12 giugno prossimo sara' sottoposta a referendum abrogativo), per avere la certezza che il secondogenito fosse assolutamente sano e compatibile col primo. Il professor Locatelli ha risposto negando che la madre -il cui nome non e' stato fatto per ragioni di riservatezza- si sia sottoposta a questa procedura.
Anche sette mesi fa, nel corso della conferenza stampa -tenutasi a Milano, presente il ministro Sirchia- era stata negata la stessa circostanza, salvo che il giorno dopo un medico italiano, Francesco Fiorentino, rivelo' che non solo la selezione degli embrioni era stata fatta (a Istanbul), ma che nel corso dell'intervento si era anche badato a far si' che i tessuti dei gemelli nascituri sarebbero stati compatibili con quelli del fratello maggiore. Lo stesso Fiorentino che avrebbe assistito la prima coppia italiana che ha confessato in una intervista a Margherita De Bac sul Corriere della Sera di essere andata ad Istanbul per dare alla luce il primo designer baby per sconfiggere la talassemia della sorellina.
 
 
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