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 ITALIA - ITALIA - Italia. La supercellula che fa crescere le vene
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11 novembre 2004 21:35
 
Isolata tre anni fa, la supercellula capace di far sviluppare sangue, vene e arterie ora e' stata scovata nel suo habitat umano: un sottogruppo di una famiglia molto ampia di cellule del sangue di cordone ombelicale. Con questa scoperta, coordinata dall'ematologo Cesare Peschle, dell'Istituto Superiore di Sanita' (ISS), diventa possibile avere a disposizione grandi quantita' di supercellule per favorire la crescita di nuovi vasi sanguigni contro lo scarso afflusso di sangue (ischemia) verso cuore e arti inferiori.
La ricerca, pubblicata sulla rivista della Federazione delle Societa' americane di Biologia sperimentale (FASEB Journal), e' stata condotta dall'ISS in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Biostrutture e Biosistemi (INBB) e le universita' statunitensi della California a San Diego e Thomas Jefferson di Filadelfia.
I numerosi test sull'uomo in corso sia in Europa che negli Stati Uniti e in Asia tesi a favorire lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni stanno utilizzando nella maggior parte dei casi cellule del tipo CD34+, ossia la grande famiglia di cellule della quale fa parte la supercellula scoperta dal gruppo di Peschle nel 2001, chiamata emoangioblasto. "In tutti questi casi si utilizzando popolazioni di cellule non purificate, ossia popolazioni che contengono solo una piccola parte delle cellule con effetto terapeutico", ha osservato Peschle.
Ma adesso i ricercatori sono riusciti a isolare da questa grande famiglia di cellule umane una sottopopolazione molto piccola (pari appena all'1% del totale di cellule presenti), ma estremamente selezionata. E' formata da cellule CD34+KDR+, che non soltanto hanno la capacita' di favorire la crescita di sangue e vasi sanguigni, ma che hanno riservato una nuova sorpresa: sono anche capaci di rilasciare fattori di crescita che permettono di nutrire e far crescere le cellule dello stesso tipo. Nei topi con un sistema immunitario indebolito e utilizzati come modello dell'ischemia cardiaca e degli arti inferiori, le cellule umane sono state iniettate dove il tessuto era poco irrorato di sangue. Una volta trapiantate, ha detto Peschle, "le cellule hanno facilitato la generazione di arteriole e capillari". Il risultato inaspettato e' stato che, oltre alle cellule umane, hanno cominciato a moltiplicarsi anche le cellule di topo. "Questo significa che le cellule iniettate rilasciano fattori di crescita che permettono la proliferazione delle corrispondenti cellule di topo".
I ricercatori sono gia' al lavoro in vista dei primi test clinici, che non dovrebbero essere lontani. Una prima sperimentazione con una popolazione di cellule meno purificata potrebbe avvenire in Italia, fra ISS, San Raffaele di Milano e altri centri, ma al momento il progetto non e' ancora stato definitivamente approvato. Il passo successivo sara' mettere a punto un protocollo piu' sofisticato, con cellule purificate.
 
 
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