testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - Italia. Le staminali riparano le lesioni della sclerosi multipla, uno studio sui topi
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
11 novembre 2004 21:36
 
Sono state riparate le lesioni provocate dalla sclerosi multipla in ratti nei quali e' stata riprodotta la malattia. Il lavoro, pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, PNAS, e' firmato dal Nobel Rita Levi Montalcini, e si deve al gruppo del dipartimento di Morfofisiologia veterinaria dell'universita' di Bologna guidato da Laura Calza', al gruppo dell'Istituto di Neurobiologia del CNR guidato da Luigi Aloe e al gruppo modenese coordinato da Luciana Giardino.
I risultati ottenuti sono cosi' incoraggianti che i ricercatori hanno gia' avviato una seconda fase dello studio sulle scimmie. I risultati di questo nuovo studio, finanziato da Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) e Carisbo, sono in corso ed i ricercatori contano di avere i primi dati entro il 2005. I test sulle scimmie, ha osservato Laura Calza', sono il "passo critico, il piu' importante per cominciare a parlare di prospettive cliniche".
Quello che e' stato ottenuto nei ratti e' "ancora un'idea di laboratorio", ha aggiunto la ricercatrice, ma e' comunque un risultato importantissimo perche' ha dimostrato la possibilita' di rigenerare la guaina della sostanza (chiamata mielina) che riveste le fibre nervose nel cervello e nel midollo spinale, permettendo il passaggio degli impulsi elettrici, e che nella sclerosi multipla viene progressivamente distrutta. A questo scopo i ricercatori hanno utilizzato un ormone naturalmente presente nell'organismo, quello tiroideo: somministrato in un momento molto preciso della malattia, nella fase acuta, l'ormone tiroideo non soltanto ha "risvegliato" sia le cellule staminali del cervello sia i precursori delle cellule produttrici di mielina (chiamate oligodendrociti), come lo stesso gruppo di ricerca aveva dimostrato due anni fa, ma le ha guidate a ricostruire la guaina di mielina distrutta dalla malattia.
E' un risultato "molto importante", ha commentato la Montalcini. "E' la prima volta che un risultato come questo viene ottenuto con un agente non farmacologico, ma naturalmente presente nell'organismo, come l'ormone tiroideo".
Nei ratti utilizzati come modello della sclerosi multipla che colpisce l'uomo, ha rilevato il Nobel, la ricerca ha dimostrato che "intervenendo nella fase acuta e' possibile ottenere la rimielinizzazione", ossia e' possibile ricostruire la guaina protettiva che riveste le fibre nervose. L'evidenza di questo fenomeno, ha aggiunto, e' stata ottenuta "a tutti i livelli: molecolare, cellulare e comportamentale". Si aprono quindi prospettive molto interessanti, ha aggiunto. Il primo passo sara' riprodurre l'esperimento sulle scimmie e, se i risultati saranno positivi, si potra' passare ai primi test sull'uomo. Se si arrivera' a questo traguardo, ha precisato Rita Levi Montalcini, quella basata sull'ormone tiroideo "non sara' la terapia definitiva contro la sclerosi multipla, ma una terapia aggiuntiva a quelle oggi disponibili".
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS