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 ITALIA - ITALIA - Italia. Le staminali e gli occhi: ogni anno 500 persone possono riacquistare la vista
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27 maggio 2004 19:55
 
L'utilizzo terapeutico delle cellule staminali e' gia' una realta' in oftalmologia, dove vengono regolarmente utilizzate per risolvere molti tipi di trapianto di cornea che fino a pochi anni fa fallivano. Ne ha parlato Vincenzo Sarnicola, presidente della Societa' Italiana Cellule Staminali e Superficie Oculare (SICCSO), all'incontro per la presentazione del Congresso Internazionale della Societa' Oftalmologica Italiana (SOI), Napoli 20-22 maggio 2004.
"Con una tecnica di trapianto che prevede l'utilizzo delle staminali della cornea in Italia potrebbero tornare a vedere in modo regolare circa 500 persone l'anno". "Quando esiste un deficit di superficie corneale, e' inutile mettere una cornea nuova, trasparente, al posto di quella opaca se c'e' un deficit di cellule staminali, perche' la nuova cornea non si automantiene e nel giro di 15 giorni si opacizza anche questa".
Una delle caratteristiche delle cellule staminali corneali, che si trovano nel limbus (cioe' negli strati basali dell'epitelio corneale, tra il bianco e la cornea, e sono unipotenti, cioe' servono esclusivamente a formare tessuto corneale) e' invece quella di dar luogo a una superficie autoriproducente, che cioe' si rinnova, in un processo che normalmente si ripete appunto ogni 15 giorni.
I casi in cui e' necessario questo particolare trapianto, che prevede l'innesto di cellule staminali, sono vari: dalle bruciature da calce ai traumi meccanici, infezioni, aniridia (malattia congenita per la quale si nasce senza iride); da certe malattie autoimmuni all'abuso di lenti a contatto.
La situazione migliore dal punto di vista immunosoppressivo e' quella in cui il problema e' in un solo occhio, perche' e' possibile prendere le staminali prelevando pochi millimetri di superficie dal limbus dell'occhio sano, e trasferirla nella nuova cornea. Qui, nel giro di un mese e mezzo le staminali riproducono le caratteristiche autoriproducenti della cornea, che non si opacizza piu'.
"Il successo di tale tecnica chirurgica -afferma Sarnicola- supera oggi l'80% e i casi di fallimento riguardano situazioni in cui il disastro ha compromesso il microambiente in cui si formano le staminali". Naturalmente, se il problema e' in entrambi gli occhi, si dovra' ricorrere alla donazione da un parente stretto (genitore o fratello), identico almeno al 50%, o da cadavere, ricorrendo ai trattamenti antirigetto. La metodica "e' arrivata in Italia nel 1999, ma se fino a 4-5 anni fa era circoscritta a 2-3 centri del Paese, oggi e' disponibile in diverse strutture. Solo nel nostro centro, a Grosseto, sono stati eseguiti gia' 98 interventi". E' un tipo di intervento che oggi si fa con competenza in almeno quattro citta' italiane, dove ci sono i centri con maggiore esperienza: Milano, Roma, Genova, Grosseto.
Il trapianto della cornea "negli ultimi anni ha ottenuto ottimi risultati, ma a volte fallisce -ha ricordato il professor Aldo Caporossi, consigliere Soi e presidente della Societa' italiana trapianto di cornea (Sitrac)- e per questi pazienti, ne calcoliamo circa 3 mila nel nostro Paese, esistono oggi nuove speranze".
 
 
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