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 ITALIA - ITALIA - Italia. Sondaggi e clonazione, si' a quella terapeutica
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23 gennaio 2003 21:32
 
Quattro italiani su cinque dicono no alla clonazione umana, ritenendola "un pericoloso abuso della scienza". E' quanto emerge da un sondaggio condotto da Staibene.it, portale di salute e benessere, in collaborazione con l'Istituto di neurobiologia e medicina molecolare del Cnr. Diverse le percentuali quando la pratica viene proposta come una possibilita' in piu' della scienza per sconfiggere gravi malattie come tumori, diabete e patologie degenerative. Si dichiara in questo caso favorevole alla clonazione il 62,5% degli italiani, mentre il 21,3% rimane su posizioni di chiusura "perche' sarebbe troppo facile superare le barriere imposte dalle leggi", ed e' del 16,3% la percentuale di navigatori web che non sa giudicare. Un'indicazione importante arriva ai mezzi di informazione dalla quarta domanda proposta dal sondaggio: il 60% degli italiani, infatti, ritiene che giornali e televisione non chiariscano abbastanza la differenza che corre tra clonazione a fini riproduttivi e clonazione a scopo terapeutico.
Un sondaggio di Renato Mannheimer giungono allo stesso risultato, cosi' mentre l'86% del campione ritiene "non accettabile" la clonazione dell'intero essere umano, ben il 62% ritiene "accettabile" la clonazione di un organo umano (per il19% e' semplicemente accettabile, per il 43% e' accettabile solo con il controllo dello Stato).
Da un'altra indagine, stavolta sulla clonazione riproduttiva emerge che per un terzo dei giovani e' moralmente accettabile. La ricerca e' stata realizzata da Observa diretta da Massimiano Bucchi, il centro di ricerca di Vicenza specializzato nell'analisi dei rapporti tra scienza e societa' e della percezione del pubblico riguardo le nuove scoperte scientifiche.
"Con l'annuncio dei Raeliani sono fioccati i giudizi da parte di scienziati appartenenti ai piu' diversi campi: medici, esperti di bioetica, politici, giudici, filosofi", spiega Massimiano Bucchi, sociologo dell'Universita' di Trento e uno dei supervisori del progetto con i colleghi Federico Neresini e Giuseppe Pellegrini dell'Universita' di Padova. "Lo scopo delle attivita' di Observa e' di far da ponte tra ricerca scientifica e opinione pubblica e ci e' sembrato opportuno analizzare cosa ne pensa della clonazione la gente comune".
I dati sono stati raccolti su un campione di 1.017 soggetti, rappresentativo della popolazione italiana con oltre 18 anni. E cosi' il 75% degli intervistati esprime un netto "no" sull'utilita' della tecnica, il 73% la giudica rischiosa, mentre il 72% la ritiene non accettabile moralmente. Il rifiuto appare dunque generalizzato, anche se c'e' da rilevare che un buon quarto della popolazione sin d'ora non manifesta remore morali sulla clonazione riproduttiva. Da notare una generale maggiore diffidenza da parte delle donne, vale a dire i soggetti biologicamente piu' coinvolti nel processo riproduttivo (mediamente un 10% in piu' rispetto ai maschi); una maggiore accettazione morale da parte dei piu' giovani, con un 31% della fascia della popolazione tra i 19 e i 44 anni, che scende al 24% nella fascia dai 45 anni in su.
"Rispetto ad altri paesi, la mentalita' italiana sull'uso delle biotecnologie e' piu' pragmatica", e' il commento di Bucchi all'indagine del centro ricerche vicentino. "Certo, la barriera del divieto morale oppone ancora resistenza, ma potrebbe attenuarsi il giorno in cui realmente si potra' ricorrere alla clonazione per avere figli e utilizzare una tecnologia che gia' oggi del resto, giudicando i dati, viene ritenuta utile e poco rischiosa da circa un italiano su quattro".
 
 
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