testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - Italia. Se la toppa e' peggio del buco, intervento di Sgaramella
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
18 marzo 2004 18:37
 
"Almeno autorizziamo i genitori a donarli per la ricerca" era il titolo dell'intervento di Vittorio Sgaramella sul Corriere della Sera per chiedere la possibilita' di donare gli embrioni sovrannumerari alla ricerca scientifica per estrarne cellule staminali. Ne riportiamo un ampio stralcio:
"[.] Per i 25 mila embrioni FIV italiani non utilizzati il ministro della Salute costruira' un mega-frigo: li' sarebbero piu' sicuri. Comunque, di "soprannumerari" noi non ne avremo piu': il miracolo e' dovuto non alla scienza, ma alla... legge. Infatti di embrioni difettosi purtroppo ne creeremo sempre: e' inevitabile. Per eliminarli useremo un metodo tanto efficace quanto cinico: li faremo distruggere dalle stesse aspiranti madri, dopo che glieli avremo trasferiti in utero. Infatti la legge ci impone di produrre al massimo tre embrioni: non piu' la dozzina ottimale per arrivare alla nascita di uno solo trasferendone in utero tre per volta, refrigerando i soprannumerari e ritrasferendone altri se necessario. Gli inglesi, pionieri della FIV, ne creano una dozzina, ma ne trasferiscono solo due per volta: se uno ce la fa, gli altri restano a disposizione dei genitori per cinque anni, poi vengono donati alla ricerca, soprattutto per le staminali. E' fresca la notizia che alla Harvard University da embrioni soprannumerari (donati dai genitori e con fondi privati) sono state derivate ben 17 linee di staminali: la notizia e' molto importante e i media non le hanno dato il risalto che meritava ben piu' dei cloni coreani, dice il Nobel Baltimore. Noi invece con la FIV siamo autorizzati a produrre solo tre embrioni e, buoni o cattivi, dobbiamo trasferirli tutti, anche se la diagnosi preimpianto (permessa solo in vista di impraticabili terapie, quindi di fatto proibita) rivelasse che sono difettosi e, trasferiti in utero, verrebbero abortiti. Farli nascere vuol dire creare degli handicappati: l'argomento che nascere, anche se con handicap, e' meglio che non nascere, e' discutibile, visto che tentativi successivi e piu' responsabili potrebbero portare a nascite sane che a questo punto difficilmente avverrebbero. Si puo' solo immaginare l'animo della donna che alla medicina chiedeva assistenza! Oltre al danno, la beffa: quegli stessi embrioni che prima dell'impianto sono intoccabili, una volta abortiti potrebbero essere donati alla ricerca. Sempre che questa legge non miri alla cancellazione dell'aborto e della legge 194 che lo regola: l'incompatibilita' e' stridente. Turba invece la sua coerenza con l'anti-abortismo montante negli USA: la comune base ideologica sara' pro-vita, ma non e' pro-viventi (compresi i nascituri e i tanti malati possibilmente curabili con le staminali). [.]due modeste proposte:
1. si raccolga il sangue del cordone ombelicale di tutti i neonati. Gia' lo si fa per un 20%: ciascun nato avrebbe una sua scorta di staminali omologhe, forse un giorno rigenerabili in trapianti compatibili. Se siano meglio le embrionali, le fetali o le adulte, ce lo dira' la ricerca. Sarebbe bello se fosse proprio il sangue del cordone ombelicale a suggellare un'alleanza etica/scienza e a aprire un'onesta "via italiana alle staminali";
2. usiamo gli embrioni soprannumerari e non eliminiamoli come rifiuti ospedalieri: autorizziamo i genitori a donarli alla ricerca e dal loro studio impariamo tutto quel che possiamo e dobbiamo. Innanzi tutto se le tanto elusive staminali non sono pericolose, visto il sospetto coinvolgimento in tumori.
Ma anche un auspicio: nella procreazione assistita avevamo un buco, abbiamo messo una toppa. Rendiamo la seconda migliore del primo!"
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS