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 ITALIA - ITALIA - Italia. A Sciacca trapiantate staminali per curare cuore infartuato
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11 novembre 2004 21:18
 
All'Ospedale di Sciacca un paziente di 50 anni con infarto esteso della parete anteriore del cuore e' stato trattato con trapianto di cellule staminali prelevate dal suo stesso sangue.
La dottoressa Michela Gesu', biologo del laboratorio di biologia molecolare presso la Banca del Cordone dell'Azienda, spiega che "normalmente nel nostro sangue circolano circa 20.000.000 di cellule staminali emopoietiche, cioe' capaci di differenziarsi in globuli bianchi, globuli rossi e piastrine, e che solo alcune di queste, in particolari condizioni e con stimoli appropriati, posso differenziarsi in cellule di altri organi o tessuti come cuore e vasi. Proprio queste cellule sono state impiegate per questo trapianto. A tale scopo ad iniziare dalla seconda giornata, al paziente e' stato somministrato il fattore di crescita (G-CFS) per stimolare il suo midollo a produrre un maggior numero di cellule staminali. Dopo quattro giorni di terapia, con la procedura dell'aferesi, sono state raccolte le cellule staminali. Per il trapianto sono state utilizzate solo quelle CD133+. 100.000.000 di queste cellule sono state iniettate, attraverso un catetere, nelle coronarie del paziente dal Dott. Giovanni Saccone", Direttore dell'Unita' Operativa di Emodinamica, dell'ospedale di Sciacca 'Giovanni Paolo II'.
Il paziente -affetto da infarto miocardico in fase acuta con esteso danno del muscolo cardiaco- ricoverato nel reparto di cardiologia dello stesso ospedale, adesso sta bene. E' uno degli interventi piu' innovativi in Italia per quanto riguarda la procedura operativa, con tecniche ematologiche sperimentate per la prima volta: non il trapianto di cellule midollari bensi' quelle staminali, prelevate direttamente dal sangue del paziente stesso.
Il trapianto e' stato eseguito dall'équipe medica dell'ospedale di Sciacca coordinata da Giovanni Saccone, che si e' occupato del settore immunotrasfusionale, Calogero Ciaccio, direttore della banca del cordone ombelicale e Michele Bono, direttore dell'unita' cardiologica.
Le cellule staminali sono state in un primo momento prelevate, filtrate, selezionate dall'équipe medica del laboratorio di biologia molecolare annesso alla banca del cordone ombelicale isolando solo quelle "capaci di differenziarsi in cellule miocardiche e dei vasi sanguigni", spiega Renato Li Donni, direttore sanitario dell'azienda ospedaliera.
Le cellule, 104 milioni per centimetro cubo, sono state iniettate nel paziente, presso la sala di emodinamica dell'ospedale, "con una sonda, introdotta dall'arteria femorale -continua Li Donni- direttamente nella parete del muscolo cardiaco, nel punto preciso dove in seguito all'infarto si era verificata la 'ferita' ".
Il trapianto di cellule staminali, finalizzato alla riparazione e rigenerazione della parete danneggiata in seguito all'infarto, si differenzia da quella praticata negli altri centri ospedalieri nazionali ed europei perche' non consiste nel prelievo di cellule midollari. "A Milano, nell'ospedale 'Luigi Sacco' si opera direttamente dal midollo per poi con successive fasi fissare le cellule sul muscolo cardiaco. La nostra tecnica, che raggiunge gli stessi risultati della midollare, e' piu' indolore e diretta perche' presenta un numero inferiore di passaggi intermedi: l'intervento dura di meno, al massimo mezz'ora, in anestesia locale e soprattutto permette una maggiore concentrazione di cellule vitali sulla parete del cuore".
Ad essere sottoposti a questo tipo di trapianto sono proprio i pazienti "che abbiano subito un infarto massivo per il quale non ci siano altre soluzioni se non il trapianto dell'organo stesso", spiega Li Donni.
L'intervento tempestivo e' necessario, aggiunge il direttore dell'azienda ospedaliera, "per evitare che sulla parete necrotizzata del cuore si creino delle cicatrici che impediscano l'attecchimento e la moltiplicazione delle cellule staminali". Il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Sciacca, Luigi Marano, sottolinea l'importanza dell'intervento: "E' la conferma che dalla sanita' siciliana possono venire esempi di professionalita' con tecniche d'assoluta avanguardia".
 
 
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