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 ITALIA - ITALIA - Italia. Salviamo gli embrioni congelati: adozione o ricerca
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11 novembre 2004 21:24
 
"Salviamo gli embrioni" crioconservati che sono stati ottenuti con tecniche di procreazione assistita. E' questo, in sintesi, l'appello che alcune associazioni e operatori del settore hanno lanciato in una conferenza stampa che si e' tenuta lo scorso 4 novembre alla Camera dei Deputati. Presenti all'incontro, tra gli altri, Mario Lettieri della Margherita e Katia Zanotti dei Ds, oltre a Filomena Gallo, presidente di 'Amica cicogna', Rita Bernardini per i Radicali Italiani, Angelo Aiello per 'unbambino.it' e Marco Cappato per l'associazione Luca Coscioni; quest'ultimo ha inviato anche un intervento registrato.
L'invito rivolto alle coppie che hanno embrioni crioconservati, e', per la precisione, quello di salvarli "dal ministro Sirchia" e dal decreto del 4 agosto perche', ha spiegato Gallo, in base alle norme vigenti gli embrioni crioconservati prima dell'entrata in vigore della legge 40 (circa 30 mila) possono essere utilizzati dalla coppia per un futuro impianto oppure "abbandonati" dopo una procedura al termine della quale saranno trasferiti alla Biobanca istituita presso il Centro trasfusionale e di immunoematologia dei trapianti dell'ospedale Maggiore di Milano.
Esiste pero' una terza possibilita', ha aggiunto Gallo, e cioe' donarli a centri di procreazione medicalmente assistita all'estero in Paesi dove sia prevista l'adozione dell'embrione oppure sia possibile utilizzarli per la ricerca scientifica. Una possibilita' che si e' aperta dopo la scadenza (lo scorso 30 giugno) del decreto ministeriale che ne vieta l'esportazione. Si tratterebbe di un destino "sicuramente migliore", per il presidente di 'Amica cicogna', di quello che gli embrioni abbandonati avrebbero se restassero in Italia. In questo caso, infatti, una volta inviati alla Biobanca dell'ospedale Maggiore di Milano potrebbero tutt'al piu' essere utilizzati per la sperimentazione delle tecniche di crioconservazione. Una cosa questa, ha sottolineato Zanotti, prevista proprio dal decreto del 4 agosto che al Centro di Milano destina 400 mila euro attingendoli dal Fondo per gli aiuti alle coppie sterili. Si tratterebbe di una misura che da una parte, secondo Gallo, e' in contraddizione con la stessa legge 40 (che vieta la sperimentazione sugli embrioni) e dall'altra, secondo Bernardini e Aiello, potrebbe configurare una sorta di "conflitto di interessi" del ministro Sirchia che al Centro beneficiario del finanziamento ha lavorato per quasi trent'anni e lo ha anche diretto. Proprio su questa questione Zanotti ha ricordato di aver presentato un'interrogazione parlamentare lo scorso 15 settembre alla quale pero' il ministro non ha ancora dato risposta.
Quanto alla donazione all'estero, Gallo ha infine sostenuto che "e' un atto d'amore" anche alla luce della sorte alla quale gli embrioni sarebbero altrimenti destinati e ha aggiunto che alcune coppie lo hanno gia' fatto e altre sono pronte a farlo; a dicembre, ha precisato, una coppia si rechera' a donare gli embrioni a un'altra coppia in un Paesi dove questo e' legale.
Quanto alla possibilita' di destinare gli embrioni alla ricerca scientifica, Cappato ha ricordato il successo del referendum sull'argomento che si e' tenuto in California in concomitanza con le elezioni presidenziali americane. Da parte sua Luca Coscioni, concludendo il suo intervento registrato, ha ribadito la posizione da lui sostenuta con l'associazione che porta il suo nome: "Non vogliamo sottrarre la speranza di una vita dignitosa a milioni di malati, non vogliamo che la sacralita' dell'embrione violi la sacralita' e l'inviolabilita' della persona umana".
"Per salvare gli embrioni prodotti e congelati prima dell'entrata in vigore della legge 40 non c'e' bisogno di donarli a centri di procreazione medicalmente assistita in Paesi esteri dove e' consentita la fecondazione eterologa. Ci sfugge, poi, come sia possibile salvarli uccidendoli, cioe' trasformandoli in cavie da cui prelevare le cellule staminali". Cosi' il senatore Riccardo Pedrizzi (An) commenta l'appello del fronte referendario o parlamentare contrario alla legge sulla procreazione assistita.
"Per salvare, per quanto possibile, quegli embrioni -sostiene il responsabile di An per le politiche della famiglia- si potrebbe sancirne l'adattabilita'". Basterebbe, spiega Pedrizzi, un decreto del ministero della Salute che riprenda i contenuti delle norme previste nel testo di legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. "Il fatto che la legge 40 vieti la fecondazione eterologa non c'entra nulla, non osta a una simile soluzione, perche' qui non si tratta di ricorrere al gamete di un donatore esterno alla coppia per produrre un embrione, ma di dare una chance di vita, facendo quindi gli interessi del soggetto piu' debole e indifeso, a embrioni che gia' esistono". "E poi una cosa e' un'adozione, in cui entrambi i genitori, non avendo legami biologici col figlio, possono relazionarsi con lui e tra di loro in una condizione di parita' psicologica, un'altra e' una fecondazione eterologa, in cui solo uno dei genitori non ha legami biologici col figlio, e percio' si trova in una condizione di inferiorita' che puo' costituire una mina in grado di far saltare la famiglia". In ogni caso, aggiunge Pedrizzi, "il divieto di fecondazione eterologa vale dall'entrata in vigore della legge 40, mica e' retroattivo. Dunque, l'argomentazione secondo cui gli embrioni gia' ottenuti e crioconservati sono destinati a morte certa e allora tanto vale utilizzarli per la ricerca scientifica, e' menzognera: non e' vero che sono destinati a morte certa". "Se proprio devono morire, quegli embrioni congelati li si lasci morire in pace. Solo allora, e solo se sara' possibile accertarne scientificamente la morte, al di la' di ogni ragionevole dubbio, e per ora questa possibilita' non e' data, si potranno prelevare da essi le cellule staminali".
 
 
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