La proposta di definirlo "Grande", per i meriti acquisiti in 25 anni di pontificato, e' contenuta nel diploma latino con cui il Senato accademico dell'Universita' La Sapienza di Roma gli ha dato la laurea honoris causa in giurisprudenza. Nella motivazione: "Ha contribuito e contribuisce all'affermazione universale dei diritti dell'uomo, della giustizia e della pace nei rapporti tra le persone e tra i popoli".
E cosi' "Giovanni Paolo II il Grande" lo scorso 17 maggio nel lungo elenco dei diritti umani per cui si e' battuto e si e' impegnato perche' venissero espressi "in norme giuridiche obbligatorie" ha spiegato: "in particolare ho insistito sul fatto che l'embrione e' un individuo umano e, come tale, e' titolare dei diritti inviolabili dell'essere umano".
"Si tratta di riconoscere, anche nell'ambito giuridico, che embrione, feto, neonato, bambino, ragazzo, adolescente, giovane, adulto, anziano, vecchio sono diversi nomi con cui si indica una identica realta', un identico aspetto, lo stesso essere personale, lo stesso uomo". Ad affermarlo e' il senatore Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia.
"L'appello del Papa rappresenta per noi un incoraggiamento a proseguire sulla strada intrapresa -ha dichiarato Pedrizzi- affinche' si possa arrivare a capire che oggi il principio di non discriminazione deve essere riconosciuto nell'ambito delle diverse eta' e condizioni di una medesima esistenza umana, particolarmente con riferimento alle fasi apparentemente marginali: quelle della vita nascente, morente e sofferente".