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 ITALIA - ITALIA - Italia. Quartucciu: nasce il centro di ricerca tessutale e cellulare, fioccano le polemiche
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18 marzo 2004 19:59
 
Il Centro di Ricerca dell'Azienda Italiana Depuratori, iscritto allo schedario dell'Anagrafe Nazionale delle Ricerche, e autorizzato dal Ministero dell'Istruzione dell'Universita' e della Ricerca Scientifica e Tecnologica per il progetto di ricerca tissutale e cellulare ha visto la nascita l'11 marzo scorso a "Casa Angioni", Quartucciu.
"In sinergia con l'Universita' di Cagliari come partner scientifico, il progetto vede l'industria al servizio della scienza -ha spiegato Maria Grazia Angioni Massimino, responsabile dell'Azienda Italiana Depuratori- con un team di ricercatori sardi, laureati in Fisica, Chimica, Biologia, Tecnologie farmaceutiche, Medicina, e si avvarra' dell'esperienza consolidata di prestigiose sedi di ricerca in Italia e nel mondo".
Il progetto, innovativo e unico in Italia, di cui si conoscono esempi soltanto negli Stati Uniti, ha affermato Massimino, sara' sviluppato a Quartucciu, nella sede dell'Azienda Italiana Depuratori, prima in Italia nel settore, certificata nelle procedure di qualita' ISO 9001, gia' leader, oltre che nel trattamento dell'acqua in Italia ed all'estero, nella specifica tecnologia dell'acqua ultra pura per clean rooms.
"Il progetto di ricerca dell'Azienda Italiana Depuratori consiste nell'ottimizzare ed applicare i meccanismi biologici che sono alla base della differenziazione e della crescita delle cellule staminali. Il trattamento di specializzazione e di ampliamento delle cellule staminali sara' effettuato in condizioni di "good manufacturing practices", buone pratiche industriali, il cui costo sara' ampiamente compensato dal risparmio, per la collettivita', dall'assistenza, per tutta la vita, di pazienti che richiedono continue cure", ha spiegato la Massimino.
Il responsabile sara' Giovanni Brotzu, direttore della Struttura di chirurgia vascolare del Dipartimento di chirurgia del policlinico, e tra gli obiettivi avra' quello di fornire a istituti di ricerca e strutture sanitarie, materiale biologico e in particolare cellule staminali. Due i progetti piu' imminenti: studio delle staminali per le bioprotesi e delle isole pancreatiche per la cura del diabete.

Ma la notizia dell'apertura di questo centro si e' portata dietro anche un po' di polemiche. Se Maria Grazia Massimino ha denunciato lungaggini e intralci burocratici, il Direttore del Centro Regionale Trapianti della Sardegna e Coordinatore delle attivita' di donazione e trapianto degli organi e di tessuti, il prof. Licinio Contu, ha criticato le modalita' di pubblicizzazione del Centro che lasciava intravedere la possibilita' dell'uso delle staminali per scopi terapeutici. "Ci sono delle leggi, regionali e nazionali", spiega Contu, "circa il divieto di istituire banche di cellule staminali ed ematopoietiche o di tessuti, in istituti privati. E' su questo che ho voluto far sentire la mia voce perche' era cio' che emergeva dall'invito di presentazione. Ora che invece e' stato chiarito che il fine e' la ricerca, ebbene ben vengano gli studi. Anche perche' se cosi' non fosse, l'autorizzazione del ministero dell'Universita' non sarebbe bastata e soltanto una struttura sanitaria pubblica avrebbe potuto ospitarne la sede". Insomma "basta con la polemica. Non ho nulla contro i coniugi Massimino e la ricerca, purche' ci si limiti a quella e non si vada, in una struttura privata, verso l'uso delle staminali per scopi terapeutici".
All'accusa di eccessive lungaggini burocratiche mossa da Maria Grazia Massimino ha risposto direttamente il sindaco: "Impiega piu' tempo il Comune a concedere l'autorizzazione edilizia che il Ministero a dire di si al progetto", era stata l'accusa. "Nessun ritardo: i tempi sono quelli stabiliti dalla legge", ha spiegato il sindaco Gilberto Pisu. "Ci e' stata presentata una richiesta di variante al piano urbanistico il 12 marzo del 2003", spiega Pisu. "Chiedeva di trasformare una fascia di rispetto (zona H) lungo la statale 125 e in un'area edificabile (D2 industriale). A maggio gli uffici ci hanno predisposto gli indirizzi per la variante, fattibile sotto il profilo della legittimita' ma non obbligatoria per la nostra amministrazione". E ancora: "Il 16 luglio del 2003 la variante viene adottata dal consiglio comunale sostenuta anche dall'opposizione con il voto unanime. Poi i due mesi obbligatori per legge per la pubblicazione e le considerazioni dei cittadini, infine il 21 novembre la definitiva approvazione". Da allora pratica e' bloccata all'assessorato regionale agli Enti Locali per la verifica di coerenza (atto obbligatorio), indispensabile prima di dare il via libera alle concessioni edilizie. "Come si puo' facilmente rilevare. Nulla ci puo' essere imputato, assicuro comunque che il piano attuativo verra' sicuramente discusso da questa maggioranza", assicura Pisu.
E come se non bastasse alcune ricercatrici del Dipartimento di Citomorfologia della Cittadella universitaria rivendicano la maternita' del progetto alla loro insegnante Fulvia Gremo, che secondo le sue allieve "nacque dalle sue competenze scientifiche che lo aveva ideato e pianificato e del quale doveva essere il coordinatore scientifico. La Gremo doveva almeno essere citata, e invece di lei non si e' neppure parlato durante la presentazione ufficiale". L'imprenditrice Maria Grazia Massimino, tiene invece a precisare: "Il merito della Gremo fu quello di contattarmi circa l'assegnazione di una borsa di studio ad una sua giovane ricercatrice. Le spiegai che le nostre borse di studio erano rivolte a neo-laureate in ingegneria sanitaria, ma mi fece nascere l'idea di trovare una strada che magari proprio attraverso lo studio delle cellule staminali, agevolasse le ricerche delle donne che non potevano andare all'estero". "Non ci siamo dimenticati del valore della Gremo, cui personalmente nel '98 destinai il premio Scienza Donna. Alla sua memoria dedichero' una borsa di studio riservata a una giovane ricercatrice".

Sulla vicenda, sentito dal quotidiano che ha seguito passo passo la vicenda L'Unione Sarda, si esprime anche Nanni Brotzu, direttore della Struttura di Chirurgia vascolare del Policlinico, responsabile scientifico del progetto: "Il nuovo Centro e' importante anche perche' vede in prima linea gli imprenditori a servizio della scienza. Ci sono dei privati che si mettono in gioco e grazie a cui la ricerca puo' proseguire. Invece arrivano solo attacchi, in gran parte frutto di invidie. I traguardi scientifici ogni quattro anni, migliorano la ricerca almeno dell'80 per cento. L'obiettivo di questo Centro a Quartucciu e' solo quello di agevolare la ricerca con le staminali. Ne trarranno vantaggio in primo luogo gli studi per le bioprotesi, di cui mi occupo da anni e presto anche per le isole pancreatiche, contro il diabete. [.] Non stiamo danneggiando, e mai lo faremo, alcun individuo con i nostri studi, quindi se ci saranno risultati positivi saranno solo un traguardo raggiunto per il bene di tutti".
 
 
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