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 ITALIA - ITALIA - Italia. Pronte le linee guida per la legge sulla fecondazione, le precisazioni ministeriali
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5 agosto 2004 18:25
 
Chi si aspettava la rivoluzione dalle linee guida sulla legge 40/2004 in tema di Procreazione Medicalmente Assistita e' stato deluso. Le linee guida -sempre in attesa della loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale- sono oramai uscite in maniera piu' o meno ufficiosa (e anche noi riportiamo nella nostra sezione dei documenti il testo in circolazione: clicca qui). Il ministro della salute Girolamo Sirchia e' stato cosi' costretto a fare una nota ufficiale, almeno per chiarire i punti piu' discussi: le dimissioni del presidente del comitato che doveva redigerle per dissenso sul testo; l'obbligo dell'impianto dei tre embrioni e la diagnosi pre-impianto.

"In riferimento a notizie stampa relative alle "Linee guida concernenti le indicazioni delle procedure e delle tecniche di procreazione medicalmente assistita" previste dalla legge 19 febbraio 2004 n. 40, si precisa che le suddette linee guida sono state approvate all'unanimita' dalla II Sezione del Consiglio superiore di sanita' nella seduta del 14 luglio 2004 e stanno completando, insieme al decreto interministeriale sul consenso informato previsto dall'art. 6 della legge e al decreto sulle modalita' e termini di conservazione degli embrioni previsto dall'art. 17 della legge, l'iter procedurale per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che avverra' appena possibile. In merito alla diagnosi preimpianto si precisa che, secondo le linee guida definite dal Ministro della Salute avvalendosi dall'Istituto superiore di sanita', con l'ausilio di una Commissione consultiva e con il parere favorevole del Consiglio superiore di sanita': e' proibita ogni diagnosi preimpianto con finalita' eugenetica ossia di selezione per migliorare la razza; ogni indagine relativa allo stato di salute degli embrioni creati in vitro dovra' essere di tipo osservazionale. Scopo della diagnosi, infatti, secondo gli esperti, e' quello di informare la coppia sullo stato di salute degli embrioni prodotti e non di effettuare una selezione degli embrioni sulla base di informazioni sul futuro dell'embrione dopo l'impianto (suscettibilita' allo sviluppo di una malattia). La diagnosi preimpiantatoria invasiva, al contrario di quella osservazionale, avrebbe, quindi, come diretta conseguenza la selezione dell'embrione. L'autorizzazione all'esecuzione di questa tecnica contrasterebbe con quanto previsto dal comma 3 dell'art. 13 della legge. La legge come tale non esclude specificamente la possibilita' di diagnosi preimpianto ma autorizza solo le manipolazioni dell'embrione che abbiano finalita' di diagnosi e terapia. Oggi non esiste la possibilita' di modificare il patrimonio genetico dell'embrione tramite manipolazioni in vitro, ma in futuro cio' potrebbe risultare possibile. Per questo la legge prevede che le linee guida siano aggiornate periodicamente, almeno ogni tre anni, in rapporto all'evoluzione tecnico-scientifica. Le indagini sull'embrione, che in virtu' della loro natura ancora sperimentale e dell'assenza di una prospettiva terapeutica accettabile, non possono essere attualmente autorizzate, qualora tali ostacoli vengano meno potranno essere riconsiderate in una futura revisione delle linee guida. Per quanto riguarda, infine, l'obbligo di impianto degli embrioni, secondo le linee guida qualora dall'indagine vengano evidenziate gravi anomalie irreversibili dello sviluppo di un embrione, il medico responsabile della struttura ne informa la coppia ai sensi dell'art. 14 comma 5. Ove in tal caso il trasferimento dell'embrione, non coercibile, non risulti attuato, la coltura in vitro del medesimo deve essere mantenuta fino al suo estinguersi. Qualora il trasferimento nell'utero degli embrioni non risulti possibile per cause di forza maggiore relative allo stato di salute della donna non prevedibili al momento della fecondazione e, comunque, un trasferimento non risulti attuato, ciascun embrione non trasferito dovra' essere crioconservato in attesa dell'impianto che dovra' avvenire prima possibile, ai sensi dell'art. 14 comma 3 della legge".

Per il giurista Michele Ainis, preside della Facolta' di Giurisprudenza di Teramo, "esistono due profili di incostituzionalita'. Si limita la liberta' scientifica bloccando la ricerca sulle staminali. E non si tutela la salute della donna costringendola a piu' tentativi se i tre embrioni impiantati non attecchiscono".
"Le linee guida impediscono alle coppie con problemi di salute di poter ricorrere alla fecondazione un vitro", denuncia Luana Zanella (Verdi). "E' venuto il momento di mettere a punto regole rispettose della dignita' della persona", sottolinea Marida Bolognesi (Ds). Secondo l'associazione Madre Provetta "le norme scateneranno uno scontro tra i medici, preoccupati delle sanzioni, e le donne". "Siamo di fronte a meccanismi che hanno a che fare con i film dell'orrore", dice Rita Bernardini dei Radicali Italiani.
 
 
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