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 ITALIA - ITALIA - Italia. Il prof. Mauro Barni e la clonazione terapeutica
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29 maggio 2003 18:35
 
Lo scorso 20 maggio a Siena si e' tenuta una conferenza stampa organizzata dall'associazione radicale "Global Democracy" per rilanciare l'appello ai parlamentari lanciato dall'associazione Luca Coscioni "per la liberta' di ricerca scientifica" per l'utilizzazione delle cellule staminali embrionali per la ricerca. Il documento denuncia il voto con il quale il Senato ha approvato un testo che, se fosse confermato escluderebbe dalla brevettabilta' delle innovazioni biotecnologiche qualsiasi procedimento e tecnica riguardante le cellule staminali embrionali umane. L'approvazione della legge impedirebbe al nostro Paese di competere internazionalmente sul fronte della ricerca scientifica togliendo a milioni di cittadini italiani la speranza concreta di cura. Vicino alle posizioni dei radicali e dell'associazione e' il prof. Mauro Barni, vice presidente del Comitato nazionale per la Bioetica, nonche' ordinario di medicina legale all'universita' di Siena ed ex sindaco della citta' toscana, intervenuto alla conferenza stampa.
"La ricerca sulle cellule staminali dell'embrione -spiega Barni- e' essenziale per la cura di certe malattie. La discussione ruota intorno al fatto di considerare o meno l'embrione come essere umano". Per quanto riguarda la legge in esame in parlamento, Barni sottolinea come questa limiti la ricerca, " vieta un utilizzo dell'embrione diverso da quello previsto per la fecondazione della donna. Questa legge e' contraria al prelievo delle cellule staminali". Tuttavia, a dimostrazione dell'acceso dibattito sulla questione, e delle differenti posizioni anche all'interno del mondo scientifico, durante lo svolgimento del seminario a Bruxelles il Comitato nazionale di Bioetica (di cui Barni e' vice presidente) ha espresso un voto contrario all'utilizzo delle cellule staminali dell'embrione, in contrasto con le posizioni dei Paesi europei. "Il mondo della bioetica ha molte sfaccettature. Io che sono favorevole alla clonazione terapeutica, non lo sono per quella umana. Personalmente infatti, ritengo, oltre ad essere contrario moralmente, che non serve a niente. La ricerca scientifica sull'embrione -conclude Barni- e' indispensabile per creare nuove frontiere per la guarigione di alcune malattie che altrimenti non potranno essere sconfitte".
"Tutto si gioca -ha detto- sulla natura riconosciuta a queste cellule: cioe', se devono gia' essere considerate forme di vita umana". Ed ha aggiunto "sono contrario alla fecondazione artificiale ma sono, invece, certo delle occasioni di poter utilizzare gli embrioni per il progresso umano". Non e' giusto, ha insistito, "che, se non utilizzati per la fecondazione assistita, siano lasciati morire impedendo una grande opportunita' scientifica". Barni non ha avuto dubbi a criticare anche la posizione dell'Italia al simposio europeo, quando il nostro Paese "e' rimasto isolato rispetto alla vasta comunita' scientifica internazionale". Ed ancora, se la legge in discussione al Parlamento sulla brevettabilita' delle invenzioni biotecnologiche fosse approvata, "si impedirebbe al nostro Paese di competere internazionalmente. Verrebbe meno per milioni di cittadini la speranza di cura e guarigione in un futuro che invece sembra avvicinarsi giorno dopo giorno".
 
 
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