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 ITALIA - ITALIA - Italia. Piero Anversa: le staminali salva-cuore
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10 giugno 2004 19:19
 
Sono stati riparati, nei topi, i danni pesantissimi provocati da un infarto cosi' grave da essere fatale e incompatibile con la vita. Risvegliate da un cocktail di fattori di crescita, le cellule staminali del cuore sono state mobilitate e spostate dove il danno era piu' grave.
E' l'ultima frontiera delle ricerche sulle cellule staminali cardiache, presentata a Roma lo scorso 28 maggio, all'Accademia dei Lincei, dal pioniere degli studi in questo campo, Piero Anversa, direttore dell'Istituto per le ricerche cardiovascolari del New York Medical College.
"Nei topi trattati con i fattori di crescita la gravita' dell'infarto e' regredita dal 63% al 23%", ha detto Anversa. "Il tessuto del cuore si rigenera e i grandi danni prodotti da un infarto grave vengono ridotti a danni di piccola entita'. Gli animali colpiti dall'infarto che sarebbero altrimenti morti non muoiono piu"'. La tecnica utilizzata e' simile a quella annunciata nel novembre scorso dallo stesso ricercatore. In quel caso cuori di topi anziani erano stati ringiovaniti risvegliando le cellule staminali e facendole spostare nei punti in cui il tessuto risentiva di piu' dei danni provocati dall'invecchiamento.
Da molti anni negli Stati Uniti, Anversa e' ottimista sul futuro impiego delle cellule staminali salva-cuore. "Ma io non sono un clinico e i miei lavori sono tutti a livello sperimentale". Ad occuparsi di sperimentare sull'uomo queste nuove tecniche sara' molto probabilmente la Divisione di Cardiologia dell'universita' di Louisville, con la quale Anversa a una stretta collaborazione.Spostandosi dove il cuore era piu' danneggiato, le cellule staminali hanno formato gradualmente un tessuto nuovo, completo di arteriole, capillari e cellule adulte del muscolo cardiaco, migliorando il funzionamento del ventricolo.
La ricerca sulle staminali salva-cuore prosegue intanto anche in un'altra direzione: "il nostro scopo e' riuscire a sviluppare una tecnologia per individuare le staminali nel cuore, prelevarle e poi reinfonderle". A livello sperimentale, ha aggiunto, i ricercatori sanno gia' come riconoscere le cellule progenitrici del cuore e come espanderle, ma adesso la tecnica va adattata all'uomo per dare il via alle prime sperimentazioni cliniche. Anche in questo caso, ha spiegato, qualsiasi previsione sui tempi e' prematura.
 
 
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